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SATURATION

Saturation

About Me

Band microstampata a Ravenna nel 2007 e saldata con due chitarre, basso, batteria e voce. All'oscilloscopio il soundrisulta pieno di armoniche hardcore con tracce di saturazione d'onde acustiche partorite dalle bacchette del generatore diforma d'onda di gruppo e scandite con precisione da orologio atomico.



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Music:

Member Since: 10/29/2007
Band Members: Got - Drums; Chain - Guitar; Spider - Guitar; Ema - Vocals; Rex - Bass;


"Mai come oggi ci chiediamo se la musica possa servire alle cause (perse) del mondo. Perchè mai i giovani dovrebbero musicare gli orrori (globali) negli altrimondi o quelli (locali) nel proprio? Importa davvero a qualcuno che un musicista ponga il suo impegno al centro della propria opera? Forse che i ladri smettono di rubare, i politici di farsi corrompere, che la spazzatura si incenerisce da sola, che i diritti conquistati dopo lunghe battaglie civili vengono rispettati, per rimanere in casa nostra? Forse che a Gaza i palestinesi bevono e mangiano come gli israeliani, i bambini africani smettono di morire di aids o per denutrizione, per guardare altri mondi? A volte, presi dallo sconforto, la risposta a questa domanda diventa un no ovvio, facile, qualunquista, come forse lo è la domanda. E invece succede sempre qualcosa che ti faccia dire che la musica può servire alle cause (perse) del mondo. Una nascita, una morte inattesa, la vita che ti dà o toglie, sono le ragioni per cui la musica deve essere davvero una musica del tempo, sono le ragioni per cui un musicista deve impegnarsi. La musica deve farti domandare, deve farti ascoltare, deve inchiodarti al muro, ti deve chiedere risposte. Ti deve fare sognare perchè tu possa riconoscere i sogni veri da quelli effimeri, ti deve far riconoscere non solo il bianco o il nero ma tutte le sfumature fra questi due non-colori. Sono le sfumature che danno il colore alla vita, che danno colore alla musica. Qualcuno potrà obiettare che sia molto facile prendersi a cuore le cause perse, che sia un modo di fuggire dalla realtà personale, che sia un modo politicamente corretto di scaricarsi la coscienza dai sensi di colpa di cristiana induzione. Forse è anche questo, ma non ce ne può fregare di meno, in questo momento. Prima forse era solo questione di ideali. Crediamo che ora invece, sia questione di doveri verso le generazioni future, di diritti negati a troppi, troppi. Ovunque ci sia ricchezza c’è povertà che la genera. Non lo diciamo noi. Lo si vede in ogni angolo del nostro mondo. Lo vediamo e ci crediamo impotenti, ma non è così. C’è una potenza in essere, in chi ci crede, e non solo parole, non è aria fritta. Quella lasciamola ai potenti, ai politici, a quelli che credevano in qualcosa di diverso ieri ma si adeguano all’uguale oggi. Lasciamola a quelli che hanno fatto del ’68 un ideale allora e si dimenticano delle lotte sindacali e delle conquiste civili oggi. La musica può uscire da queste logiche perchè ha un linguaggio universale. La musica del tempo, attraverso la quale gli esseri umani possono comunicare tra loro, possono sentire sensazioni comuni, trasmettere valori, stati d’animo, sogni, speranze. Basta davvero poco per sentire "quel" tempo che ti può migliorare la vita. Basta prestare solo un po’ più attenzione di quello che non si creda. Rallentare e ascoltare un po’ di più. C’è una "resistenza" strisciante e sotterranea che si oppone all’ovvio e al sicuro. C’è e parla attraverso la musica. Si può imparare ad ascoltarla, non è appannaggio di pochi eletti, non è più così. La si può cercare su myspace o sentirla da un amico e trovarla per passaparola. Ci sono tante storie da raccontare e la musica è un meraviglioso veicolo universale non inquinante per raccontarle. E c’è anche posto per tutti. Da David Byrne ai Pivenelsacco (suonatori di pive emiliane) tanto per sparare due nomi tra i più lontani fra loro come genere e non solo musicale. In mezzo, un universo di musica di tutti i colori e suoni. Chi si muove crea energia e influenza generazioni. Questo è il "nostro" tempo e, fra i tanti diritti che accampiamo, almeno un dovere dobbiamo rispettarlo. Quello di impegnarci per la cause (perse) del mondo (più o meno grandi). Con grande leggerezza d’animo ma con la ferma e dura coerenza. Seguendo l’esempio dei grandi, o anche solo dei nostri compagni di viaggio." -in memoria di Luca Giacometti, che attraverso il suo bouzouki parlava di libertà, di amore, di pace-..
Influences: Devastazione, Hardcore, Amore, Santità
Record Label: unsigned
Type of Label: None