Tante cose da dire e molto spazio per farlo… ma poca voglia di comunicare con il mondo, se non tramite la musica.
Un po’ di bio!
Inizio a studiare il basso elettrico nel maggio del 2000 da autodiatta, prendendo Flea dei Red Hot Chili Peppers e John Paul Jones dei Led Zeppelin come punti di riferimento e più in generale tutta la musica hard rock dei meravigliosi anni ’70. Da ottobre dello stesso anno inizio a seguire i corsi di Valter Poli, che mi inizia letteralmente alla musica.
Nel giro di qualche mese arrivano poi le prime esperienze in cover band, suonando veramente di tutto: dai Red Hot a Ligabue, dai Deep Purple agli U2; però vuoi per “esigenze musicaliâ€, vuoi per il carattere delle persone, non rimasi mai più di un mesetto o due in ogni gruppo. Nel 2003 inizio a suonare stabilmente con quelli che erano i Revival State, cover band fiorentina composta di ottimi musicisti, con i quali arrivano anche le prime serate dal vivo ottenendo anche riscontri gratificanti. Nel periodo che va dal 2003 al 2006 poi matura il progetto “ex Revival State†di composizione di musica propria. Alcuni componenti cambiano e si arriva a formare i “Fade†(www.myspace.com/fadesounds) dove suono tuttora: band rock con voce femminile e molte influenze dal mondo della musica progressive. Arrivano molti consensi e pure una finale delle selezioni per il Pistoia Blues sfumata proprio all’ultimo, piazzandoci al secondo posto ma ottenendo pareri positivi anche dai media che seguivano l’evento.
Come poi accade quando meno ci si aspetta, nell’ottobre 2007 vengo contattato dai Roselyn Club (www.myspace.com/roselynclubitaly) e preso come membro stabile del gruppo. Cover band di ottime capacità tecniche e grande carisma, dalla fine del 2007 è tornata a fare numerose serate dal vivo.
Concezione dello strumento.
Forse la parte più noiosa per chi non suona uno strumento, ma che tengo comunque a scrivere.
Personalmente parto dal presupposto che il basso elettrico abbia le stesse potenzialità di un qualsiasi altro strumento, specie se affiancato alla chitarra elettrica. Ciò non vuol dire mettere ovunque virtuosismi ipertecnici alla Billy Sheenan (anche se male non fanno!), significa invece sfruttare il basso elettrico per esprimere “sensazioniâ€. Ho discusso anche pesantemente anche con colleghi bassisti su questo argomento i quali, probabilmente limitati dalla iniziale facilità con cui si può iniziare a suonare il basso e dalla semplicità delle linee da suonare nelle cover più o meno classiche, non si sforzavano più di tanto ad interpretare i pezzi o a sfruttare a pieno le opportunità che questo strumento può dare. Grave errore secondo me…
Ho sempre tenuto parecchio a questa cosa e penso che si senta prima di tutto dalle linee di basso che ho scritto per i pezzi dei Fade, ma anche dall’interpretazione delle cover nei Roselyn.
Forse tanta gente non se n’è ancora accorta ma…. il tempo del basso elettrico come mero strumento di accompagnamento è finito da un pezzo.