Buona sera, Torino. Come molti di voi io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione, nonché della buona musica.
Ne godo come chiunque altro.
Ma nello spirito della buona musica e del rispetto delle persone, affinché gli eventi importanti del passato, generalmente associati alle gesta di qualcuno o al termine di una lotta di parole e movimenti innalzati alla liberta’ di pensierio vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto a questa citta’, che, ahimè, e’ sprofondata nel ridicolo, sottraendo un po' di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere.Sospetto che in questo momento stiano strillando al telefono chiedendosi chi sono e tra non molto ricorreranno alle loro poche e povere armi.Perché?
Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità .
E la verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questa città !
Ignoranza e presunzione, intolleranza e superficialità . E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora abbiamo dei pagliacci che si permettono di mangiare a casa degli altri, che pensano di poter fare i loro porci comodi alle spalle delle persone che invece hanno capacita’ e creativita’ e che tengono al risalto di questa citta’,dalle cose piu piccole e umili alle piu grandi ambizioni.
Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità , se cercate un colpevole, non c'è che da pensare al “numero del diavoloâ€â€¦
Da dicembre ho iniziato questa mia lotta contro questi manigoldi che non fanno altro che gettare altro fango sulle persone, e che si ritengono la serata rock della nostra città , per ricordare a tutti voi, favorevoli,contrari o neutri quello che avete dimenticato. Più di quattrocento anni fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 Novembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l'equità , la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive.Ma la mia lotta non sara' rivolta solo verso questa feccia, ma anche a persone e questioni che ritengo necessitino di piu attenzione di questi giocolieri..
Quindi, se pensate che queste persone non abbiano fatto niente, se le azioni di queste persone vi rimangono indifferenti, vi consiglio di non dare credito a cio’ che faccio…
Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, e insieme, offriremo loro una lezione che non verrà mai più dimenticata!.
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Mi chiamo Guido Fawkes (13 aprile 1570 - 31 gennaio 1606), comunemente noto come Guy Fawkes (talvolta scritto anche come Faukes o Faux), e a volte anche con lo pseudonimo John Johnson, ero membro di un gruppo di cospiratori cattolici inglesi che tentarono di assassinare con un'esplosione il re Giacomo I d'Inghilterra e tutti i membri del Parlamento inglese mentre erano riuniti nella Camera dei Lord per l'apertura delle sessioni parlamentari dell'anno 1605.
Il 5 novembre 1605 il complotto fu scoperto e i barili di polvere da sparo disinnescati prima che potessero compiere danni.
Da allora ogni 5 novembre nel Regno Unito e in Nuova Zelanda viene festeggiato il fallimento dell'attentato nella cosiddetta Guy Fawkes Night, nella quale i bambini bruciano su un falò un pupazzetto che mi simboleggia.
Nacqui a Stonegate, nei pressi di York, dove fui battezzato nella chiesa di St. Michael-le-Belfry, e frequentai la scuola di St. Peter;intorno ai 16 anni mi convertì al cattolicesimo. Ero l'unico figlio di Edward Fawkes di York e Edith Jackson. Alla morte di mio padre, dopo avere dissipato il patrimonio ereditato, svolsi per molti anni la professione di soldato, acquisendo una notevole esperienza nell'uso degli esplosivi. Nel 1593 mi arruolai nei Paesi Bassi nell'esercito dell'Arciduca Alberto d'Austria, che combatteva le Province Unite protestanti nella Guerra degli ottanta anni. Nel 1596 fui presente all'assedio e alla presa di Calais. Nel 1602 avevo raggiunto il grado di sottotenente.
LA PIANIFICAZIONE DELLA "CONGIURA DELLE POLVERI"
Nel marzo 1605, i cospiratori, tramite Thomas Percy, presero in affitto una cantina sottostante al Parlamento; Fawkes aiutò a riempire la stanza con polvere da sparo che fu nascosta sotto suppellettili varie. I 36 barili appartenenti a John Whynniard si stima contenessero 2500 kg di polvere. Si pensa che il piano originale prevedesse lo scavo di una galleria che partisse dalla cantina per posizionare gli esplosivi esattamente sotto la sala delle riunioni della Camera dei Lord. L'esplosione avrebbe potuto ridurre in macerie molti degli edifici del complesso di Westminster, fra i quali anche l'Abbazia, e rotto le finestre di tutti gli edifici nel raggio di quasi un miglio.
Attorno alla Pasqua del 1605, Fawkes partì da Dover per Calais, recandosi quindi a Saint-Omer e poi a Bruxelles. Secondo la confessione da lui fatta dopo l'arresto nella città si incontrò con Hugh Owen, e William Stanley. Dopo l'incontro fece un pellegrinaggio nel Brabante. Ritornò in Inghilterra fra agosto e settembre, passando nuovamente per Calais.
LA SCOPERTA ED ARRESTO
Attorno alla mezzanotte del 4 novembre, Fawkes, che dichiarò chiamarsi John Johnson, fu arrestato nella cantina da un drappello di uomini armati guidati da Sir Thomas Knevytt. In possesso di Fawkes furono trovati un orologio, fiammiferi e carta per l'accensione. (Si dice che Peter Heywood, residente di Heywood, Lancashire, fu l'uomo che afferrò la torcia dalle mani di Fawkes prima che potesse accendere la miccia.) All'arresto Guy Fawkes non negò le sue intenzioni, affermando che era suo scopo distruggere il Parlamento e il Re. Prima dell'arresto alcuni cospiratori erano preoccupati per i cattolici che sarebbero stati presenti in Parlamento il giorno dell'attentato. Uno di questi congiurati, era Mark Tresham che inviò una lettera a Lord Monteagle per avvertirlo del pericolo. Lord Monteagle si insospettì e mostrò la lettera al segretario di stato che iniziò le ricerche nei sotterranei della camera dei Lord.
L'INTERROGATORIO
Fawkes fu portato nella camera da letto del re, dove i ministri erano stati convocati urgentemente all'una del mattino. Mantenne un atteggiamento di aperta sfida, senza nascondere le sue intenzioni. Rispose al re, che gli aveva chiesto perché volesse ucciderlo, che dato che il papa aveva scomunicato il sovrano era necessario un rimedio estremo, e aggiunse, rivolgendosi ai cortigiani scozzesi che lo circondavano, che uno dei suoi obiettivi era anche quello di ricacciare indietro in Scozia tutti gli scozzesi.
Più tardi in mattinata fu nuovamente interrogato. Gli fu chiesto dei suoi complici, sul coinvolgimento di Thomas Percy nella vicenda, delle lettere ricevute da oltremare e se avesse parlato con Hugh Owen.
Fu trasferito alla Torre di Londra e qui interrogato sotto tortura. Dato che la tortura era vietata tranne che su espressa richiesta del monarca o del Consiglio Reale, Giacomo I in una lettera del 6 novembre stabiliva: «Che lievi torture vengano inizialmente utilizzate su di lui, et sic per gradus ad maiora tenditur» [e quindi vengano incrementate sino alle peggiori]«, e che Dio possa affrettare il vostro buon lavoro». Inizialmente il prigioniero resistette alla tortura. L'8 novembre, Fawkes confessò a voce, rivelando i nomi degli altri cospiratori, e raccontando dettagliatamente del complotto il 9 novembre. Fece una confessione firmata il 10 novembre; la sua firma dopo la tortura sulla ruota è visibilmente tremolante.
IL PROCESSO
Un processo simbolico, in cui le sentenze erano già state predeterminate, si tenne il 27 gennaio 1606. Il 31 gennaio, Fawkes, Wintour, e altre persone implicate nella cospirazione furono portate al Old Palace Yard a Westminster, dove furono impiccati, decapitati e squartati.
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