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About Me

Ridete franco e forte, sopra qualunque cosa, anche innocentissima, con una o due persone, in un caffè, in una conversazione, in via: tutti quelli che vi sentiranno o vedranno rider così, vi rivolgeranno gli occhi, vi guarderanno con rispetto, se parlavano, taceranno, resteranno come mortificati, non ardiranno mai rider di voi, se prima vi guardavano baldanzosi o superbi, perderanno tutta la loro baldanza e superbia verso di voi. In fine il semplice rider alto vi dà una decisa superiorità sopra tutti gli astanti o circostanti, senza eccezione. Terribile ed awful è la potenza del riso: chi ha il coraggio di ridere, è padrone degli altri, come chi ha il coraggio di morire. Giacomo Leopardi, Zibaldone (4391, 23 settembre 1828) real editor best profile tools real editor best profile tools

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Il terreno da cui trae nutrimento l’anima è la vita naturale. Chi non la segue rimane disseccato e campato in aria. Perciò molti uomini s’inaridiscono con l’età: si volgono indietro, con una segreta paura della morte nel cuore. Si sottraggono, almeno psicologicamente, al processo vitale; simili alla mitica statua di sale si rivolgono ancora vivacemente ai ricordi della giovinezza, ma perdono ogni vivente contatto col presente. Nella seconda metà dell’esistenza rimane vivo soltanto chi, con la vita, vuole morire. Perché ciò che accade nell’ora segreta del mezzogiorno della vita è l’inversione della parabola, è la nascita della morte. La vita dopo quell’ora non significa più ascesa, sviluppo, aumento, esaltazione vitale, ma morte, dato che il suo scopo è la fine. “Disconoscere la propria età” significa “ribellarsi alla propria fine”. Entrambi sono un “non voler vivere”; giacché “non voler vivere” e “non voler morire” sono la stessa cosa. Divenire e passare appartengono alla medesima curva. C.G. Jung

“...Presi poi di petto la religione. «Il rinnovamento», dissi a Heinz, «dev’essere accompagnato da fervore religioso. Siamo noi forse religiosi?» gli chiesi. «Nemmeno per sogno!». «Eppure», gli dissi seriamente, «quello che in realtà ci spinge è un sentimento di origine religiosa. Non siamo ancora credenti, per adesso, ma cerchiamo la fede. Dobbiamo diventare credenti!» incalzai. E mi misi a frequentare le chiese: l’evangelica e la cattolica. Dalla sinagoga mi cacciarono. Mi lasciai conquistare dal sonoro entusiasmo del predicatore della Paulskirche, provai il brivido del mistero divino alla messa solenne del Duomo, apostrofai il sole, sul Taunus, con biondi adolescenti, discussi con giovani fanatici di tutte le confessioni, approdai a Nietzsche, mi disperai, mi ubriacai. Mi convinsi che bisognava superare Nietzsche!…». Da “I Proscritti” di Ernst Von Salomon.

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Il Tempo e la sua percezione

Il Tempo e la sua percezione - Corrado Malanga
Posted by on Tue, 05 May 2009 11:42:00 GMT

Facciamo l'uomo a nostra immagine..

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Posted by on Sun, 08 Mar 2009 10:46:00 GMT