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About Me

“[...] Ieri mattina, in biblioteca, ho preso un grosso libro che ha attirato la mia attenzione. Non so spiegarmi il perché, ma era come se mi chiamasse. Mentre lo sfogliavo ho notato delle righe scritte a penna. “All you need is love”, mi ricordava una nota canzone dei Beatles. Poi, tra parentesi, il nome di “Krishna” ed un “Hari Bol”. La data, 31/3/70 ed una firma, George Harrison. In India può succedere anche questo: sfogli un libro e scopri che uno dei Beatles, morto solo poco tempo fa e notoriamente Hare Krishna, nel ’70 si è divertito a scarabocchiare un prezioso libro della biblioteca dello Yoga Niketan ashram, magari seduto sulla sedia su cui sedevo io, e magari dirigendo lo sguardo fuori dalla finestra, verso gli alberi di mango su cui i miei occhi hanno vagato per quasi due mesi ogni mattina in quella “library” piena di scaffali e Vasudeva che non finiva mai di sistemare, catalogare, numerare i libri… Questo può accadere in India… Che apri casualmente un libro e scopri l’autografo di uno dei Beatles. Può succedere che una scimmia ti rubi le banane, che i rickshaw ti schizzino il fango sul kurta bianco nella stagione dei monsoni, che il più bel ragazzo mai visto ti chieda di sposarlo e che un maestro di Yoga venticinquenne di nome Madhu (miele) ti adotti come sorella nella giornata del Raksha Bandhan, in cui si festeggia l’amore tra fratello e sorella, regalandoti un orologio ed una scatola di dolci. Può accadere che uno Swami del Brahmananda ti accompagni a fare shopping e si lamenti dei prezzi coi venditori; che ti scambino per giapponese, nonostante i tuoi occhi non siano proprio a mandorla, o che ti innamori del Maestro di Yoga più sensuale che abbia mai conosciuto. In India può accadere di mangiare divinamente, di incontrare sadhu “fumati” o che ti scordi completamente del cellulare. In India può accadere che due cani facciano la guardia, di notte, davanti alla porta della tua camera, e vadano via solo quando suona la campana della sveglia. Che durante la cerimonia dell’Aarthi, al tempio Parmarth, le donne più anziane versino il loro fuoco nel tuo, e che affidi il tuo cestino, composto di foglie di mango, fiori e candele, alla furia del fiume sacro, pregando Shiva affinchè ti regali l'Illuminazione o, perlomeno, ti faccia capire che senso abbia tutto questo. Accade in India che un serpente velenosissimo sosti davanti alla tua camera, o che le scimmie bevano acqua e bicarbonato dal tuo bicchiere in camera. Che le farfalle abbiano colori straordinari e gli scoiattoli si arrampichino sugli alberi alla velocità della luce. Accade in India che i muratori trasportino un mattone alla volta, senza fretta, tanto chi glielo fa fare di correre! In India può accadere che, durante la festa di Shiva, i pellegrini ti chiedano di scattarti delle foto, increduli al pallore del tuo viso. Accade che uno Swami prenda commissioni dal rivenditore di seta da cui acquisti un saari rosso per il matrimonio di tua sorella a giugno. E che un tuo amico italiano racconti storie assurde di contatti con l'aldilà. Ma in India può accadere anche che i bambini, per strada, ti salutino, correndo verso di te ed urlandoti "Halloooo, Mem!". E che non ti chiedano l'elemosina... Perché chi crede che l'India sia "solo povera" si sbaglia di grosso: io non ho mai visto tanta ricchezza d'animo, di spirito... Un cuore grande quanto quella straordinaria terra, bagnata dai monsoni, immersa nel fango e negli escrementi delle mucche sacre, che odora di cacca e disinfettante, ma anche di chapati e mango, tanto mango... L'ananas, poi...”© Marcella Boccia da "Diario dall'India" (Edarc, Firenze, 2007)

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Posted by on Sat, 31 Dec 2005 23:00:00 GMT