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Monopoli

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..Monopoli (49.593 abitanti) è una città in provincia di Bari.Le origini Nel 1700 Monopoli (dal greco monos-polis, che significa "città unica", singolare) era un villaggio, probabilmente chiamato Dyria dagli autoctoni peuceti, che, come tanti nella Puglia Peucezia, doveva far da corona a Egnazia, emporium dell'Adriatico. Il suo territorio doveva essere abitanto già XXV secoli prima della nascita di Cristo, come testimoniato da alcuni scavi nel centro storico di carattere messapico. L'etimo di Monopoli, nella sua accezione letterale di "città unica", probabilmente fu coniato dopo il confluire, verso nord, degli abitanti di Egnazia, distrutta da Totila - re dei Goti o, in alternativa, dall'approdo di marinai siracusani stupitisi di aver incontrato solo un porto nel tratto Siponto - Brindisi. Rimase per anni sotto il controllo di Bisanzio, dapprima con Maurizio di Bisanzio in seguito con i suoi successori.L'alto Medioevo Con Basilio II di Bisanzio risulta essere già porto sicuro tra Bari e Brindisi. Nel settembre del 1042 la città, baronia di Ugo Tutabovi, subì la distruzione per opera di Giorgio Maniace, inviato in Italia meridionale per fronteggiare l’offensiva normanna. La distruzione della città causò la diaspora degli abitanti che si rifugiarono nelle campagne circostanti dando vita al casale rupestre lungo le lame circostanti il centro abitato. Tra i sistemi difensivi costruiti sulla costa, attorno l'anno 1000, rientrava anche il castello di Santo Stefano, fondato nel 1086 da Goffredo il Normanno, Conte di Conversano e figlio di Tancredi di Sicilia. Interessante è la vicenda storica legata all'approdo dell'icona bizantina della Madonna della Madia il 16 dicembre 1117, mentre era vescovo della città Romualdo, in un periodo in cui il tetto della erigenda nuova Cattedrale di Monopoli non poteva essere completato per mancanza di denaro; le insistenti esortazioni del vescovo Romualdo ai cittadini affinché pregassero la Madonna di aiutarli a completare la chiesa scaturirono nel miracoloso approdo dell'Odegitria, che ancora oggi è la potettrice della città, appunto la Madonna della Madia; l'icona giunse a Monopoli all'alba del 16 dicembre 1117, trasportata da una zattera di travi, che costituirono la copertura del tetto della chiesa. In seguito a questo evento miracoloso la nuova Cattedrale, inizialmente dedicata ai santi Maia e Mercurio, fu intitolata alla Madonna della Madia.Le crociate Durante le Crociate Monopoli fu partenza e arrivo da e per il vicino oriente, a testimonianza di ciò vi è l’Ospedale Gerosolimitano presente nel centro storico ed un solo documento, del 1292, che attesta la presenza stabile dei Templari in questa città. Pare, infatti, che i quest'ultimi godettero, per molti anni, di una propria domus che ricevette cospicue donazioni e che le consentirono di ingrandirsi notevolmente in tempi brevi. I confini monopolitani erano vastissimi già nel XIV secolo. Raggiungevano i limiti della città di Brindisi in direzione sud, non esistendovi ancora allora centri abbastanza popolosi da intaccarne il predominio. Sotto l'influenza cittadina vi era, ad esempio, il casale di Cisturninum, l'attuale Cisternino, nominato per la prima volta in una bolla del 1180 allor'quando il Papa Alessandro III inviò a Stefano, vescovo di Monopoli, una missiva confermando l'appartenenza ecclesiam Santi Nicolai de Cisternino cum Casali suo, ecclesiam S.Maria de Berni cum casali suo. Parimenti, verso l’interno murgiano Monopoli estendeva il suo predominio sino ai confini del principato di Taranto. L’attuale Locorotondo era infatti, nel 1195, parte integrante del feudo del Monastero benedettino di Santo Stefano di Monopoli. Al 1495 il territorio monopolitano si estendeva così dalla antica stazione postale romana, Dertum, a nord della città, fino alle propaggini di Ostuni in direzione sud, incluedendo l'attuale Locorotondo ad ovest.Il basso Medioevo Con la dominazione veneziana, attraverso il proverbiale dividi et impera, Monopoli perderà molta della sua influenza. Le vicissitudini belliche, infatti, costrinsero gruppi di popolazione a trasferirsi verso l'interno. Le nuove popolazioni rivitalizzarono così i nuclei abitati più antichi creandone anche di nuovi. Nel 1378 il territorio monopolitano fu devastato dai bretoni di Giovanni Acuto sostenitore dell' antipapa Clemente VII. Così l'anarchia dei grandi feudatari, la destabilizzazione dei poteri politici e religiosi, le pestilenze e l'anarchia portarono desolazione nelle campagne e l'abbandono dei casali. Nel Febbraio del 1401 Francesco Orsini ottiene in pegno dal re di Napoli Ladislao d'Angiò la città per un prestito di 10000 ducati;Questo periodo di disordine e di confusione politica terminò con la caduta del regime angioino e l'avvento della denominazione aragonese nel 1442. Nel 1484, con l'arrivo dei Veneziani, cominciò per essa un periodo di notevole crescita economica, dovuta in particolar modo allo sviluppo delle attività del suo porto, situato in posizione strategica e considerato unico rifugio sicuro ed attrezzato fra Bari e Brindisi, nonché sbocco di un vasto retroterra, ricco di prodotti richiesti su mercati esteri (olio, mandorle, carrube, vino) e centro importatore di numerose altre merci. Nel 1495 Ferdinando II scacciò da Napoli Carlo VIII, ma dovette cedere a Venezia, in cambio dell’aiuto ricevuto, numerose città marinare della Puglia come Trani, la stessa Monopoli, Brindisi, Otranto e Gallipoli. È del 1530, con il concludersi della dominazione veneziana, il tentativo di trasformare Monopoli in Baronia o Marchesato; tentativo frustrato dalla decisa opposizione del popolo monopolitano che volle riscattarsi, pagando all'Imperatore 51.000 ducati d'oro.Monopoli per la sua importanza strategica ed economica e per ricchezza di territorio, rappresentava una preda appetibile per l'Impero Ottomano. Per queste ragioni l'Università (comune) di Monopoli potenziò il proprio sistema difensivo creando una cinta muraria simile ad una vera e propria fortezza e dislocando sulla costa una serie di torri di avvistamento per far fronte agli attacchi provenienti dal mare. Per proteggere i beni e le vite dei cittadini a prezzo di grossi sacrifici finanziari anche le esigenze di spazio, evidentissime nei periodi di espansione demografica, venivano sacrificate rispetto alle prioritarie necessità di ordine difensivo. Una testimonianza di ciò la fornisce, postuma, nel 1767 Johann Hermann Von Riedesel, viaggiatore tedesco corrispondente del Winckelmann, il quale attirato dalla bellezza della città e dal suo pittoresco porto, si inoltrò tra i vicoli della congestionata Monopoli, ma l'esperienza non positiva lo portò a definire la città nel suo libro Nella Puglia del settecento, come spaventevole per il gran numero di gente che la popolava, quasi diecimila anime. È del 1543 l'intento di Pietro Strozzi, signore di Firenze, di ordire una trama per sorprendere la città di Monopoli con le galee turche: questa venne sventata dal duca di Toscana per mezzo di un infiltrato inseritosi al suo seguito che pronta ne fece comunicazione con il viceré di Napoli don Pietro di Toledo. Ridiventata città libera sotto il governo spagnolo, nel 1545, sempre con pubblico denaro, Monopoli ampliò le sue mura di cinta e nel 1552 fu ingrandito e restaurato l'antico Castello costiero di Enrico IV e Federico II, ad opera del marchese don Ferrante Loffredo su ordine di Carlo V.Il XVI secolo monopolitano Monopoli, nel Dicembre del 1528, veniva cinta d'assedio da Alfonso d'Avalos, Marchese di Vasto. Nell'assedio della città crollarono 2 dei 3 campanili dell'erigenda cattedrale. Alla difesa della città presero parte Giulio da Montebello, Riccardo da Pitigliano, Luigi Matafari, Comino Frasina ed Orazio di Carpegna, i quali ponendo un agguato nei pressi di Fasano a Galeotto Fonseca obbligarono le forze del Marchese del Vasto a ritirarsi in una chiesa vicino alla città: costoro si arressero dopo poco e vennero condotti prigionieri a Monopoli nel numero di 270 fanti e 36 cavalli, con 3 capitani di fanti (2 spagnoli ed uno napoletano) e 2 capitani di stradiotti. Nel combattimento furono uccisi fra gli imperiali 40 uomini, contro uno solo veneziano. Nel marzo successivo ancora un assedio alla città di Monopoli, sempre ad opera di Alfonso d’Avalos, con 4000 fanti spagnoli e 2000 italiani con 12 pezzi di artiglieria. Alla difesa della città questa volta accorse nuovamente Camillo Orsini, Marchese di Atripalda e di Montefredane. Da Barletta arrivarono via mare, in soccorso, 500 fanti, affinché la città potesse resistere all'assalto del marchese del Marchese del Vasto forte di 4000 fanti spagnoli, di 2000 italiani e di 12 pezzi di artiglieria. Camillo Orsini si distinse subito per la sua energica azione lavorando giorno e notte con i soldati e gli abitanti al rafforzamento delle opere difensive. Fece costruire una falsa porta sulle mura e vi fece calare un ponte sul fossato sul quale passano 50/60 uomini. Costoro assalirono le trincee nemiche e vi uccisero molti guastatori e fanti spagnoli di guardia. Fece costruire altre due false porte, dalle quali scendono i fanti veneziani, per condurre numerose scaramucce che terminarono con l'uccisione di diversi avversari. Da Barletta arrivarono dopo 7 giorni, in rinforzo, altri 600 fanti agli ordini di Giovanni Caracciolo: l'Orsini poté così continuare nei lavori di rafforzamento delle difese cittadine. Gli imperiali, dopo un intenso fuoco di artiglieria (366 colpi), condussero un attacco che provocò loro la perdita di 500/1000 uomini (di cui un centinaio uccisi nelle trincee con i cosiddetti "fuochi artificiati") e la rottura di 3 cannoni. L'Orsini chiese, per cui, un aumento della sua condotta e la richiesta venne caldeggiata dalla stessa popolazione. Gli imperiali principiarono così la costruzione di una nuova trincea verso la porta vecchia. L'Orsini fece edificare a sua volta una trincea per ostacolare i guastatori nemici nell' avvicinamento al fossato. Continuò i suoi attacchi alle postazioni avversarie come quello condotto da Paolo Antonio da Ferrara e da Angelo Santo Corso, che causò nuove perdite alle milizie del d'Avalos. Dopo qualche giorno vi fu una nuova sortita di 100 fanti armati di "trombe di fuoco" dalla parte delle Pignate: un incendio divorò gli appostamenti nemici ed fu vanificato il lavoro di un mese. Gli imperiali, visti inutili i propri sforzi, abbandonarono il terreno e si trasferirono a Conversano. Con il cessare del pericolo, sorsero disordini in città determinati dalla mancanza di rifornimenti e dal cronico ritardo delle paghe. Saccheggiati due magazzini, l'Orsini fece subito impiccare due uomini che rei al fatto. Con il Caracciolo, convocò tutti i capitani ed prese la decisione di rinviare a Barletta gli scontenti; imbarcatosi su una galea per Barletta il con il quale si lamentò del comportamento dei fanti francesi; subito dopo si spostò a Monopoli ed a Trani alarruolare altri 600 fanti già al soldo dei francesi al fine di assicurare la stabilità alla piazza monopolitana. Nel novembre del 1529 Venezia firmò la pace con Carlo V, consegnando all'Imperatore le città di Monopoli, Barletta e Trani. Nel 1530 Monopoli viene ceduta da Venezia a Carlo V. Nella città entrarono così gli imperiali spagnoli. Tra di essi Diego Borrassa o Borrassà, nobile di Valencia, cui viene affidato il comando della piazza monopolitana.Ridiventata città libera sotto il governo spagnolo, nel 1545, sempre con pubblico denaro, Monopoli ampliò le sue mura di cinta e nel 1552 fu ingrandito e restaurato l'antico Castello costiero di Enrico IV e Federico II, ad opera del marchese don Ferrante Loffredo su ordine di Carlo V.L'era moderna ed il recente passato Alla dominazione spagnola che si concluse nel 1713 subentrò quella austriaca che terminò nel 1734, quando i Borboni si insediarono a Napoli per cingere la corona meridionale. Successivamente la città seguì tutte le vicissitudini che interessarono il Regno di Napoli, fino a quando nel 1860 fu annessa al regno d'Italia, seguendo le sorti di tutta la nazione.Durante la Prima guerra mondiale la Città di Monopoli si estendeva fino ai bordi dell'attuale snodo ferroviario, ossia ben 2 km dalla costa in direzione sud-ovest. Vi furono due bombardamenti da mare nel 1916 che produssero ingenti danni alle arterie comunicazionali municipali facendo registrare anche un morto. Divenuta parte integrante del regime fascista, durante il secondo conflitto bellico, Monopoli vide la presenza, nei quartieri della città, delle milizie naziste tedesche. Avevano il controllo della stazione, del IV Deposito Carburante dell'allora Regio Esercito Italiano, nonché del porto ma non delle prinicipali vie d'accesso al centro urbano, a causa del loro esiguo numero.In seguito ai fatti dell'8 Settembre del '43 i tedeschi si diedero alla fuga mentre su Monopoli, sino a quel giorno, erano imperversati i bombardamenti aerei delle truppe alleate provocando distruzioni, morti e miracoli ad opera della protettrice cittadina, la Madonna della Madia. Ottenuto lo status di cobelligerante, il Regio Esercito Italiano riottenne il controllo della città sotto l'egida del Comando di guerra inglese per il sud Italia. Il comando alleato in Monopoli fu sede, nel 1944, del corso di Sabotaggio per il Servizio Operativo Organizzato dalla Special Force N° 1. La popolazione monopolitana non fraternizzò mai a pieno titolo con il comando e con le truppe inglesi presenti in Città: poco prima dell'abbandono del Comune da parte del comando inglese, nel Palazzo di Città, fu indetto un gran ballo riparatore tra i militari d'oltremanica e la parte più ricca della città di Monopoli. Data la presenza in città, nei giorni a ridosso dell'armistizio, di residui delle truppe tedesche, il trasferimento della Capitale del Regno d'Italia non fu trasferita a Monopoli. Il marconista presente sulla nave che conduceva lungo la costa adriatica la reggenza fuggente provò a contattare i porti di Barletta, Molfetta, Bari, Mola di Bari e Monopoli stesso, ma la risposta ricevuta fu che tutti erano in mano alle truppe tedesche; l'attracco fu così effettuato nel porto di Brindisi con la nomina della stessa a capitale pro tempore. A seguito del secondo conflitto la città di Monopoli seguirà le sorti del resto dello Stato, divenendo encalve democristiana prima e in seguito segno tangibile della regola dell'alternanza politica.Si suppone che la municipalità di Monopoli raggiunga entro Dicembre 2007 il numero di 50.000 abitanti residenti.

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Posted by on Sun, 30 Mar 2008 07:27:00 GMT