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l'Apu El Can

About Me

Ciao sono l'Apu El Can.
Le origini della mia nobile stirpe si perdono nella notte dei tempi. Il fondatore della mia ca"n"ata, Apulino il Breve, noto per la brevità delle sue orecchie, fece fortuna nelle vaste spianate dell'entroterra siculo nei dintorni di una ridente cittadina di nome Corleone.
Nel lontano 2003 la mia famiglia emigrò ad ovest, trasferendo i suoi averi in quel di Alcamo. Proprio lì io nacqui, in una gelida notte d'estate, tra Maglio e Giuglio, i miei due fratelli, da cui fui violentemente strappato ad opera dei miei attuali negrieri, i crudeli fratelli Filippi noti al mondo per la loro bestiale ferocia.
Cominciò così il mio lungo calvario contrassegnato da lunghe sevizie e pene infernali; costretto a balletti umilianti per un tozzo di pane, a mortificazioni continue celate da frasi quali: "dammi la zampa, no questa, l'altra!", "batti cinque", "batti dieci", "seduto!!", "chi c'è?? Prendilo subito!!!" e "zitto Lino".
Ad aggravare la mia effimera vita da cane si aggiunsero col tempo continui disturbi di identità; fui costretto a rispondere a plurimi appellativi quali: Apulino, Licchio, Papu, Puli, Palu, Papulo, Gaspare, Giapponese, Pirindi, Paulo, Paraplegico, Leo, Sapore, Piuma, Lindo, Pulito, Lisoform (questi ultimi legati alla mia scarsa igiene personale).
All'età di 4 anni mi ritrovo ancora vergine (purtroppo non in senso zodiacale): nell'impossibilità di unirmi ad una fedele compagna di vita, mi trovo costretto ad appagare i miei irrefrenabili istinti con gambe umane e non, cuscini e nient'altro. I miei padroni consci della mia frustrante e meschina situazione ne godono e ne traggono immenso sollazzo quotidianamente. Ma in realtà quando non sono oggetto di questi trastulli medievali la mia vita scorre tediosa e silenziosa essendo alla mia esistenza concessi pochi momenti di pseudo libertà. Una volta libero dal guinzaglio respiro attimi di felicità bruscamente interrotti da istantanei richiami dei miei crudeli aguzzini. Il guinzaglio diviene un'arma sulle mie ingenue carni, ormai avvezze e insensibili alla sofferenza. Tentai più volte di fuggire verso la libertà incondizionata ma tutto fu vano e ne pagai corporalmente le atroci conseguenze.

Ricordo come fosse accaduto ieri tutto ciò; e in effetti... in fin dei conti SONO FELICE.

...SIGH!!!...

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