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SPAZIO DEDICATO A DARIO BELLEZZA, UNO DEI PIU' GRANDI POETI ITALIANI, ED UNO DEI PIU' DIMENTICATI
Dario Bellezza è stato un grande poeta italiano del XX secolo, un lirico per il quale già Pasolini, nel 1971, si esaltava dicendo, nel risguardo del libro Invettive e licenze: «Ecco il miglior poeta della nuova generazione!»È stato uno dei pochi autori italiani conosciuti all'estero fin dall’inizio della sua attività e, durante gli anni, ha accumulato centinaia di recensioni autorevoli e di giudizi lusinghieri. È stato anche uno dei pochi tra gli intellettuali del nostro paese a prendere una decisa posizione a favore dell'idDentità gay e fino alla fine darà il suo prezioso contributo per risolvere i problemi della nostra comunità . Il suo capolavoro resta Lettere da Sodoma (1972).Ha scritto su praticamente tutte le riviste italiane di letteratura e di poesia: "Paragone", "Carte Segrete", "Bimestre", "Periferia", "Il Policordo", oltre che sui più importanti quotidiani e settimanali. Di "Nuovi Argomenti" è stato collaboratore dagli anni Sessanta fino a diventarne vicedirettore, poco prima della morte. Ha pubblicato una ventina di libri, soprattutto di poesia, ed alcuni romanzi e testi teatrali, il più straordinario di tutti è Apologia di reato, del 1970 (poi diventata Apologia di teatro, nel 1985).Faceva parte del ristretto numero di letterati italiani (i Magnifici Sei) insieme ad Alberto Moravia, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini, Dacia Maraini, ed Enzo Siciliano, e proprio da questi si distaccava per essere il più accessibile, il più immerso nella quotidianità della quale era anche critico feroce ma ironico. Non per niente Vittorio Sgarbi ha riconosciuto in varie occasioni di essere stato un suo ammiratore e d'essersi ispirato a lui. Negli ultimi tempi, quando già la malattia lo stava minando dentro, ma quasi nessuno ancora lo sapeva, apparve spesso al Maurizio Costanzo Show.Aveva uno stretto rapporto con Roma, città che lui ha amato disperatamente, da giovane, anche se alla fine della vita era arrivato a detestarla cordialmente per colpa del degrado fisico e soprattutto morale nel quale la nostra capitale era ormai precipitata...Morirà a Roma, minato dall'aids nel corpo e nello spirito, il 31 marzo 1996. Esattamente due anni dopo, verrà dichiarato «santo della comunità gay», nel corso di una cerimonia all'Università La Sapienza...
(Questi brevi cenni sono tratti dall'archivio Massimo Consoli, forse il migliore amico disinteressato del poeta e, a lui, Massimo, in questo modo vorrei anche rendere omaggio)
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