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Macro - Sprawl Project
testo di Mara De Falco
Interdisciplinare e interstiziale. Così può definirsi la ricerca di Macro. Con un ampio range di media l’artista esplora esternazioni corporee e comportamentali estreme e il loro farsi codice comunicativo nel momento in cui un gruppo si riconosce in esse e le trasforma in simbolo d’appartenenza. Sprawl Project è un’indagine in progress su fenomeni come il tattoo, il piercing, la scarificazione, il bondage, il rave, l’erotismo spinto, lo sport estremo in quanto territori d’azione paragonabili alle zone sprawl. Prendendo in prestito la terminologia urbanistica esse si configurano come momenti d’attraversamento, di espansione, di sconfinamento repentino e disordinato che similmente alle modalità di crescita delle moderne metropoli rappresentano i mutamenti dell’intero tessuto sociale, divenuto ormai elastico e permeabile, in altri termini: liquido. Nelle due serie fotografiche Screamid e Hangloos Beach e nel video Pornocracy sono analizzati rispettivamente il tattooing, il surfing e la pornografia. Tutte esperienze primarie liminali e liminoidi, intese come passaggi rituali, come iniziazioni ad ulteriori fasi di un’esistenza frammentaria e composita. Sintesi del dinamico trapasso dall’individuo al multi-viduo, caratteristico della fluidità culturale in cui siamo immessi.
Sprawl Project #001
Sprawl è un termine di derivazione anglosassone che indica una rapida e disordinata crescita di aree di recente espansione e sottoposte a continui mutamenti. Questa definizione è applicabile non solo all’urbanistica ma anche all’antropologia, inquadrando così le ultime generazioni di esseri liminali e/o liminoidi, ossia tutti coloro che vivono ai margini o al di là dei legami e dei codici convenzionali. Protagonisti di una cultura ormai (in)definibile come exterminata, nel senso di non terminata ma in continua evoluzione fluida, liquida, contaminata e sperimentale. A fronte della dissipazione sociale, si afferma, cresce e diffonde – frammentandosi e riassemblandosi – la metropoli comunicazionale, abitata per l’appunto da entità liminali alla ricerca di esperienze primarie.
Tale frammentazione anziché essere vista con orrore, disgrazia e rimpianto, per la sua “estrema†differenza con la compattezza unitaria e identitaria del sociale, è percepita al contrario come una decisiva trama di liberazioni possibili, per sperimentazioni nei e tra i linguaggi. Occasione per smuovere i significanti statici e, come un trickster*, […] sfidare i concetti di identità , generi, specie, oridini, transitando e rimescolando tutto e tutti, come una potente ecologia della mente che non cerca comunicazioni universali, ma al contrario disordinazioni erotiche, basso-corporee, alimentari, eccessi di ogni tipo e in ogni parte del corpo […] divulgando così la filosofia dello “scetticismo costruttivoâ€.
Bibliografia:
Wikipedia:*Nella mitologia, nella religione e nello studio del folklore il trickster è una divinità , essere spirituale, uomo, donna o animale antropomorfico, lussurioso e vorace, abile nell'imbroglio e caratterizzato da una condotta amorale. In forma umana viene spesso raffigurato come un maschio, che a volte può anche assumere caratteristiche femminili, dotato di abnormi parti anatomiche, come narici, orecchie, bocca, ano, etc.
Massimo Canevacci, Culture Extreme (2000)
Victor Turner, Liminalità e Communitas, Il processo rituale (1969)
MACRO
NEW!
Daniela Gervasi_Burlesque Starlette, 2009
ScreAmid_Series