DICONO DI NOI:Ritornando ai gruppi,gusti personali a parte, posso dire che tecnicamente e qualitativamente il Databand ha mostrato un fetta delle migliori band della martesana, molte delle quali non conoscevo e che sono felice di aver potuto ascoltare e apprezzare.
A parte le band già menzionate mi hanno impressionata positivamente i Nergal e i Guelder Rose.
Parto subito col dire che il genere di musica che fanno i Nergal non è assolutamente uno dei miei preferiti, ma
ascoltando questi ragazzi devo dire che gli attimi di pelle d'oca li ho avuti anch'io...Citazione di Pulp Fiction a parte (che ho cmq apprezzato tantissimo) hanno saputo creare in me un senso d'ansia e piacere allo stesso tempo. Il loro è un genere che o ami o odii,ma che nonstante tutto andrebbe ascoltato attentamente e capito (preconcetti a parte,che si sà chi non conosce il genere ha).Ad esibirsi per ultimi sono stati i Nergal: un gruppo di autentici cultori del metal più estremo che, pur essendo equipaggiati solo di chitarra, basso e batteria semplice, danno vita a pezzi lenti ma violenti, in cui si ritrovano paesaggi infernali e cupe atmosfere. Indiscutibile è la tecnica dei tre musicisti, così come quella del cantante, il cui growl molesto da voce a una vera e propria messa nera, interrotta di tanto in tanto da suggestivi assoli di chitarra e da pregevoli giri di basso e di batteria. Un vero peccato che il tempo a loro disposizione non sia stato sufficiente a terminare un’ottima prestazione: infatti, allo scadere dei trenta minuti, sono stati brutalmente interrotti, scatenando l’ira funesta del frontman, il quale, a sua volta, si è categoricamente rifiutato di concedermi un’intervista.
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