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Fattore K.

COMPAGNIA TEATRALE DI GIORGIO BARBERIO CORSETTI

About Me

La compagnia Fattore K. è la struttura che permette all’artista di creare i suoi spettacoli in totale autonomia. Con i tecnici, gli artisti e gli attori che ruotano intorno a Fattore K., si creano spettacoli che hanno una forte impronta di novità e ricerca sui linguaggi e le tecnologie, ed una capacità di comunicare con il pubblico immediatamente attraverso le emozioni, la sorpresa e le immagini create in scena. La Compagnia è impegnata a produrre e promuovere il lavoro di artisti eterogenei, svolgendo una funzione di aiuto e spinta alla nuova creazione ed alla drammaturgia contemporanea.La partecipazione di attori, registi e tecnici alla nostra attività è totale, poiché alcuni di loro sono impegnati anche negli spettacoli di Giorgio Barberio Corsetti, unendosi a seconda delle necessità delle creazioni al nucleo storico della nostra compagnia. Crediamo che la vera forza di una struttura indipendente come la nostra sia di basarsi su un gruppo ricco e diversificato, ma omogeneo nella passione e nella necessità di fare teatro. Così le risorse a disposizione sono messe a frutto al meglio, senza sprechi e inutili dispendi.La nostra attività, ampia e varia, vuole sopratutto raccontare il mondo che ci circonda, in cui siamo immersi e viviamo la nostra vita, con le sue contraddizioni, le sue ricchezze e povertà, individuando nel fondo di una quotidianità piatta una forte tensione etica, attraverso la scrittura di autori contemporanei, attraverso il lavoro di ottimi attori e la messa in scena, che include in alcuni casi le tecnologie più avanzate.___________________________________________________ ___________________ ..Foto di Achille Le Pera dallo spettacolo TRA LA TERRA E IL CIELO di Giorgio Barberio Corsetti____________________________________________________ ____________Si racconta la giornata di quattro personaggi: un uomo ed una donna, arrivati e pieni di certezze, e un ragazzo ed una ragazza, agli inizi della loro lotta per la sopravvivenza, pieni di incertezze. Ognuno dei quattro vive un giorno un po’ speciale, perché oltre alle persone che fanno parte della sua abituale quotidianità, incontra angeli, diavoli, e a un certo punto la Morte, con il suo seguito di spiriti, che si presenta per ricordare che tutti alla fine le appartengono. Nel fondo si agita e dibatte la questione morale, ovvero l’antica lotta tra il bene ed il male, e l’eterna domanda: perché sia possibile il male nel mondo e nell’uomo. Ognuno degli attori, oltre a interpretare il proprio personaggio principale, ricoprirà i ruoli “secondari” nella giornata degli altri personaggi principali: in più in un momento ognuno dei quattro principali incontrerà gli altri… Questo permetterà di creare una sarabanda di situazioni e di vedere sfilare una notevole galleria di personaggi “moderni” e di altri più “antichi”, vale a dire metafisiche presenze, della cui realtà si può dubitare, ma di cui è difficile sbarazzarsi nell’immaginazione… Lo spettacolo è pensato per spazi teatrali di media grandezza. Lo spazio scenico sarà diviso in due: da una parte un set in campo blu per le riprese video, dall’altra uno schermo bianco. Nella parte blu una telecamera riprende gli attori sul fondo neutro, che poi elettronicamente sono immessi nell’immagine di scenografie varie, create in modellini e riprese a vista. Sullo schermo è proiettato il risultato della sovrapposizione. Gli attori potranno così recitare anche davanti allo schermo dialogando con l’immagine dei propri partner, o direttamente con loro nel blu. Dunque nello stesso tempo lo spettatore può vedere gli attori in azione, l’elaborazione del modellino e la sovrapposizione delle due immagini nello schermo. Un cortocircuito tra presenza ed immagini, realtà ed immaginazione, che ben si presta al tema metafisico della piece. Gli oggetti, i luoghi, gli ambienti non sono reali, tutto si svolgerà nel vuoto, nella scena blu che è pura virtualità. La tecnica utilizzata è quella del “chroma-key”. Tutto si presta a un gioco di teatro molto scoperto, reso evidente con l’artificio dell’elettronica e dell’elaborazione delle immagini. Il pubblico godrà di una visione multipla e assisterà al montaggio di una realtà virtuale, avendo sotto gli occhi il processo che la definisce. ____________________________________________________________ ____"Diavoli spuntano da sottoterra, angeli giungono al volo dal cielo; quattro personaggi, un uomo ed una donna, un ragazzo e una ragazza, colti in diversi momenti della loro quotidianità, sono costretti dalle extrasensibili irruzioni a un confrontarsi con l’eterna lotta tra il bene ed il male. Anche Dio si rivela, appare e porta prove ed argomenti a favore e contro la propria esistenza. Nel mondo dei nostri giorni si svolge la piece, un “mistero”, o auto sacramental moderno e profano, tanto comico e triste, serio e ridicolo quanto lo sono le vicende che costellano la nostra esistenza in questi tempi frastagliati e piatti. Si metteranno in opera trucchi e cabale elettroniche, proiezioni, illusioni, trompe l’--il, apparizioni. Dialoghi serrati, tanta suspense… Infatti tra l’altro viene trattata la questione principale scottante: cosa aspettarsi dopo la visita della Comare Secca? Naturalmente anche Lei interviene a dire la sua… non lineare, naturalmente, è la Falciatrice... anzi molto ambigua e fredda… ma gli spiriti che la accompagnano al contrario si accalorano, e contraddicono, ovviamente… niente di certo se ne può ricavare, ma tante opinioni contraddittorie… come le nostre oscillazioni su questi argomenti ultimi." Giorgio Barberio Corsetti ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ _______ In linea con l'attività di sostegno alle giovani compagnie teatrali e di diffusione della drammaturgia contemporanea, Fattore K. produce il nuovo testo scritto da Giampiero Rappa dal titolo PRENDITI CURA DI ME, vincitore nell'anno 2007 del premio per la drammaturgia europea Enrico Maria Salerno. Rappa mette in scena il testo teatrale insieme al gruppo di Gloriababbi Teatro (formato dallo stesso Giampiero Rappa insieme a Filippo Dini, Andrea Di Casa, Sergio Grossini e Mauro Pescio).Una vicenda assolutamente realistica e ricca di colpi di scena, ambientata nel contesto ambiguo e spregiudicato della sanità nazionale. Un medico di fama, la sua tormentata vita privata, il cinismo della professione, i compromessi e le tentazioni della politica: tutto si tiene in un dramma ambizioso iscritto nel solco stilistico della tradizione teatrale italiana.___________________________________________________ ____________________________________________________________ ________________ALLA META-di Thomas Bernhard-di e con Federica Santoro-una produzione FATTORE K---commedia della spregiudicatezza e dell'intransigenza ovvero uno scompiglio/ ora scriverò delle parole perchè questo si fa/ ma se fossi davvero coraggiosa non scriverei niente/ Lo spettacolo come il testo è concepito in due atti, il primo si svolge all'interno di una casa signorile ormai in evidente decadenza, la casa della Madre e di sua Figlia, l'azione corre intorno all'attesa dell'arrivo di uno Scrittore di teatro, pronti per partire verso un agognato luogo di villeggiature a Katwik, Madre Figlia e Scrittore più o meno "felicemente" insieme. il secondo atto è il complemento del primo sono arrivati alla meta, lì regna il sienzio, la parola e il beffardo rivoluzionario destino. lì ci sono io.LA STORIA DI RONALDO IL PAGLIACCIO DEL MC DONALD'S di Rodrigo Garcia regia di Giorgio Barberio Corsetti con Andrea Di Casa - una produzione Fattore K - FOTO DI ACHILLE LE PERAIl pagliaccio Ronaldo, ormai noto a tutti perché mascotte dell’impero dei fast food e simbolo della tanto discussa globalizzazione, è forse il personaggio che meglio rappresenta lo spirito dell’opera dell’autore/attore argentino contemporaneo Rodrigo García, che per la prima volta in Italia sarà rappresentato dall’ attore Andrea Di Casa. Espressione di un teatro sempre più volto al sociale e convinto del suo ruolo attivo nella formazione e nella vita dell’uomo, questo testo si allontana dalla ricerca estetica e descrive, con un linguaggio estremamente concreto e familiare, la realtà del nostro Occidente che affoga nell’abbondanza e negli eccessi. Risulta evidente la ricerca di un linguaggio critico e creativo, colloquiale, a volte volgare e scioccante, che tende a colpire e a stordire lo spettatore utilizzando la realtà quotidiana, specchio di una civiltà impazzita e irresponsabile. É un teatro decisamente fisico, in cui il testo è inscindibile dalla messa in scena, perché determinato da continui stimoli sensoriali - olfattivi e visivi - che attaccano “violentemente” lo spettatore, concedendogli di tanto in tanto anche quel po’ di ironia e di umorismo necessari a smorzare un messaggio altrimenti eccessivamente diretto e brutale.____________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________LA MORTE E LA FANCIULLA I E III drammi di principesse di Elfriede Jelinek, regia di Federica Santoro, con Luisa Merloni e Federica Santoro le ossa, le ossa, le ossa 1-Biancaneve e il Cacciatore , notte trasfigurata in bosco oscuro, la bellezza e la morte , un faccia a faccia osceno. 2-Rosamunda e Fulvio, giorno, il mondo scrocchia in a good mood.il senso, l'azione, la parola, la messa in scena, l'altro immaginario, e dulcis in fundo due mostri....piccolo prologo sulla jelinek I Prinzessendramen (Drammi di Principesse) è un ciclo di atti unici di varia forma e misura che Elfriede Jelinek va elaborando dal 2001. Protagonista di questo progetto letterario e teatrale è l’immortale figura della "principessa": quella vera, eterna, della favola (Biancaneve, Rosamunda) quella moderna, da rotocalco (Jackie Kennedy), messa in mostra nella teatralità di una scrittura che diventa vero linguaggio che tutto comprende e illumina crudelmente: schemi preordinati, storici e sociali, luoghi comuni, miti popolari, e anche se stesso, la sua stessa potenza e fallacità. Il teatro della Jelinek, trattando temi quali la politica, il sociale (condizione della donna), il linguaggio del potere, è una miccia accesa, sempre sul punto di esplodere e risveglia in noi un autentico spirito di rivolta, nella sua scrittura non ci sono regole; la regola fondamentale è che non ci siano regole. Nell'area degli scrittori-drammaturghi contemporanei che potremmo definire "maledetti", figli degeneri della tranquilla Austria (Thomas Bernahrd, Werner Schwab) Elfriede Jelinek è la voce femminile più innovativa e provocatoria, dove per "femminile" si intende la capacità di creare un linguaggio prolifico nel generare una molteplicità di significati; in particolare nei testi teatrali, la provocazione non riguarda solo il contenuto, che tocca temi scottanti, mai in un modo banale e moralistico (la condizione della donna nella società, l'accesso al potere, la visione della storia attraverso il nostro contemporaneo), ma anche il piano della messa in scena, che viene negata nelle sue regole fondamentali: azione, personaggio, luogo, esistono solo tra le righe in una visionaria libertà. La parola della Jelinek è allo stesso tempo puramente teatrale, perché è, in primo luogo, materia vocale, con un corpo sonoro vivo e presente fatto di fonetica, ritmo, una musica assolutamente inscindibile dal senso.i due mostriL’intento fondamentale della nostra ricerca su questi testi è di sintetizzare la stratificazione e la simultaneità di senso, materia vocale, e attitudine performativa. La morte e la fanciulla I e III sono i primi atti della serie: due dialoghi tra Biancaneve e il Cacciatore e tra Rosamunda e Fulvio, tra una figura maschile e una femminile, tra la Morte (in tedesco al maschile) e la Fanciulla, appunto. la radicalità di questi testi si evidenzia lì dove il personaggio sparisce nella Figura, il Maschile e il Femminile si confrontano su un terreno assoluto, dove chi decide e chi agisce le regole, è un fantoccio (la raffigurazione di una funzione sociale, e quindi assoluta). L'impersonare ruoli maschili e femminili, non è quindi secondario ma mette in primo piano il punto fondamentale, l'incontro in scena del maschile assoluto e del femminile assoluto in tutte le accezioni."..Io ingrandisco (o riduco) le mie figure in una dimensione super-umana, ne faccio dei fantocci visto che devono stare su un piedistallo. L’assurdità della situazione teatrale- si guarda qualcosa su di un palcoscenico!(…) Non mi sforzo di rappresentare uomini completi, con errori e debolezze, ma mi interessa la polemica, il contrasto violento, colori accesi, una pittura in bianco e nero, una sorta di tecnica a intaglio. Io colpisco per così dire con l’ascia, in modo che non cresca più l’erba dove sono passate le mie figure. (…) Elfriede JelinekLa nostra idea di messa in scena ruota intorno al vuoto che la parola della Jelinek crea, alla sua visionarietà, trash e allo stesso tempo filosofica, che si ripercuote sullo spazio scenico e sul corpo dell'attore, e ti trascina nel desiderio di un rapporto con la scena primario, animalesco, crudele. I due dialoghi tra la Morte e la Fanciulla sono dei confronti paradossali, perversi e ironici dove la parola è un filo teso tra due poli opposti, è concreta e pericolosa, è una questione di vita o di morte.la verità 7x7Tutto quello che abbiamo detto, scritto, analizzato fin'ora è il fondamento di cui ha bisogno questo testo per essere agito, partiamo da questo sconquasso, da questa rivolta. Tutte queste riflessioni sono la zappetta per scavare, andare a fondo, scoprire, mettere alla luce i nostri cadaveri, i nostri vermetti, quelli in cui siamo tutti invischiati; tutte queste riflessioni, ripetiamo, sono l'altrove; lo spettacolo sarà a sua volta altrove, sarà un oggetto che avrà una sua indipendenza, una sua partitiura visonaria di voce e di azioni percepita nello spazio, il nostro lavoro è la ricerca di questo spazio, interno ed esterno a noi, dove in primis appariamo noi come oggetti creativi e portatori di senso e non. Questo per mettere un accento sull'oggetto che sarà..., in qualche modo sarà... un non spettacolo, nel senso che l'idea della non rappresentazione è il tema principe nei -Drammi di Principesse- la domanda è talmente forte la visione talmente accecante da diventare irrapresentabile (questo lo dice subito la Jelinek: scordiamoci il teatro, per favore! più o meno in questo modo! iniziamo già a prendere possesso!vedete!), questo ci pone la questione x, ci materializza e concretizza ad un livello tale da essere mostruose, e tremendamente belle, innominabili eppure siamo Federica e Luisa e il pubblico ci guarda! N.B-Rappresentabile e irrappresentabile si può sostituire con presentabile e impresentabile.

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Member Since: 11/7/2007
Band Website: fattorek.net
Influences: Giorgio Barberio Corsetti fotografato da Achille Le PeraGiorgio Barberio Corsetti si è diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico con un saggio di regia su Nietzsche e Laforgue, La Gaia Scienza, che darà il nome alla prima compagnia da lui fondata nel 1976 e che scioglierà nel 1984 per dar vita ad nuovo gruppo che porta il suo nome. La Compagnia Teatrale di Giorgio Barberio Corsetti assume nel 2001 la denominazione di Fattore K. La sperimentazione dell’uso del video nella drammaturgia teatrale è uno dei tratti caratteristici del teatro di Giorgio Barberio Corsetti che si ritrova come segno fondante di molti suoi spettacoli come La camera astratta del 1987 realizzato con Studio Azzurro di Milano. Altro tratto dominante della sua biografia artistica è la rilettura e la riscrittura teatrale delle opere di Kafka iniziata nel 1985 con Descrizione di una battaglia e a cui fanno seguito America (1992), Il Castello (al Théâtre National de Bretagne,1995), Il Processo (1998) . Si ricordano inoltre Faust e Mefistofele (1995); L’Histoire du Soldat, un inedito di Pier Paolo Pasolini realizzato con Mario Martone e Gigi Dall’Aglio e presentato al Festival d’Avignone (1995), La nascita della tragedia, un notturno, spettacolo itinerante nel quartiere multietnico dell’Esquilino di Roma (1996); Il corpo è una folla spaventata da Majakovsky (1996) e Notte (1997). Nel 1997 Barberio Corsetti realizza il suo primo spettacolo in Portogallo al Teatro Nacional S. Joao di Oporto, I giganti della Montagna di Pirandello cui seguirà, nel 1999, la regia di Barcas, un testo classico dello scrittore portoghese Jill Vicente. E’ del 1998 il già citato Processo (premio Ubu 1999) che segna l’inizio di una collaborazione tra Barberio Corsetti e il Teatro stabile dell’Umbria che porterà alla realizzazione, nel 1999 di La Tempesta di Shakespeare, anch’esso presentato al Festival d’Avignone. Nel 2000 realizza a Roma, nell’ambito delle manifestazioni dedicate al Giubileo, una nuova creazione, Graal, ispirato ai testi di Chrétien de Troyes e Wolfram Von Eschenbach. Dall’inizio del 1999 è stato direttore artistico del Settore Teatro della Biennale di Venezia, dove ha debuttato nel mese di Luglio 2001 il suo ultimo lavoro Woyzeck di Georg Büchner. Nel maggio del 2002 debutta con la regia del Don Giovanni di Molière al Thèatre National de Strasbourg, e a settembre dello stesso anno debutta alla Biennale di Venezia con Le Metamorfosi da Ovidio con gli attori della compagnia Fattore K. e gli artisti della compagnia Les Colporteurs. Lo spettacolo verrà ripreso poi a Roma, nell’ambito di “Metamorfosi – Festival di confine fra teatro e circo” realizzato dalla compagnia Fattore K. tra il 14 settembre e il 6 ottobre 2002. A luglio 2003 debutta all’Ortigia festival di Siracusa con Animali, uomini e dei, secondo spettacolo ispirato alle Metamorfosi di Ovidio: una creazione per l’area archeologica dell’Orecchio di Dionisio che sarà successivamente presentata a Roma, nella cornice di Villa Borghese, per la seconda edizione del Festival Metamorfosi. Ad ottobre debutta al Romaeuropafestival 2003 con Iniziali BCGLF: una creazione condivisa con Giovanni Lindo Ferretti. A febbraio del 2004 debutta al teatro Palladium di Roma con Metafisico Cabaret, uno spettacolo scritto insieme ad alcuni dei suoi attori. "METAFISICO CABARET" FOTO DI ACHILLE LE PERA (nella foto Federica Santoro e Filippo Timi)Il 31 agosto 2004 debutta al Teatro India in Roma “Paradiso”, ispirato al Paradiso Perduto di J. Milton e ai miti della tradizione giudaico cristiana. Lo spettacolo e si inserisce nel percorso di ricerca che coniuga il teatro alla arti circensi. "PARADISO" FOTO DI ACHILLE LE PERAIl suo incontro con l’opera è del 1999 quando dirige al Teatro La Fenice di Venezia Maria di Rohan di Donizetti. Nel maggio del 2001 realizza per il Teatro Vittorio Emanuele di Messina La Bohème e nell’estate dello stesso anno realizza per il Festival Pergolesi-Spontini di Jesi le due operà-comique Julie e Milton di G. Spontini. Nell’ottobre 2002 mette in scena per il Gran Teatro La Fenice di Venezia Medea di A. Guarnieri. Debutta al Maggio Musicale Fiorentino a febbraio 2003 con Il letto della storia di Fabio Vacchi. Nell’aprile 2004 realizza per il Teatro dell’Opera Estaba la madre con le musiche di Louis Bacalov e le coreografie di Enzo Cosimi. Nel giugno dello stesso mette in scena il Gesualdo per l’Holland festival. In ottobre 2004 ha debuttato Le Luther de Venice di G. Dazi al Théatre du Chatelet a Parigi. Barberio Corsetti ha diretto, inoltre, il Falstaff al Théatre de l’Opera di Strasburgo debuttato il 10 dicembre 2004. Dall’inizio dell’anno 2004, Giorgio Barberio Corsetti è consulente per il teatro e la danza presso l’Auditorium – Parco della Musica di Roma. Nel 2005 nella cavea dell’Auditorium di Roma mette in scena Argonauti tratto dalle Argonautiche di Apollonio Rodio. "ARGONAUTI" FOTO DI RICCARDO MUSACCHIO Nel 2005 è a lui affidata l’inaugurazione del festival Maggio Musicale Fiorentino a Firenze con la messa in scena dell’opera lirica Tosca. Nel Novembre del 2005 si dedica alla messa in scena de L’Orfeo di Claudio Monteverdi per l’Opera di Lille e cura la regia del monologo di e con Filippo Timi La vita bestia che ha debuttato in prima assoluta al Teatro India di Roma. Ha debuttato in febbraio 2006 con Il colore bianco tratto dai racconti sui miti nordici, commissionatogli dalla Fondazione Teatro Regio di Torino per le Olimpiadi della Cultura che si sono svolte nell’ambito dei giochi olimpici di Torino 2006. Nell’estate 2006 Barberio Corsetti mette in scena con la compagnia Fattore K. Dioniso nato tre volte nell’ambito del festival di Ortigia a Siracusa in Sicilia. Lo spettacolo è un ritorno all’universo dei miti greci ispirato all’opera di Nonno di Panopoli. Nel Dicembre 2006 cura la regia del progetto Porto Palo. Nomi su tombe senza corpi ispirato alla tragedia del naufragio del 1985 e che viene presentato presso l’Auditorium Parco della Musica a Roma. Contemporaneamente lavora alla regia dell’opera di Rossini La pietra del Paragone che debutta al Teatro Regio di Parma. Nell’estate 2007 ha debuttato nell’ambito della prima edizione del “FestiVAl”, nella splendida cornice delle Grandi Terme di Villa Adriana a Tivoli con Dionisiache ispirato a Le Dionisiache di Nonno di Panopoli. Sempre in agosto 2007 debutta al “Festival Benevento Città Aperta” lo spettacolo La storia di Ronaldo il Pagliaccio del Mc Donald’s, un testo di provocatoria intelligenza dell’autore argentino Rodrigo Garcia, attualmente in tournée.
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