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Salerno Rockin’it : Un momento di crescita personale e scambio culturale.Un’atmosfera di grande festa ha immerso le manifestazioni che hanno visto protagonisti i writers provenienti da ogni parte dello stivale. Ma quali sono gli aspetti emersi da un’osservazione attenta? Certamente, dall’interno dell’organizzazione molte sfaccettature interessanti dell’evento sono sfuggite, dunque quali sono state le impressioni del “pubblico” ? Il primo aspetto sul quale focalizzare l’attenzione è stato la disposizione delle varie crew. Com’è stata operata? La scelta, a detta degli organizzatori, nasceva dal desiderio di dare risposta ad un interrogativo: come sarebbe stata la “convivenza” tra un writer milanese e un writer casertano? Dunque lo scopo era quello di comprendere se una grande passione, quella per il writing, potesse essere uno strumento in grado di abbattere razzismo e pregiudizi comunemente riscontrabili tra giovani di diverse parti d’Italia. Quante volte infatti si percepiscono anche solo nei discorsi atteggiamenti di ostilità tra meridionali e settentrionali, causati da sostanziali intolleranze riguardanti le rispettive mentalità. Ebbene, col senno del poi, sembra che questa “rudimentale sperimentazione” abbia dato esiti positivi. Alla domanda “può un muro abbattere muri?” , dunque, la risposta è parsa pressoché affermativa. Non sfuggiva all’occhio attento che fianco a fianco dipingevano casertani e milanesi, Fiorentini e Catanesi con serenità e solidarietà. E’ pertanto possibile definire l’evento “jam” un momento di aggregazione e di scambio, ove le differenze culturali e anche stilistiche per ciò che concerne propriamente i lavori sono valorizzate piuttosto che appiattite. La vicinanza effettiva degli artisti, dovuta al fatto che materialmente lo spazio a disposizione sul quale dipingere era poco, ha costretto i ragazzi a “stringersi”, a dipingere l’uno sull’altro. Tutto ciò ha permesso ancor più di rendere reali conoscenze talvolta esclusivamente virtuali. Lo scopo della manifestazione, di pura riqualificazione urbana di un quartiere periferico, ha permesso di tenere lontano lo spirito competitivo. E’ chiaro che tutti i writers si sono sentiti a priori i “numeri uno” in quanto sono stati scelti e selezionati accuratamente all’interno di un vasto panorama italiano e già per questo motivo ognuno ha dato il meglio di sè. In presenza di una competizione, invece, si sarebbe respirata aria diversa, astio e rivalità. Dunque, lo spirito di aggregazione cui tendeva l’iniziativa si sarebbe dileguato, dando vita a una rivalità che non piace. E ogni “perdente”, nel suo viaggio di ritorno verso casa, avrebbe rimuginato, denigrando l’evento. Questo non è avvenuto e i Writerz aspettano con ansia una nuova manifestazione dove potersi incontrare ed esprimersi artisticamente.L’impatto che l’evento ha avuto sulle persone del posto è stato per lo più positivo. Si sono presentate in massa persone di ogni età, giovani appassionati di cultura alternativa, anziani, famiglie. Insomma sono passate in via Maiuri (SALERNO)circa 500 persone, , una gallerista di Roma (che cura il sito internet www.lasciailsegno.it) e un numero ingente di writers (non partecipanti attivamente) accorsi da gran parte d’Italia semplicemente al fine di guardare gli artisti all’opera. Nonostante lo scetticismo iniziale (frutto del luogo comune che assimila il Writing al vandalismo), dovuto alla vera e propria ignoranza intesa come “non conoscenza” del fenomeno , quasi nessun passante si è rivelato contrario all’iniziativa e in molti hanno compreso in maniera tangibile la vera differenza tra artisti di strada e vandali. I passanti di tutte le età si fermavano a guardare i ragazzi all’opera, quasi incantati dai colori e dalla luce nuova che emanava quel muro. Un tocco di colore non ha potuto che valorizzare il grigio di quella zona e la maggior parte degli abitanti adesso ne è più che convinta.TESTO DI: Tedesco Marika in collaborazione con Luca Forte

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