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Stragan Kosmiczny

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Stragan Kosmiczny: falce (di luna) e martello (pneumatico)
(articolo tratto da Riot Rock n.69, febbraio 2006)
La ricerca di un vagheggiato Nuovo Ordine del Caos pare essere una delle molle detonanti che, a metà degli '90, spinse i due misconosciuti sperimentatori polacchi Djenko Rubens e Slawomir Pjot a unire le forze per avviare una sorta di "duo industriale interstellare", ovvero il progetto Stragan Kosmiczny. Amici d'infanzia in una disastrata cittadina alle porte di Warszawa, i nostri compiranno i primi passi separatamente agli albori del decennio: Djenko sulle orme dei tradizionali Folky wokalist (quali Leka Tandraja, Pujensky Lowofiat, Majarkojey Duluthtrej, e tanti altri nomi troppo difficili da trascrivere per intero), e Slawomir lungo i nuovi sentieri del PolksPop che in quegli anni trovava massimo successo nei club della capitale (sorta di synth pop con frequenti sbordate nella techny-haus).
Le carriere di entrambi non decollano ed eccoci quindi nel 1995, anno di svolta: Djenko taglia quattro quinti delle corde dalla sua gitara (chitarra tipica del Mazurk sincopato) e acquista un mediocre campionatore a 8 bit ad un Pulz Merkat di Szklarska Poreba, mentre Slawomir dimentica il metronomo su un treno per Szamotuly e brucia in piazza gli spartiti della sua trzonek (tradizionale tromba con sordina non udente). Entrambi avvolti in economiche eco-pellicce di Lontrya Redux (esemplari biomammifeiformi prodotti in laboratorio), si incontreranno una mattina di novembre in un caffè di Warszawa e decideranno che:
A) la loro ricerca individuale del "caos ambientale cosmico" aveva soppiantato ogni tentativo di musica canonica,
B) questa consepevolezza era giunta ad entrambi in quasi contemporaneità,
C) il caffè che stavano bevendo non meritava più di 2 zloty, in quanto palesemente bruciato.
Due mesi dopo, gli Stragan Kosmiczny già erano una realtà nebulosa ma concreta, purtroppo o per fortuna funestata da un'attrezzatura elettronica risalente alla seconda repubblica popolare. A febbraio '96 vede la luce il primo EP, dal titolo "Gwiazda Swinie Krzyczy" (tradotto liberamente: "I latrati dei maiali spaziali"), contenente 6 acerbi viaggi sonori gonfi di sperimentazione interstellare e ingenuità post-comunista: un piccolo successo tra gli intellettuali trotskisti (smaniosi di riconquistare, seppur in altro modo e con risibile ritardo, quel "Cosmo" che l'America capitalista aveva già colonizzato impunemente), ma al tempo stesso un grosso affronto per i critici neoliberali che percepivano probabilmente, tra le incursioni ambient noise del duo, grossolani proclami sovversivi di matrice filo-stalinista.
A causa di queste tensioni, e soprattutto a causa della messa al bando in Polonia di alcune sostanze trieliniche utilizzate sovente dai due anti-musicisti per raggiungere psicomorfi stati d'ispirazione, i nostri cercano provvisorio esilio fuori dai confini: la scelta cade per forza di cose sulla libertina penisola italica. Sbarcati quindi con un filobus clandestino alle porte di Gabicce, i nostri inizieranno un nomade pellegrinaggio lungo l'Italia, approfittando dell'ospitalità segreta di giovani incoscienti groupies reclutate durante i loro improvvisati concerti nei teatri parrocchiali o nei campi di segale delle periferie incolte.
Vi capiterà di incontrarli, forse, lungo gli intricati raccordi statali della vostra città: li riconoscerete per via del loro mezzo (una Polonez multipla strabordante materiale elettrico d'altri tempi, ammaccata su più fronti, con un adesivo di Billy Idol sul cofano), o per via della strana cacofonia che uscirà dall'abitacolo. Finchè un giorno, se gli dei vorranno, non imboccheranno quella superstrada provinciale che li porterà alla loro meta più meritata e anelata: gli snodi galattici del casello di Alpha Centauri, dove si riuniranno finalmente alle stelle, in un'orgia psicosessuale di deragliamento rumoristico. Allora, un'espolsione estatica di vibrazioni cosmiche ci avvertirà dell'avvenuta fusione, sgretolando l'etere come pulviscolo sopra le nostre teste piene di melodie orecchiabili del cazzo. Buon ascolto.
Reg Mastice

My Interests

Music:

Member Since: 20/11/2007
Band Members: SLAWOMIR PJOT:
elektroniczny, sekwencer, traba
(electronics, sequencer, trumpet)

DJENKO RUBENS:
wrzawa, tasmy, jeden sznur gitara
(noise, tapes, one-string guitar)
Influences: Grzyby siekany z Jowisz

Sounds Like: An orthodox polish flaming starship collapsing into a kosmic slaughter-haus filled with screaming blonde nymphomaniacs on speed having sex with thousand horny space pigs, in an early pearly psychedelic morning near the galaxy of Alpha Centauri.
Record Label: unsigned
Type of Label: Indie

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