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Ghetto 84

About Me


Ghetto 84 is the name of a punk-Oi! band from Bologna, that played together from 1984 to 1997. Having a strong political orientation, meaning anarchical-revolutionary, the band became well known in the world of underground social centers and the Bolognese punk counter-culture and other Italian fringe groups, reaching their peak in popularity (obviously in a very specific political-cultural context) by making a certain name for themselves on the international scene (above all in Europe).
Together with groups like Nabat, Klasse Kriminale and another selected few, the Ghetto 84 are considered to be one of the more representative groups of their era and of the cultural context that they exemplified.
The group was composed of Rude (singer), Chicco and Tullo (guitars), Gambero and later on Pippo (bass), Antonio "Blackman" (drums). To-date only one album had been cut, "A Denti Stretti" (Gridalo Forte Records 1995) plus a few participations in punk music compilations, including "Gridalo Forte Records" (a compilation produced by the same recording company), "Para todos todo, nada para nos otros" (self-published by the Ya Basta association in Rome), and "Oi! Siamo Ancora Qui" (a compilation of the Oi! Italian bands). The next recording will be published for Ansaldi records and will be the "Tracce 87-91" anthology, a collection of various and sundry recordings of the original group formation. It is worthy of note that Assistant Commander Marcos gave public recognition to Ghetto 84 in a message of 1999 to the "musicians of the world" acclaiming them for having supported the cause of the Zapatista National Liberation Army". When the group disbanded in 1997, some of the members continued in other formations or as soloists. The singer, Rude, for example, has recorded two albums with the stage name "Barriobeat" and Antonio, the drummer, has started his own punk group called "Banged Up".
This "record" should have come out in the early 90's, published by STENO's C.A.S. Records…
But then, for reasons which today are unnecessary to be remembered, the record might have only remained an unfulfilled dream. However, in the summer of 2006, that same person, who twenty years earlier had believed in the potential of a group of Bologna's "street boys", decided to insert it in the future catalog of his Ansaldi Records. It still took some more time to put it all together, but in the end, here it is finally published!
This does not mean that there will be any band revival reunion, because we do not like "nostalgic operations" and we have no particular commercial interests. Also, RUDE has been living in Barcelona for the past couple of years, where he is playing with LA KINKY BEAT, and he rarely makes it back to Italy. CHICCO has long since put his guitars back into storage cases. When ANTONIO still sits down at a set of drums, he dedicates his efforts to his BANGED UP group. And last but not least, yours truly, even though I return to the stage from time to time with the BANGED UP to liven up the closing curtain of concerts singing a couple of songs, I have lost my hand with the bass for over ten years now.
However, we wanted to leave our testimonial, to all the people waiting for such a long time, and to all those who, for various reasons, did not get the chance to attend one of our live performances, but who would like to learn what kind of glue brought together a group like ours, and know how we succeeded, over what are probably some of the darkest years in the recent past (remember Craxi and his crowd?), in keeping the flame of hope alive and create an opposition, having only ones own forces to count on, to the unstoppable forces of homologation which attempt to snuff out every individual who might want to think using his own intelligence, and who might try to live his life and also succeed in expressing his "fight" for the ideals he believes in.
One cannot remain passive in this shaggy world, and each of us has the possibility, in his own small way, to accomplish something important. We wish to pay tribute to the already mentioned "old" Steno, who accompanied us during our first steps in the world of music, and also make due mention of the Ghetto quintet of that period, with Alfonso SANCHEZ Zecchi, who even though he could not play a doorbell, was absolutely fundamental because first, foremost and above all, he was and still is a FRIEND.
True friends are too few and far between. So, try and treat them well ....
Robbi, the GAMBERO, on behalf of all the members of the GHETTO 84. October 2007
HISTORY of GHETTO 84 by Robbi il Gambero
Il CD antologico reclamizzato sopra è uscito anche per festeggiare il ventennale delle nostre prime registrazioni, datate al novembre dell’ormai lontano 1987. Qui potete leggere la storia dei mitici, come ho sentito apostrofarli da ragazzini/e punk o skin con la metà dei miei anni, Ghetto 84. Premetto che il gruppo non nacque certo per sentirsi definire “mitico” o qualcosa del genere nel ventunesimo secolo, ma per una pura, spontanea esigenza.
Nel 1984 per l’appunto ci conoscemmo, sebbene la mia amicizia con Antonio, il batterista, risale ai tempi della scuola media, cioè a qualche anno prima… Rude, il cantante, aveva allora appena finito il servizio militare, e prese a frequentare il giro degli “strani”, ma neanche troppo stravaganti, punkettari bolognesi di cui io, Antonio ed il quindicenne Chicco, il chitarrista, facevamo già parte.
“Ci sentivamo davvero in un ghetto, circondati da ricconi che facevano i punk impegnati, mediocri senza interessi ulteriori alla figa, qualche rockers convinto, alcuni dark più che incerti ed un sacco di tossici, per tali motivi scegliemmo quel nome”; questa era all’epoca la nostra spiegazione, e così è grossomodo riportato nella compilation di gruppi italiani “OI! Siamo ancora qui” pubblicata nel 1991 dalla Havin’ a Laugh Records del signor Marco Balestrino (lo conoscete, no?).
Loro tre diedero vita all’embrione del gruppo, e nell’estate del 1986 si ricordarono di me in qualità di bassista; ben poca esperienza, anche se avevo già fatto un paio di concerti con un gruppo di rock italiano “alla buona”… Gli tornavo certamente utile, ma finché non riusciranno a convincermi del contrario ho sempre considerato la chiamata nei Ghetto un gesto di sincera amicizia, poiché uscivo proprio da un brutto momento.
Durante le prime prove insieme, per cementare il tutto ed imprimere una svolta decisiva al corso della band, decidemmo di aggiungere l’84 al nome.
Era un periodo gramo, in giro c’era poco da fare ed ancor meno da dire, ma noi riuscimmo a trovare nell’impegno musicale dei validi motivi per fregarcene della merda che ci circondava, divertirci, sfogarci e combinare qualcosa di buono. Se poi il risultato sarà memorabile o meno starà agli altri giudicarlo, io so soltanto che non voglio né riesco nemmeno ad immaginare i miei passati vent’anni d’età senza i Geppo (la storpiatura volutamente autoironica che davamo al nostro nome).
Dopo averci sentito nei primi concerti, Steno decise di portarci a Castelfranco Emilia (MO) per farci registrare la cassetta, o demo-tape tanto per esser tecnici, “La Rumba”. Ed era ovviamente la prima volta che entravamo in una sala di registrazione, ma siamo ancora più che soddisfatti del risultato…
In seguito a “La Rumba” vennero altri concerti, grazie all’interessamento di amici e/o conoscenti liguri, toscani o veneti, e periodi di alti e bassi. Nell’autunno dell’88 Rude ci abbandonò per andare ad abitare qualche mese a Londra, ma rimasti soli a suonare noi altri tre migliorammo tantissimo, al punto da stupirlo dei progressi quando tornò a Bologna. Così proseguimmo registrando le tracce 8, 9 e 10 per un 45 giri che rimase fantasma, problemi finanziari…, e tenendo buoni concerti in giro per il centro-nord Italia, ricordo con particolare affetto quelli di Genova per il calore del pubblico, quindi registrammo i pezzi dall’11 al 16 pensando che prima o poi sarebbero tornati utili; quel poi si è dilungato oltremodo nel tempo… ma alla fine li pubblichiamo!!! VERE BOMBE!
L’esordio su vinile avvenne nel ’91, nella già ricordata compilation OI!, e continuammo inserendo Tullo alla seconda chitarra, fino alla fine del ’92 facemmo altri concerti senza nessuna paranoia, dopodiché provammo a sciogliere i vecchi Ghetto per trasformarci in un gruppone tipo “patchanka” dove io supportavo Rude come corista-ballerino (alla Madness, oh yes!) e Stefano “Pippo” Barbara, che aveva già suonato qualche volta con noi come secondo chitarrista, mi aveva sostituito al basso.
Avevamo una sezione fiati stabile, tra cui Chicca delle future 3Mende, tenemmo due concerti presso feste di amici, poi sembrò davvero che i Ghetto 84, diventati ormai i “Pendagli da forca” (che nome cazzuto, vabbe’…), fossero arrivati al termine della loro avventura.
Invece nel ’94 si riformarono prendendo come bassista una ragazza, Silvia, che durò ben poco, ma a quel punto declinai il successivo invito di Antonio a tornare perché avevo messo in piedi una band di punk-rock “spaziale” con quel pazzoide di Riccardo dei Nabat (attuale componente del collettivo di scrittori Wu Ming, è il 5), così ricorsero al buon Pippo. Con lui fecero poi ottimi concerti, quindi arrivò finalmente il CD pubblicato dalla Gridalo Forte Records, seguito da una bella mini-tournee per promuoverlo, prima di giungere alle ultime registrazioni, edite sempre nelle compilation della casa discografica indipendente romana, ed infine ai concerti dell’ultimissimo periodo con il valido “Toppi” alla batteria.
Il gruppo è morto definitivamente nel 1997, nessuno di noi quattro “original” ha la benché minima intenzione di riportarlo in vita, perché per noi il punk era, anzi è ancora, non dico una cosa troppo seria ma nemmeno una buffonata, e comunque la musica serviva per riuscire ad abbattere le barriere e conquistarsi un posto nel mondo, non per rinchiudersi nel proprio piccolo cortile a menarsela con chissà quali stronzate: ciò che suonavamo scaturiva dalla voglia di divertirsi ed esprimere quel che avevamo dentro… A proposito, c’è la possibilità che qualcuno rimanga sorpreso quando sentirà che in un CD con dei boots in copertina di pezzi definibili come OI! ce ne sono una manciata, mentre gli altri variano (oppure “svarionano”, fate voi) tra una mezza dozzina d’influenze diverse: uno dei nostri principali messaggi era senz’altro quello di non rincoglionirsi su di un solo genere musicale, poiché n’esistono per tutti i gusti, le situazioni e gli umori, e vi pregherei di non stare ad intripparvi con certe storie sullo “stile”.
Distinguersi dalla massa è di vitale importanza, ma l’uniformarsi fin da giovani a certi “viaggi” non è che l’anticamera dello stramaledetto conformismo in cui si rischia di cadere mentre passano gli anni. Dunque non aspettatevi adesso l’ovvio, e cercate di non catalogare con assoluta certezza cosa poté scaturire dalla nostra fantasia; non avevamo i mezzi che oggi sono a disposizione di tutti, perciò eravamo praticamente costretti a sopperire con creatività al grigiore che permea ogni qualsivoglia cosiddetta “nicchia”, sia poi questa d’ambito musicale o meno.
Ormai rimangono soltanto due modi per risentirci. Il primo e migliore, comprare il CD pubblicato dall’Ansaldi Records, e tenete presente che noi non ci guadagneremo proprio nulla, ipotetica gloria a parte non intascheremo un solo centesimo. Il secondo, che però dura al massimo sette-otto minuti, venire a vedere i Banged Up dal vivo, a Bologna e dintorni. Se ci sono anch’io, e capita al sabato, chiudiamo il concerto con “Disco Merda”, un pezzo che risale appunto ai tempi dei primi Ghetto e che negli ultimi due anni in cui ci suonavo usavamo per finire in “bruttezza”. Rude si vergognava come un cane, perciò mentre lui passava al basso… visto che me l’ero inventato, dovevo cantarlo! Senza ghiaccio, e tutto! Ed è tutto davvero; la storia di “una delle band più sottovalutate di tutti i tempi”, come scrisse anni fa chi ci conosceva bene nel suo primo libro (il solito Pedrini, già citato), finisce qui. Se il nostro epitaffio soddisferà le vostre attese bene, ma se non piacerà guardate… a noi non ce ne frega niente; quella era la musica che volevamo suonare, lì c’è quello che volevamo dire! In ciò che facemmo mettemmo tutta la passione che potevamo avere, e tutto l’impegno che le nostre vite al di fuori della musica ci consentivano.
È finita già da un decennio la stagione dei Ghetto 84, bella o brutta che sia stata, i nostri vent’anni ce li siamo comunque goduti, li vivemmo come pensavamo fosse giusto, se non addirittura doveroso fare, e siamo sopravissuti bene, non siamo certo diventati ricchi ma sì…, chissenefrega!, a quello non c’abbiamo mai neppure pensato, e così per finirla davvero agli odierni ragazzini/e direi soltanto: andate avanti per la Vostra strada a testa alta, perché è l’unica maniera che conosco per fregarsene di chi vorrebbe fottersi la vostra giovinezza e la vostra voglia di gridare al mondo, che lo sentano bene tutti… IO SONO VIVO, E LIBERO! Vivere può anche essere meraviglioso, sta soltanto a voi decidere come riuscire a farlo davvero…
Ciao a tutti da un vecchio ragazzo. Gennaio 2008

My Interests

Music:

Member Since: 11/23/2007
Band Website: http://www.ansaldirecords.net
Band Members:

Influences: John Belushi, Johnny Thunders, Cockney Rejects, Clash, Angelic Upstarts, the Ruts, Symarip, Toots & the Maytals...
Record Label:
Type of Label: Indie

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