Guardavo i suoi piedi muoversi con eleganza, mentre tutti non facevano che seguire con lo sguardo i cerchi e le linee disegnate nell’aria dalle mani affusolate. Sembrava voler dare senso scenico alle note e alle parole.
I piedi invece danzavano liberi e indiscreti, scivolavano appena sulle sottili gambe del piccolo sgabello di legno e non si curavano troppo di attirare l’attenzione.
Rapito, descriveva con la musica i paesaggi solo suoi e potevo vederlo passeggiare lentamente per i prati, potevo vedere il mare nel vuoto in cui si perdevano i suoi occhi.
La melodia accompagnava gentile lo sguardo socchiuso e le sopracciglia concentrate e intanto la fronte movente lasciava intravedere i segni della sua teatralità .
Ascoltavo le note e mi cullavo nell’aria...
Non andava da solo, mi portava con sè.