Sono nato a Napoli negli anni 80 e molto probabilmente starei meglio altrove. Suono la chitarra, sono un tecnico del suono con cognizione di causa e sto imparando a cantare. Sono una vittima della rivoluzione hendrixiana e poi di quella marleyana (e me ne assumo le conseguenze sul piano artistico e nella vita in generale). Penso che myspace ed altri social networks siano pareti virtuali tra le quali rinchiudere la gente e isolarla per indirizzarla verso i bisogni relativi della vita, onde evitare il contatto e la diffusione dei valori umani, dannosi per il capitalismo. Questi spazi costituiscono grossi serbatoi di dati sensibili e informazioni funzionali alle indagini di mercato. Se li dobbiamo usare come mezzi di comunicazione, di espressione o come strumento di partecipazione, cerchiamo di non farci distrarre o distaccare dalla vita reale e nella consapevolezza che, oltre ad un grosso supermercato, la rete sta diventando uno strumento di propaganda e di indagine economica travestito da strumento di liberazione. PLAY LOUD!