da "il messaggero":
Tutte le sparate del pro sindacoMILANO (9 agosto) - Solo tre giorni fa aveva scatenato polemiche per le affermazioni sulle donne trevigiane, a suo dire «belle ma irrimediabilmente infedeli», tanto che se «vigesse la legge islamica - aveva aggiunto - non basterebbero tutte le pietre delle Dolomiti per lapidare queste adultere».Poi aveva precisato: «Macché poco serie, io amo le mie trevigiane. Mi piacciono tutte, more, rosse, bionde». Famose sono rimaste poi le sue crociate per la sicurezza urbana, a suon di ordinanze e proclami e con un fare da duro del Far West, che gli hanno procurato il soprannome di "sceriffo".Bersaglio preferito di Gentilini sono i clandestini: «Perdigiorno extracomunitari - c'è tra le sue frasi rimaste scolpite - bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim, pim, pim col fucile». Nel 2002 invocò le maniere forti per fermare gli sbarchi di immigrati. «Bisogna sparare sui gommoni e sulle carrette del mare - tuonò -. Logicamente non quando sono ancora piene di clandestini, ma sugli scafisti, anche con un colpo di bazooka, i gommoni vanno distrutti, perché, a un certo punto, bisogna puntare ad altezza d'uomo».Ma non sono di sole parole sono le battaglie del prosindaco. Con le sue ordinanze è passato anche ai fatti. Come quando nell'agosto 2004 anticipò alle 20 la chiusura dei phone center cittadini. Motivo? «La gente non ne può più - spiegò - questi luoghi diventano posti di ritrovo aperti fino a tardi, nei quali la gente si mette a bere o a cantare». E i fusi orari? «Gli extracomunitari si arrangeranno»..
da "l'unità ":
Treviso, il leghista Gentilini: «Pulizia etnica contro i culattoni»«Pulizia etnica contro i culattoni»: con parole durissime, il vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini ha dichiarato guerra ai gay che avrebbero trasformato il parcheggio di via dell'Ospedale in un luogo di incontro dove si consumano rapporti sessuali, suscitando le proteste degli abitanti della zona.Non nuovo a dichiarazioni razziste, lo "sceriffo" sindaco per due mandati e ora vice potente quanto prima, dopo immigrati e nomadi ora ha messo nel mirino gli omosessuali. «Darò subito disposizioni alla mia comandante (dei vigili urbani, ndr) affinché faccia pulizia etnica dei culattoni», ha detto ai microfoni di Rete Veneta l'ex sindaco sceriffo della Lega, riportano giovedì i quotidiani locali. «Devono andare in altri capoluoghi di regione che sono disposti ad accoglierli. Qui a Treviso non c'è nessuna possibilità per culattoni e simili».Gentilini - più volte protagonista di polemiche infuocate, l'ultima delle quali dopo il pestaggio dell'onorevole Wladimir Luxuria da parte della polizia russa - ha annunciato anche un "giro di vite" attraverso la video-sorveglianza per stroncare il via vai di "scambisti" denunciato dagli abitanti nel parcheggio "a luci rosse", dove è stata segnalata anche la presenza di prostitute.«Darò disposizione di rinforzare le telecamere. Ma a me interessa piuttosto fare i controlli mirati», ha detto ancora Gentilini. «Quando la mia polizia vigilerà per la zona ci sarà un "fuggi fuggi" generale».«Certo, il problema esiste», dice il sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo, che non trova nulla di scandaloso nelle espressioni usate dal suo predecessore e attuale vice che, sull'onda delle proteste degli abitanti contro il parcheggio trasformato in luogo d'incontro, arriva a dire: «Gay o non gay, il problema non è il linguaggio del prosindaco Gentilini ma il decoro pubblico». E ancora: «Ognuno ha la propria espressività e usare questi termini non politically correct, del resto, è la caratteristica specifica di Gentilini», sottolinea il sindaco. «È il suo modo di essere».«In questo caso si parla di decoro pubblico - continua - e noi cerchiamo di spostare gay, prostitute, coppie omosessuali o eterosessuali, fa lo stesso, che si scambiano effusioni sotto gli occhi di tanta gente». Ma per il sindaco di Treviso, questi non sono altro che palliativi, contro-misure necessarie ma non sufficienti: «Il problema è nazionale e infatti ci stiamo attivando perché venga cambiata la legge Merlin. Bisogna riaprire le case chiuse e creare quartieri a "luci rosse" come succede nel resto d'Europa: garantiscono protezione sanitaria e tasse pagate».Forte la reazione degli esponenti del mondo gay. «Gentilini ha violato palesemente la legge Mancino, ha commesso un reato e dovrebbe dimettersi». Lo ha detto Franco Grillini, deputato della Sinistra Democratica, commentando le parole di Gentilini.«Chi invoca la pulizia etnica - ha proseguito Grillini - ricade in un reato previsto dalla legge Mancino. Amato dovrebbe rimuoverlo immediatamente. Ci troviamo di fronte a un esponente della coalizione di centrodestra che dice cose becere, talmente becere che in Europa nemmeno Le Pen le pronuncerebbe mai».Grillini ha anticipato che l'Arcigay organizzerà una serie di manifestazioni di protesta a Treviso e spera in «una reazione adeguata dal mondo politico italiano, sempre pronto a sollevarsi per difendere le altre minoranze, ma non i gay» e una «richiesta corale di dimissioni».Per il presidente di Arcigay Aurelio Mancusa «le allucinanti omofobe dichiarazioni del vice sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, confermano quanto stiamo da tempo sostenendo, ovvero che è in atto una campagna d'odio verso le persone omosessuali. «La "pulizia etnica dei culattoni" lanciata da Gentilini - afferma Mancuso - ha bisogno di una risposta finalmente convinta da parte di tutte le istituzioni. Ci appelliamo al ministro degli interni affinché intervenga nei confronti di una amministrazione che incita alla violenza e all'odio, che non possono essere compatibili con il ruolo di rappresentanti di istituzioni locali». «La volontà espressa a chiare lettere di cacciare i gay dal comune di Treviso - conclude - non può essere tollerata e per questo chiediamo formalmente l'intervento di tutti gli organi dello Stato preposti al controllo, prevenzione e repressione di reati contro la libertà personale e collettiva delle persone omosessuali».Ma il procuratore di Treviso, Antonio Fojadelli, ha già dichiarato che non aprirà nessuna inchiesta. «Non è compito della magistratura intervenire su questioni di cattivo gusto». «Finchè si tratta di stravaganze - ha aggiunto Fojadelli - da parte nostra non esiste alcun obbligo a procedere, dato che un reato è qualcosa di previsto da una legge positiva e non è costruito su opinioni. Dal mio punto di vista - ha concluso - in questo caso non vedo alcuna istigazione all'odio nei confronti degli omosessuali».Il giorno dopo Gentilini prova a correggere il tiro. Riuscendoci poco o niente. «Io non ho nulla contro i gay, le prostitute, le lesbiche: ognuno è arbitro del proprio corpo. Non tollero però - ha detto Gentilini - che queste esibizioni amorose, o altro, avvengano nella provincia di Treviso. Pulizia etnica quindi significa tabula rasa»..
da "la repubblica":
Il sindaco di Treviso vuole espellere i magrebini che dormono al Duomo Gentilini agli immigrati: "Tolleranza zero" In serata in prefettura si trova una soluzione malgrado l'assenza del primo cittadinoMILANO - Tolleranza zero. A Treviso non c'è un centimetro di casa per gli immigrati. E non c'è un millimetro di margine di apertura nella posizione del sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, sulla vicenda degli immigrati che da giovedì scorso occupano il sagrato del Duomo dopo lo sfratto dalle case Ater che occupavano abusivamente. Intervistato da Radio Padania, Gentilini (esponente della Lega) ha ribadito punto per punto il suo secco "no" agli immigrati.Innanzitutto, alla riunione ancora in corso nella prefettura cittadina a cui partecipano sindacato, associazioni umanitarie, rappresentanti della curia, i sindaci e gli imprenditori dei comuni limitrofi in cui i magrebini lavorano, Gentilini non ci è andato, delegando all'assessore ai servizi sociali. Assente anche il presidente della provincia Luca Zaia, pure lui leghista. Malgrado la diserzione degli esponenti della Lega, la riunione si è conclusa in modo proficuo: è stata trovata una soluzione che tra appartamenti e dormitorio dell'ex caserma Piave darà nel giro di tre o quattro giorni un alloggio al 90% degli sfollati.Gentilini ha motivato la sua assenza all'incontro dicendo di aver "già ribadito che io non ho nemmeno un metro di abitazione da dare a queste persone che hanno infranto tutte le leggi, cercando di occupare abusivamente e di creare uno Stato nel mio Comune".Gentilini ha ripetuto di aver chiesto l'espulsione degli immigrati: "Ho chiesto che, in quanto violatori delle leggi dello Stato, siano rispediti ai loro Paesi perché qui non abbiamo case". "Io prima di tutto rispondo ai miei cittadini e poi, se ne avanza, agli altri. Queste forme di prevaricazione, di arroganza e di occupazione abusiva, anche dei sagrati delle chiese, sono una provocazione nei confronti di noi cittadini trevigiani che paghiamo le tasse, viviamo in pace, lavoriamo e non abbiamo queste mire espansionistiche di occupazione".Sul perché la vicenda di Treviso sia diventata un caso nazionale, Gentilini non ha dubbi: "Questa è una politica diretta e orchestrata dalle sinistre. Che però stranamente adesso si stanno ritirando perché hanno capito che la quasi totalità dei cittadini trevigiani sono per il sindaco e approvano cosa ha fatto il sindaco. Le sinistre ora stanno svicolando".A Treviso come è vissuta questa vicenda? "Sono tre giorni che giro per tutta la città - ha risposto l'esponente leghista - e ho soltanto espressioni di adesione a questa mia politica. I cittadini non vogliono inquinamenti, né prevaricazioni, non vogliono essere ridotti come il quartiere di San Lazzaro". Secondo Gentilini, a San Lazzaro, il quartiere di Treviso dove sono state abbattute le abitazioni in cui gli immigrati vivevano, "c'erano gli spacciatori e i gestori della prostituzione". Ora, invece, "San Lazzaro è felice che il sindaco sia intervenuto e abbia abbattuto quello sconcio che si era realizzato con l'occupazione abusiva. Anche gli extracomunitari devono mettersi in testa che noi non tolleriamo questo tipo di immigrazione".Quanto alla posizione espressa dalla Curia di Treviso, che non ha nascosto le sue critiche sui provvedimenti adottati dal comune, Gentilini ha così commentato: "Non so da che pulpito venga questa predica, ma io credo che sia difficile integrarsi fra religione cattolica e religione islamica. Noi non tolleriamo la prevaricazione, non vogliamo la sovrapposizione o l'inquinamento da parte di altre religioni, da parte di altre leggi. Noi siamo, come ho già avuto occasione di dire, la razza Piave: è una stirpe, che è stata onesta, lavoratrice e rispettosa delle leggi". La "razza Piave" per Gentilini "non ha mai pensato di andare nelle piazze o ad occupare le case degli svizzeri o dei francesi e dei belgi. Ecco dov'è la superiorità della razza Piave. Questo l'ho detto a tutti i livelli e vengo chiamato e tacciato di razzista. Sono convinto di avere interpretato la volontà dei miei cittadini".(26 agosto 2002).
da "la repubblica":
Due giovani militanti dell'estrema destra hanno lanciato una bottiglia contro il gruppo di extracomunitari sfrattati Treviso, skinhead aggrediscono presidio di immigrati al DuomoTREVISO - Situazione sempre più tesa a Treviso dove una trentina di extracomunitari magrebini dormono da due notti sotto il colonnato del Duomo dopo essere stati sfrattati dalle case Ater di Treviso. Stanotte alcuni giovani appartenenti ad organizzazioni di estrema destra li hanno aggrediti, intorno alle 3 della scorsa notte, con insulti razzisti e il lancio di una bottiglia. Gli sconosciuti, che sarebbero stati anche ripresi da un video amatoriale, sono poi fuggiti all'arrivo della polizia.La questura di Treviso conferma l'episodio precisando, però, che gli skinhead responsabili dell'azione sarebbero stati soltanto due - e non otto come segnalato dagli stranieri aggrediti - e che sarebbe stato effettuato il lancio di una sola bottiglia di birra vuota, oggetto che non ha colpito nessuno.Il gruppo "M21", che da due giorni sostiene gli immigrati sfrattati, una trentina circa, tra cui donne e bambini, accusa la polizia di aver impiegato decine di uomini per eseguire lo sfratto e presidiare piazza Duomo e invece era assente la scorsa notte. La questura di Treviso replica decidendo per una vigilanza fissa, operativa fin dalle prime ore di questa mattina grazie anche all'aumento del numero di personale della sicurezza.La situazione, dopo due giorni di estenuanti trattative che coinvolgono Comune e Prefettura, associazioni umanitarie della provincia, ma anche i giovani dei centri sociali, si fa sempre più difficile. Ieri sera è fallita una prima fase della trattativa con gli occupanti: Caritas e rappresentanti del coordinamento "Fratelli d'Italia", ente che riunisce tutte le associazioni sociali della provincia, avevano offerto di pagare agli immigrati alcune notti in albergo in attesa di una più consona sistemazione. I magrebini non hanno accettato e hanno preferito tornare a dormire davanti alla cattedrale.Sono moltissime le polemiche anche da parte delle forze politiche: da sinistra si accusa il Comune leghista di assenteismo - il sindaco Giancarlo Gentilini ha dichiarato che "la faccenda non è di sua competenza" - la stessa Lega invece preme perché si intervenga per un immediato sgombero del Duomo.Tra gli immigrati che protestano, c'è anche l'attore trevigiano Marco Paolini che sta parlando con gli occupanti. Le intenzioni dei magrebini sono quelle di non desistere dalla protesta portandola avanti almeno fino a domattina, domenica, quando il Duomo si dovrebbe riempire di fedeli per la messa.Le operazioni di sgombero hanno riguardato complessivamente otto immobili di proprietà dell'Azienda territoriale per l'edilizia popolare situate presso Borgo Venezia, all'interno dei quali vivevano 21 nuclei familiari, per un totale di 75 extracomunitari, una ventina dei quali di minore età . Per la Prefettura le case erano state occupate abusivamente da oltre un anno e fatte sgomberare e demolite il 22 agosto scorso. Sull'area dove sorgono gli alloggi demoliti, viene sottolineato dalla Prefettura, era prevista la realizzazione di un piano di recupero "già da tempo bloccato proprio a causa delle occupazioni, con grave pregiudizio delle condizioni complessive di vivibilità dei residenti nella zona".(24 agosto 2002).