About Me
Suono il basso. Scrivo, sempre rimanendo in ambito musicale. Faccio tutto ciò che mi piace senza pormi limiti. La musica vissuta a 360° è la mia grande passione. "Studio" Ingegneria in quel di Roio, fra pecore e alberelli. Mi piace leggere.
La colonna sonora è variabile, a seconda dell'umore. Lo stile della pagina, bianco con gradazioni di grigio, è aristocrazia visiva.
I play bass guitar. I'm a writer in a music magazine. Usually I do all that i love, without limits. The music is my great passion. I study engineering in L'Aquila.
I like to read.
"L’egoismo degli esseri che si sono mescolati alla nostra vita, quando si pensa a loro, da vecchi, si dimostra innegabile, cioè come se fosse d'acciaio, di platino, e persino più durevole del tempo stesso.
Quando si è giovani, l'indifferenza più arida, le porcate più ciniche, si arriva a trovargli la scusa del capriccio passionale e chissà quale segno di un romanticismo inesperto. Ma più tardi, quando la vita vi ha mostrato per bene tutto quello che può esigere in cautela, crudeltà , malizia soltanto per essere mantenuta bene o male a 37°, ti rendi conto, sei informato, hai le carte in regola per capire tutte le stronzate che contiene un passato. Basta in tutto e per tutto contemplare scrupolosamente se stessi e quel che si è diventati in fatto di schifezza. Niente più mistero, niente più ingenuità , ti sei mangiato tutta la poesia visto che hai vissuto fino a quel momento.
E’ un cazzo fritto, la vita."
l.f. céline - viaggio al termine della notte (1932)
"Eccoci qui, ancora soli. C'è un'inerzia, in tutto questo, una pesantezza, una tristezza... Fra poco sarò vecchio. E là sarà finita, una buona volta. Gente n'è venuta tanta, in camera mia. Tutti han detto qualcosa. Mica m'han detto gran che. Se ne sono andati. Si son fatti vecchi, miserabili e torpidi, ciascuno in un suo cantuccio di mondo.
Ieri alle otto la signora Bérenge, la portinaia, è morta. Si sta schiodando dalla notte un gran temporale. Quassù in cima dove stiamo noi il casamento trema. Era una cara e gentile e fedele amica. Domani la sotterreranno in Rue des Saules. Era proprio vecchia, allo stremo della vecchiaia. Io gliel'avevo detto fin dal primo giorno che s'era messa a tossire: « Non si sdrai, soprattutto!... Se ne resti a ceccia nel suo letto! » Non ero affatto tranquillo. E infatti ecco qua... E infatti, al diavolo...
Mica l'ho praticata sempre, 'sta merda di medicina. Ora glielo voglio proprio scrivere ch'è morta, la signora Bérenge, a tutti quelli che m'han conosciuto, che han conosciuto lei. Ma dove saranno?
Vorrei che il temporale facesse ancor più baccano, che i tetti sprofondassero, che la primavera non ritornasse più, che casa nostra sparisse.
Lei lo sapeva, la signora Bérenge, che tutti i dispiaceri arrivan per lettera. Ma mica so più a chi scrivere... È tutta gente lontana... Si son cambiati l'anima per tradir meglio, scordar meglio, parlar sempre d'altro...
Vecchia signora Bérenge, il suo cane strabico se lo prenderanno, se lo porteranno via...
Tutto il dolore delle lettere, da una ventina d'anni ormai, s'è fermato da lei. Eccolo qui nel sentore della morte recente, l'incredibile acre gusto... È appena uscito dall'uovo... È qui... Se la gironzola... Lui conosce noi, noi conosciamo lui, adesso. Non se n'andrà , mai più. Bisogna spengere il fuoco nella guardiola.
Ma a chi scrivere? Non ho più nessuno. Più un'anima che accolga dolcemente lo spirito gentile dei morti... che parli, dopo di ciò, con più dolcezza delle cose. Animo, via, da soli!
Sull'ultimo, la mia vecchia custode, lei non poteva più dir nulla. Soffocava, mi tratteneva per una mano... È entrato il postino. L'ha vista morire. Un rantoletto. Tutto qui. Ne venne da lei gente, una volta, per chieder di me. Se ne son riandati via, lontano, molto lontano nella dimenticanza, a cercarsi un'anima. Il postino s'è levato il berretto. Potrei dir io tutto il mio fiele. So io. Lo farò più in là , se non torneranno. Ora preferisco raccontar delle storielle. Ne racconterò di tali che quelli torneranno apposta, per accopparmi, dai quattro venti. Allora la sarà finita e ne sarò arcicontento."
l.f. céline - morte a credito (1936)
"Abito a Villa Borghese. Non un granello di polvere, non una sedia fuori posto. Siamo soli, e siamo morti.
Ieri sera Boris si è accorto di avere i pidocchi. Gli ho dovuto radere le ascelle, ma il prurito non ha smesso. Come si fa a prendere i pidocchi in un posto bello come questo? Ma non pensiamoci. Non ci saremmo mai conosciuti così intimamente, Boris e io, se non fosse stato per i pidocchi.
Boris mi ha fornito poco fa un compendio di come la vede. E' un profeta del tempo. Farà brutto ancora , dice. Ci saranno ancora calamità , ancora morte, disperazione. Non c'è il minimo indizio di cambiamento. il cancro del tempo ci divora. I nostri eroi si sono uccisi, o s'uccidono. Protagonista, dunque, non è il Tempo, ma l'Atemporalità . Dobbiamo metterci al passo, passo serrato, verso la prigione della morte. Non c'è scampo. Non cambierà stagione."
h. miller - tropico del cancro (1934)
"Una volta mollata l'anima, tutto segue con assoluta certezza, anche nel pieno del caos. Dal principio non fu mai altro che caos: un fluido che mi avviluppava, e io vi respiravo per branchie. Nei substrati, dove la luna brillava ferma e opaca, era liscio e fecondo; sopra era frastuono e discordanza. In tutte le cose io vedevo subito l'opposto, la contraddizione, e fra il reale e l'irreale l'ironia, il paradosso. Ero io il mio peggior nemico. Nulla c'era che volessi fare e potessi anche non fare. Anche bambino, quando nulla mi mancava, io volevo morire; volevo arrendermi perché non vedevo senso nella lotta. Sentivo che nulla si sarebbe provato, sostanziato, aggiunto o sottratto continuando un'esistenza che io non avevo chiesto. Tutti attorno a me eran dei falliti, e se non falliti ridicoli. Specialmente chi avesse avuto successo. Questi poi mi annoiavano fino alle lacrime. Ero comprensivo per chi sbagliava, ma non era la compassione a muovermi. Era una virtù meramente negativa, una debolezza che fioriva alla sola vista della miseria umana. Non ho mai aiutato nessuno aspettandomi che ciò gli facesse del bene; Io aiutavo perché non ero capace di fare altrimenti. Voler cambiare la condizione delle cose a me pareva futile; nulla sarebbe cambiato - ne ero convinto - se non per un mutamento del cuore, e chi può cambiare il cuore degli uomini? Di tanto in tanto un amico si convertiva; roba da vomitare. Non avevo bisogno di Dio, più di quanto Egli avesse bisogno di me, e se un Dio ci fosse, dicevo spesso fra me, andrei a trovarlo calmo calmo e Gli sputerei in faccia. Più seccante il fatto che a prima vista la gente mi prendeva per buono, gentile, generoso, leale, fedele. Forse io possedevo queste virtù, ma soltanto perché ero indifferente: potevo permettermi d'essere buono, gentile, generoso, leale e così via, perché ero libero da invidia. L'invidia era l'unica cosa di cui io non fossi vittima. Non ho mai invidiato nulla e nessuno. Al contrario, ho solo sentito pietà per tutti e per tutto. Fin dal principio devo essermi addestrato a non desiderare troppo cosa alcuna. Fin dal principio sono stato indipendente, ma a modo storto. Non avevo bisogno di nessuno perché volevo essere libero, libero di fare e di dare solo come dettava il mio capriccio. E quando poi si voleva o ci si aspettava qualcosa da me, allora io recalcitravo e dicevo di no. Questa la forma che prendeva la mia indipendenza. Ero guasto, in altre parole, guasto in partenza. E' come se mia madre m'avesse nutrito di veleno, e anche se mi svezzarono presto, il veleno non uscì mai dal mio organismo. Anche quando mia madre mi tolse la mammella, pare che io sia rimasto del tutto indifferente; quasi tutti i bambini si ribellano, o fan finta di ribellarsi, ma a me non importò un accidente. Ero filosofo sin dalle fasce. Ero contro la vita, per principio. Ma che principio? Il principio della futilità . Tutti attorno a me lottavano..."
h. miller - tropico del capricorno (1939)
Next Live-> 25 / 10 / 2008 : Ornano (Teramo), Skeletons Of Society + Carpenteria Metallica
VI Arcana - Promo Live 2008 OUT NOW! on Cd-r with professional recording.
Skeletons Of Society, my band!