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Cane Sciolto

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BIOGRAFIA SEMISERIA DI MATTEO BRAMA (per quella “istituzionale” e per gli approfondimenti relativi a Cane Sciolto consulta il mio sito www.matteobrama.it )

Matteo, più ricco di soprannomi che di capelli (per gli amici il recente "Obrama” in onore al presidente degli USA, "Rain" perchè ama la pioggia, "Gatito" per il suo occhio bicolore, "Condor" per la sua spericolatezza ciclistica in discesa ed infine "James" o l’omonimo italianizzato "Giamès" non sa neanche lui perchè....) nasce quarantadue anni fa in un piovoso venerdì 17, alla faccia della scaramanzia. Sagittario ascendente Leone, esprime da subito tutta la sua focosità ben poco sui libri e quasi interamente nello sport, amico fondamentale che lo accompagna passo passo nella sua prima parte di vita. Dotato da madre natura di un fisico atletico, di due cosce spropositate e di una potenza muscolare che ha pochi eguali, intraprende dapprima il basket, fino ai 14 anni quando la limitazione della bassa statura ne stronca la possibile carriera. Giocoforza si dedica alle sue altre grandi passioni, il tennis ed il calcio. A tennis è dotato di un vellutato gioco a rete che gli permette di ben figurare nei tornei provinciali e regionali (coppa Italia) ma nulla più, anche e soprattutto per il suo carattere troppo emozionale che gli impedisce soventemente di esprimersi ad alti livelli. A calcio invece potrebbe ambire ad arrivare ad un livello medio-alto, una probabile serie C, ma il ragazzo rinuncia ad ogni velleità agonistica optando per la scelta di campionati amatoriali per avere le domeniche libere, onde poter seguire le sue squadre del cuore, l’Inter e l’Hellas Verona. E’ un puro caso che, a 20 anni, si trovi a giocare una partita estiva in una località turistica quando viene “scoperto” da un allenatore di calcio a cinque che rimane impressionato dalla sua velocità e dai suoi ubriacanti dribbling; al termine del match il coach lo prende in disparte e gli sottopone seduta stante l’allettante proposta di entrare a far parte del Verona Calcio a 5, militante in serie A1. In un minuto la decisione è presa: ingaggio annuale e radicale cambio di vita, adottato anche per assecondare gli impegnativi studi universitari bolognesi. La escalation calcistica indoor lo porterebbe in teoria a solcare i migliori Palazzetti dello sport d'Italia, ma un precoce ed importante infortunio al ginocchio pone purtroppo fine prematuramente alla sua carriera agonistica. La necessaria riabilitazione gli fa scoprire un nuovo amore, la bicicletta, grazie anche alle gesta eroiche di Chiappucci, Bugno ma soprattutto Marco Pantani. Più che un modesto scalatore Matteo è un ottimo velocista; l’età troppo avanzata per aspirare a velleità agonistiche lo limita perciò al sano egoismo delle corse Udace e delle Gran Fondo, dove a dispetto di ridotti allenamenti riesce ad ottenere discreti risultati, qualche piazzamento ma nessuna vittoria. Gli antichi amori giovanili per il calcio a cinque ed il basket, mai sopiti, si risvegliano qualche anno dopo a poca distanza gli uni dagli altri quando a Matteo viene chiesto dapprima di fondare la squadra veronese di Confindustria e di lì a poco di assumere la sponsorizzazione, la proprietà e la presidenza di tutte le squadre di basket del suo paese natale, Legnago. Sono due impegni onerosi che tuttavia il giovane focoso imprenditore si assume ben volentieri, non lasciando nulla al caso. Purtroppo per Matteo, ringhioso in campo a livelli del miglior Gattuso, il calcetto gli regala negli anni a seguire un’invidiabile collezione da guinness dei primati di infortuni muscolari, distorsioni e fratture (polso, caviglia, costole, quinto metatarso…) meritandosi dai compagni di squadra il “simpatico” appellativo di Swaro(vsky) per questa sua peculiare fragile caratteristica. Ciò tuttavia non gli impedisce, a 42 anni suonati, di continuare a solcare con inaudita grinta i campi di calcetto, cosa che lo fa sentire ancora “giovane” e pronto a nuove sfide (ed infortuni?…). Parallelamente allo sport, pure nella vita di tutti i giorni Matteo è come uno Stromboli perennemente attivo e sempre pronto ad eruttare nuove iniziative. Si diploma al liceo classico con indicibili sforzi per il suo viscerale odio per il latino ed il greco sebbene tra le mura nemiche scopra, per fortuna, i suoi primi amori: non Beatrice e nemmeno Giulietta, bensì la scrittura ed il linguaggio, tanto che durante la sua carriera universitaria bolognese collabora a tempo pieno col più famoso settimanale italiano di enigmistica. Laureatosi in scioltezza (con grande sorpresa anche di se stesso)in Economia e Commercio, lascia l’Italia per la California, dove il suo spirito libero, il suo essere un cane sciolto può sublimarsi. Lì conosce una tennista professionista con la quale si fidanza, vivendo con lei di questo bellissimo sport; probabilmente il nostro sarebbe ancora a San Diego se il business paterno non lo richiamasse forzatamente in patria. L’attività imprenditoriale lo impegna da subito strenuamente di giorno, ma di sera e di notte Matteo si ritaglia gli spazi per i suoi nuovi amori: la moglie Barbara e i due scatenati figli Jacopo e Joe, che dormendo pochissimo lo allenano ad una prima, stimolante sfida, la scrittura di un romanzo sportivo-sentimentale, Cane Sciolto, scritto appunto durante un freddo inverno bassopadano, con lo scopo primario di devolvere tutti gli incassi dei suoi diritti in reale beneficenza. Il romanzo vede la luce nel 2007 ed i primi, entusiastici riscontri, gli regalano gloria meritata (ed inaspettata) e lo stimolo a continuare a scrivere romanzi in questo particolare filone narrativo, praticamente inedito in Italia. Matteo quindi termina il suo secondo lavoro, Cartellino Verde, un thriller sportivo, in attesa di lancio sul mercato (quando verrà il momento “opportuno”) ed ha già cominciato la stesura del terzo, Il Camaleonte. Le sue passioni, oltre a quelle già citate poc’anzi sono la musica, indispensabile compagna di vita, la fotografia (Matteo ha sempre con sé la digitale), l'enigmistica, la lettura, la montagna e i paesaggi innevati, i temporali, correre o far sport sotto la pioggia, il silenzio e la pace, gli sport “minori” e senza uso di doping, il caffè (ne beve tanti!), i sigari, vino e birra (in dosi moderate). Viceversa non sopporta la nebbia e l’umidità, il freddo, il traffico, gli scioperi di qualsiasi tipo, le code e le attese, la folla, i centri commerciali ed il casino, i politici, i presuntuosi, gli arroganti, i narcisi, gli ipocriti e coloro che alzano la voce, il 99% dei d.j. che rovinano la musica sparando cazzate e credendo di risultare simpatici, i moggi, la ventura, la parietti, la hunziker, il costanzo, il vespa ed il baudo (tutti appositamente minuscoli) e tutta quella marea di insopportabili star o presunte tali che si credono padreterni e fanno sfoggio della loro inesistente saggezza e superiorità, della loro arroganza e tracotanza.

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I cantanti "protagonisti" del mio romanzo sportivo, Cane Sciolto.

E poi vorrei avere ancora qui tra noi, un grande, che purtroppo non c'è più, il mitico Marco Pantani. Gli dedico questo stralcio del mio romanzo, Cane Sciolto, pagina 435 ... Sembrava di essere tornati ai tempi d'oro del Giro, perlomeno a quelli dell'ultimo ventennio del secolo, con le imprese di Moser, Bugno, Chiappucci o di Pantani che ancora in tanti ricordavano con qualche cartello, qualche commovente striscione, qualche recente scritta sull'asfalto oppure sul costone di un tornante, ricordo indelebile che nessuno si sarebbe mai permesso di cancellare. Solo una frana, improbabile se non impossibile, avrebbe tolto quegli incitamenti, quegli struggimenti, quelle dediche: "Pirata sempre tra noi", "il Pirata è vivo" ed un fantastico " Vai Pirata vola nei mari del cielo".

Ciao PIRATA ... ..

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