About Me
Delle varie sfumature, qui, quella poetica...
SoundPoetry in My Mood
Ci buttammo sul poetico
perché il concreto era già occupato...
Ascolta...
Testi e voce su versioni strumentali remixate, mischiate, stragiate di: Marlene Kuntz, FAB, Matteo Cola, NCB, Vanessa Van Basten, La Crus, Le cose dei Licianni, Simone Pelliconi detto Mone ed altri amici. Li ringrazio perché mi hanno gentilmente concesso in uso le loro versioni strumentali...
Se qualcuno poi passando di qua volesse sperimentare perché suona o gli "avanza" (!) qualche brano, io ci sono...
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Si tenta e si va...
Poesia sonora?
La poesia sonora è una forma di espressione artistica interdisciplinare, dove la vocalità , talora applicata alla scrittura, talora svincolata da essa, svolge un ruolo di primo piano, connettendosi anche con forme espressive visive, gestuali, musicali.
La poesia sonora può essere collocata a pieno titolo nel quadro delle ricerche intermediali, ovvero, come teorizzato da Dick Higgins nel 1961, quelle forme espressive nelle quali le diverse discipline artistiche si intrecciano in una struttura unica e inscindibile così come avviene per la poesia visuale. Questo la differenzia dalle opere multimediali, dove differenti linguaggi sovrapposti non sono mai rigidamente insostituibili.
Il poeta sonoro, per il quale le tecnologie elettroacustiche ed elettroniche costituiscono un essenziale supporto strumentale, agisce nello spazio acustico e figurale (ora anche in quello virtuale) attuando un progetto poetico articolato e complesso, aperto alle intersezioni linguistiche, alle contaminazioni, alla percezione multisensoriale, alla dimensione articolata della performance. In questo senso si può parlare anche di poesia totale.
Le sperimentazioni fonetiche e l’inventiva declamatoria coltivate in seno alle avanguardie del primo Novecento costituiscono le fondamentali premesse di questa poesia della voce.
È solo nel 1958 che Jacques de la Villeglé introduce sulle pagine della rivista "Grâmmes" il termine "poésie sonore" riferendosi alle composizioni del poeta francese François Dufrêne, note come “crirythmesâ€.
La poesia sonora, propriamente detta, nasce alla fine degli anni Cinquanta dall'incontro delle sperimentazioni fonetiche con le tecnologie magnetofoniche.
Utilizzando le tecniche di registrazione su nastro, il poeta può finalmente individuare nuovi spazi espressivi. Con il montaggio audio (che, nell’immediato dopoguerra, il musicista Pierre Schaeffer non aveva potuto mettere in pratica con il magnetofono a filo), si diffondono le tecniche del collage e del décollage in analogia con quanto già avveniva nelle arti visive.
Da qui scaturiscono il cut-up di Brion Gysin nel 1959 (idea ripresa poi da William Burroughs) e la vasta gamma delle prove tecniche di tutta una schiera di nuovi poeti, artisti della voce e della parola, del suono e del gesto, primi fra tutti Henri Chopin, che dal 1957 utilizza echi, riverberi e variatori di velocità per il trattamento della materia sonora, e Bernard Heidsieck, che, dal 1959, canalizza i suoi poèmes-partitions nel multipista.
"Con le ricerche elettroniche - scrive Henri Chopin - la voce è diventata finalmente concreta". L’aggettivazione appare particolarmente calzante per le opere dei tedeschi Franz Mon e Carlfriedrich Claus, dell’austriaco Gerhard Rühm, dell’inglese Bob Cobbing, del fiammingo Paul De Vree e del boemo Ladislav Novak. Un particolare trattamento iterativo del testo produce stratificazioni sonore poliritmiche nelle opere degli svedesi Sten Hanson, Bengt Emil Johnson, dei poeti del centro Fylkingen di Stoccolma e dell’americano Charles Amirkhanian.
Sono ancora da ricordare per la qualità del loro lavoro i francesi Ilse e Pierre Garnier, autori del “souffle manifesteâ€, Julien Blaine, gli americani John Giorno, Richard Kostelanetz e Larry Wendt, il gruppo canadese dei Four Horsemen con Steve Mc Caffery, Paul Dutton, Raphael Barreto-Rivera e bp Nichol, lo spagnolo Bartolomé Ferrando, il russo Valeri Scherstjanoi, l’ungherese Endre Szkà rosi, lo svizzero Vincent Barras.
In Italia sono da citare almeno Adriano Spatola, al quale si deve “Baobab†(1979), prima audiorivista di poesia sonora italiana, Arrigo Lora Totino, inventore della “poesia liquida†e “ginnicaâ€, Mimmo Rotella, autore del “manifesto dell’epistaltismoâ€, Giovanni Fontana, teorico della “poesia pre-testualeâ€, e ancora Patrizia Vicinelli, Luigi Pasotelli, Maurizio Nannucci, Tomaso Binga, Giuliano Zosi, Sarenco, Massimo Mori, Gian Paolo Roffi, Sergio Cena.
(Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Poesia_sonora)
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