Periodico di informazione, attualità e cultura musicale a cura del Saint Louis College of Music
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Direttore Responsabile Salvatore MASTRUZZI
Editore
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Jazz&Blues, Ballet Rossella GAUDENZI
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LA MUSICA E' PECCATO
PERCHÉ È FEMMINA, PERCHÉ COMPORTA SACRIFICI,
PERCHÉ È UN RE E I RE PECCANO, PERCHÉ RENDE SCHIAVI,
PERCHÉ È DIFFICILE RESTARE SUL SI SENZA VOLER SUONARE UN DO
Come fosse facile esprimere la musica in lettere.
Certo che la prima nota significa dare e, in prima persona; DO : non fa altro che sottolineare l'altruismo della musica, che nemmeno inizia la sua scala che già lo dice: io dò. E dare, dà .
RE perche' e' il re, non la regina, ma comunque la prima, quella che, ferma, guarda la guerra dalla scacchiera e che va difesa dallo scacco matto anche a costo di essere mangiati.
Il MI e' il riflessivo: e allora e' come guardarsi a uno specchio e dire «quello sono io», dunque mi do.
FA , ossia fare lei fa, ma se e' terza singolare e' anche imperativo, e allora la musica falla, non starti a guardare allo specchio mentre la regina si da', perche' la devi difendere, tu che sei uno stupido pedone.
SOL , come il sole dei romantici e dei poeti, che sposa Re, Dio Sole di Eliopoli nell'antico Egitto creatosi da solo, essendosi formato da un tumulo o un fiore di loto. Il sole e' il corpo di Re, o solamente il suo occhio. Il sol e’ il suo orecchio.
LA cioe' articolo determinativo femminile singolare, come la musica e' femmina su questa nota piu' che sul re della scacchiera, e la femmina e' musa.
SI , perche' e' indubbiamente un sì. Ma il si costa sempre caro, e infati la settima nota ricevette il suo nome definitivo solo nel XVI secolo dalle iniziali di Sancte Iohannes, forse la riprova che dirlo non e' mai facile.
Ma in fondo, nel do ci sono i servi, nel re il cantare, nel mi le gesta, nel fa le meraviglie, e' nel sol che ci sono i peccati. Nel la ci sono le labbra. Nel si c'e' un santo, ma non si suona facilmente senza voler fare un do.
AFFINCHE' I TUOI SERVI POSSANO CANTARE CON VOCI LIBERE LE MERAVIGLIE DELLE TUE AZIONI, CANCELLA IL PECCATO DALLE LORO LABBRA INDEGNE.
« Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve polluti
Labii reatum,
Sancte Iohannes »
C'e' tutto questo in una scala. E se il re non è stato salvato, restano meraviglie e gesta di musica compiute su una scacchiera che produce chicchi di riso pari ai raccolti di un regno per ottocento anni (un chicco per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta e così via), gli stessi che un re dovette al brahmino Lahur Sessa per avergli spiegato che non esisteva un modo di vincere una battaglia senza sacrificare un pezzo, suo figlio.
Dunque suonate gente, suonate. Ma sappiate anche ascoltare, per non sacrificare la musica stessa.
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