Male
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Dogville
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17/10/2009
Lettera a Cacciari
Signor Sindaco, un giorno lei mi ha chiesto com’è adesso la situazione in Afghanistan. Lì così su due piedi non ho trovato una risposta adatta.
Non volevo ripetere sempre le stesse cose, perché la situazione oggi in Afghanistan è molto di più che una guerra, un migliaio di ONG e qualche foto di talebani e forze alleate.
Ma come si fa a spiegare le mille cose che mi passano per la testa: la mia gente, gli occhi pieni di speranza, le promesse e i continui paradossi a cui non so dare risposta. Mi sono vergognato e ho solo sorriso abbassando gli occhi.
Solo oggi, parlando al telefono col padre di Zaher, ho sentito il dovere di rispondere a quella domanda rimasta in sospeso.
Lui affrontando con coraggio la situazione mi diceva: “che Dio perdoni me e gli altri, perché lo abbiamo ucciso con le nostre stesse mani: io e i miei coetanei qui in Afghanistan, che abbiamo creato solo un ambiente di guerra in cui nessuna possibilità è lasciata ai giovani; coloro che lo hanno accolto perché hanno fatto in modo che per cercare salvezza si dovesse infilare sotto un camionâ€. Io che ho la “fortuna†di essere in Europa, invidiato da migliaia di giovani illusi, li vedo ogni giorno arrivare chiedendo aiuto. So cosa cercano; so da cosa scappano; so quale prezzo devono pagare e mi chiedo sempre più ossessivamente “perchéâ€.
Signor Sindaco, la situazione oggi in Afghanistan è quella di un Paese in cui la gente non può essere altro che burattino o complice; un Paese da cui i ragazzi più bravi e volenterosi capiscono che devono fuggire; ma dove? A che prezzo?
“Signor Sindaco, la situazione oggi in Afghanistan è un ragazzo di 13 anni morto sotto un camion a Venezia per eludere il controllo di chi avrebbe dovuto offrigli asiloâ€.
Ecco cosa avrei dovuto rispondere
( Hamed Mohamad Karim, regista afghano e rifugiato politico )
Quote of the night
L'italiano è il più adatto alla sopravvivenza, in un mondo che si avvia verso la volgarità , perché è il più disponibile alle novità e le adotta subito.
Conserva invece le più volgari.
Il fascismo conviene agli Italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità .
Il fascismo è demagogico ma padronale retorico, xenofobo, odiatore di cultura, spregiatore della libertà e della giustizia oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli « altri » le cause della sua impotenza o sconfitta.
Il fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista.
Non ama la Natura, perché identifica la natura nella vita di campagna, cioè nella vita dei servi; ma è cafone, cioè ha le spocchie del servo arricchito.
Odia gli animali, non ha senso dell’arte non ama la solitudine, né rispetta il vicino, il quale d’altronde non rispetta lui.
Non ama l’amore, ma il possesso.
Non ha senso religioso, ma vede nella religione il baluardo per impedire agli altri l’ascesa al potere.
Intimamente crede in dio, ma come ente col quale ha stabilito un concordato, do ut des.
È superstizioso, vuoi essere libero di fare quel che gli pare, specialmente se a danno o a fastidio degli altri.
Il fascista è disposto a tutto purché gli si conceda che lui è il padrone, il padre.
Le madri sono generalmente fasciste.
( E.F., Il diario degli errori )
Ella era mi sueño, la pasión, la vida, toda
Pina riusciva a essere circondata sempre da un alone di soggezione. Non perchè fosse una donna rigida, ma perchè era un'artista grande, anche nel quotidiano. Sentivi che avevi davanti a te qualcuno di profondamente libero, come un bambino.
L'ultima volta, a Parigi, le consigliai di andare da un medico. Aveva problemi di respirazione, ma si arrabbiò moltissimo. Siamo rimasti a parlare a lungo e le ho detto delle cose che non le avevo mai confessato. Anche che avevo preso quel suo atteggiamento di insicurezza sul mondo. Pina diceva sempre " Non so...". Quando glielo ricordavo, ripeteva che, in effetti, ci sono cose così grosse di cui non possiamo sapere proprio nulla. Quel giorno mi ha detto una frase molto bella :" Io e te siamo vicini, cerchiamo entrambi la verità ".
Le sue ultimissime parole? " La prossima volta non mi consigliare di andare dal medico. Al limite, se vieni con un dottore molto bello e affascinante potrei ricredermi...", aveva scherzato.
Per me, la sua morte è stata come perdere una gamba, lei è stata una parte importante della mia vita. Certo, adesso si parlerà di tutto ciò che ha rappresentato nel teatro, nell'arte. Ma io mi chiedo: come farò a non rivederla più? Mi sembra impossibile. I grandi maestri sono scomparsi, l'arte è tutta una rappresentazione, c'è un momento di vuoto e una nostalgia di un passato che riguarda tutto, anche la politica. Ci sembra di ricordare i tempi degli ideali, delle passioni, i tempi di lotta e dell'arte. Insomma, i tempi di Pina Bausch. Ma lei non tornerà .
( P. Delbono, Ricordo di Pina Bausch )
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