About Me
"Mamma mi ha sempre detto che bisogna essere capaci di ascoltare. Che la gente si parla ma non si ascolta. Che ascoltare ti permette di capire. Che ascoltare e sentire sono due cose diverse. Si sentono i suoni, i rumorei, gli scricchiolii, ma per capire bisogna ascoltare chi li produce. Diceva che, a saperlo ascoltare, parla anche il silenzio.
Quando ero bambino pensavo che mi prendesse in giro. Il giorno che se n'è andata, però, ho ascoltato il silenzio nella casa. E mi parlava di lei.
Lo sapevo che non sarebbe più tornata. Non solo per via delle due valigie che aveva tentato di non farmi vedere, ma perchè aveva una faccia triste. La faccia di una persona che sta facendo una cosa necessaria ma che non vorrebbe fare.
Ne vedo spesso di facce così in giro. La maggior parte delle persone che incontro ha quella faccia lì. Come se volessero essere da un'altra parte.
Un giorno Beatrice mi chiese se non mi sarebbe piaciuto rivederla, mia madre. Non seppi cosa rispondere. E a lei sarebbe piaciuto rivedermi? Volevo chiederlo a Beatrice, ma a che sarebbe servito? La risposta non è certo nei libri che mi presta. O forse sì, chissà ? I libri contengono tante di quelle risposte che mi confondono. I libri mi trasportano dappertutto e io mi lascio trasportare. Ogni tanto Beatrice me ne suggerisce qualcuno che le è piaciuto in modo particolare, così poi possiamo parlarne. E quando parli di libri, accade sempre un fatto strano: ti accorgi di come le stesse parole possano suscitare nelle persone sentimenti diversi, sorprendenti, misteriosi.
Tante risposte diverse a una stessa domanda: perchè? Perchè la gente nasce, muore, ride, piange, viaggia, corre, cammina, si ammazza, aiuta, respinge? Perchè la gente se ne va? Perchè io non voglio fermarmi mai?
Tante risposte, nessuna risposta."
Davì
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