About Me
I Dead Poets Society fanno si musica (anche) ma non sono un "gruppo" come comunemente lo intendiamo.
La Storia vuole che i Dead Poets Society nascano una notte durante una seduta di letture di poesie sorta casualmente.
Essendo Firenze una città meravigliosa (di cui tutti i poeti sono ampiamente innamorati) ma priva di possibili "svaghi", intrattenimenti, o possibilità di "evasione artistica/espressiva, le serate fredde d'inverno si trasformavano in lunghi ed errabondi vagabondaggi senza meta, a fianco dell'esodo di "carni eterogenee multirazziali" in cerca di calore "umano" in qualche bettola o discoteca squallida gratis; pur di non finire assiderati e morire di convulsioni o di geloni, un giorno uno di loro si ricordò di un vecchio amico "asceta", che nonostante la giovane età non amava uscire molto ma che spendeva le proprie serate all'insegna di letture, balli e musica nel proprio castello nella periferia della città .
Così una sera suonarono il suo campanello e lui li invitò tutti a partecipare ad una lettura che si stava tenendo nella sua cantina.
Ammaliati dalla vista di tante ricchezze e splendori che si nascondevano tra le segrete di quel castello, come tesori della mente, i "fuggitivi" decisero di farvi ritorno pochi giorni dopo. Ognuno portò con se qualcosa da aggiungere di personale al ritrovo.(Bisogna ricordare che tutti i partecipanti sono principalemente e in maggioranza musicisti o cultori di buona musica e quindi le arti maggiori sono la musica e la poesia/letteratura).
Nella cantina del vecchio "palazzo bruciato" durante quell'incontro incontro notturno inizialmente concepito come un invito a una jam-session, dopo ore e ore di graduali "scambi" artistici si arrivò ad un finale tribale in cui i presenti erano riusciti a fondere ognuno nel suo campo le proprie potenzialità artistiche.
I presenti decisero che quello sarebbe stato il loro comune luogo di ritrovo per le loro "seratine" all'insegna della poesia, della pittura ,della musica, del teatro, dell'alcol e delle fumanze, da quelle più sobrie (tabaccanze di importazione clandestina) a quelle più raffinate (pipe, e narghilèè di ogni forma e specie).
Ritrovandosi ognuno prende posto nella sua poltroncina che è disposta in circolo e fumando e rilassandosi qualcuno inizia a leggere qualcosa o a suonare qualcosa; gli altri come magicamente inspirati dalle fumanze e dai sapori di squisitezze orientali si aggiungono come per magia; all'improvviso qualcuno inizia a recitare qualcuno inizia a suonare delle percussioni e piano piano magicamente il tutto si amalgama.
Le sedute iniziarono ad essere registrate piano piano, per curiosità .
Si accorsero riascoltando i nastri alla luce del giorno che a tratti tra le ore di registrazioni per la maggiorparte disomogenee e confusionali, spuntavano momenti in cui si creava una perfetta armonia e simbiosi tra tutti quanti e come suonava era incredibilmente meraviglioso.
Al momento nessuna di queste registrazioni è riutilizzabile ma dai prossimi giorno le sedute avverranno sotto microfonazioni speciali e forse in futuro anche video.
Presto sarà possibile sentire cosa accade nelle cantine.
Non esistono canzoni o cose del genere, ma temi armonie, pezzi di cantato, assoli, improvvisazioni, poesie recitate, parti gridate, dialoghi tra i presenti, tutto mischiato.
I piani sono quelli di far nascere dei pezzi con un filo conduttore che li leghi tra loro.
Ovviamente niente di tutto ciò è riproducibile dal vivo, nè è intenzione del "gruppo" farlo.
Dal Vivo i Dead Poets Society non sono che alcuni di loro che improvvisano o suonano qualche pezzo loro o di altri progetti.
A breve verranno inserite foto, documntazioni, un "DIario del Sale" delle serate, video, e degli spezzoni di musica.
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