Il terreno da cui trae nutrimento l’anima è la vita naturale. Chi non la segue rimane
disseccato e campato in aria. Perciò molti uomini s’inaridiscono con l’età : si volgono
indietro, con una segreta paura della morte nel cuore. Si sottraggono, almeno
psicologicamente, al processo vitale; simili alla mitica statua di sale si rivolgono ancora
vivacemente ai ricordi della giovinezza, ma perdono ogni vivente contatto col presente.
Nella seconda metà dell’esistenza rimane vivo soltanto chi, con la vita, vuole morire.
Perché ciò che accade nell’ora segreta del mezzogiorno della vita è l’inversione della
parabola, è la nascita della morte. La vita dopo quell’ora non significa più ascesa,
sviluppo, aumento, esaltazione vitale, ma morte, dato che il suo scopo è la fine.
“Disconoscere la propria età †significa “ribellarsi alla propria fineâ€. Entrambi sono un “non
voler vivereâ€; giacché “non voler vivere†e “non voler morire†sono la stessa cosa. Divenire
e passare appartengono alla medesima curva. C.G. Jung
“...Presi poi di petto la religione. «Il rinnovamento», dissi a Heinz, «dev’essere accompagnato da fervore religioso.
Siamo noi forse religiosi?» gli chiesi. «Nemmeno per sogno!». «Eppure», gli dissi seriamente, «quello che in realtÃ
ci spinge è un sentimento di origine religiosa. Non siamo ancora credenti, per adesso, ma cerchiamo la fede.
Dobbiamo diventare credenti!» incalzai. E mi misi a frequentare le chiese: l’evangelica e la cattolica. Dalla sinagoga
mi cacciarono. Mi lasciai conquistare dal sonoro entusiasmo del predicatore della Paulskirche, provai il brivido del
mistero divino alla messa solenne del Duomo, apostrofai il sole, sul Taunus, con biondi adolescenti, discussi con
giovani fanatici di tutte le confessioni, approdai a Nietzsche, mi disperai, mi ubriacai. Mi convinsi che bisognava
superare Nietzsche!…». Da “I Proscritti†di Ernst Von Salomon.