Emily Dickinson...Ogni dolore che incontro,misuro
con uno sguardo critico;
e mi chiedo se pesa quanto il mio,
o ha una forma più agevole.
Mi chiedo se lo avran portato a lungo,
o appena incominciato.
Non saprei dire la data del mio:
sembra una pena così antica.
E mi chiedo se a loro duole vivere,
se devono tentare,
e se (fossero liberi di scegliere)
preferirebbero morire.
Noto che alcuni, dopo tanta pazienza
alla fine ritrovano un sorriso
a somiglianza di un lume
che alimentino poche gocce d'olio.
Mi chiedo se, quando un cumulo d'annni -
qualche migliaio - coprisse la causa
dell'antica ferita, tanto tempo
potrebbe loro dare qualche ristoro,
o se continuerebbero a soffrire,
nel passaggio dei secoli,
illuminati a una più grande pena
per il contrasto con l'amore.
Molti, si dice, son quelli che soffrono;
e il motivo ne è vario.
La morte è una e vien solo una volta,
e solo inchioda gli occhi.
V'è chi soffre indigenza, e v'è chi soffre il freddo -
v'è la disperazione;
e c'è l'esilio da volti nativi,
sotto un'aria nativa.
Ed anche quando non capisco bene
ogni specie, è per me
uno struggente conforto, passando
per il Calvario,
notare come son fatte le croci,
come gli altri le portano,
affascinata tanto da presumere
che qualcuna sia simile alla miaView All Friends | View Blog | View Pics | Add Comment
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