Dalle foche alle balene, dalle torture agli animali di laboratorio alle devastazioni di interi abitat.
La mancanza di rispetto dell’uomo verso la natura e ciò che essa produce non ha limiti.
Cartesio (1596-1650) pioniere della modernità stabilisce una differenza radicale tra l’uomo e l’animale, che è, per lui, esclusivamente una cosa.
Gli animali sono, per Cartesio, macchine, cose automatiche incapaci di pensare e avere sensazioni.
Conseguenze pratiche: si ritenne giusto inchiodare senza anestesia cani vivi per aprirli e studiarne l’anatomia e il sistema nervoso. Non era il caso di porre attenzione alle loro grida di dolore: le macchine, infatti, fanno rumore ma non hanno sensazioni.
Sono passati 350 anni, ma , per molti “scienziati†pur mossi da certa fede nel progresso, sono contradditoriamente trascorsi inutilmente.
L'antivivisezionismo scientifico
Ogni specie animale è biologicamente, fisiologicamente, geneticamente, anatomicamente molto diversa dalle altre e le estrapolazioni dei dati tra una specie e l'altra sono impossibili.
Quindi, al di là dell'aspetto etico, va considerato il fatto che gli esperimenti sugli animali sono considerati antiscientifici da un numero sempre crescente di medici, che non accettano più la validità della vivisezione come dogma assoluto, ma che iniziano a porsi delle domande, e a rispondere opponendosi alla vivisezione.
Gli esperimenti sugli animali non portano ad alcuna reale conoscenza sull'effetto della sostanza da provare, perché animali di specie diverse, o addirittura diverse razze o ceppi di animali della stessa specie, risponderanno in modo diverso ad un dato stimolo, come ad esempio alla somministrazione di un farmaco. Alcuni esempi, tra le decine e decine tra cui scegliere: la stricnina lascia indifferente la cavia, il pollo, le scimmie in dosi sufficienti a mandare in convulsioni un'intera famiglia umana; l'insulina provoca malformazioni nelle galline, nei conigli e nei topi: mai nulla di simile è stato osservato nell'uomo.
E, dunque, se il risultato ottenuto su un topo è diverso da quello ottenuto su un gatto, a chi somiglierà di più l'uomo, al topo o al gatto? La risposta è che non lo si può sapere a priori. Solo DOPO aver fatto l'esperimento sull'uomo si scoprirà , volta per volta, a quale specie e razza assomiglia di più per QUELLA particolare sostanza.
Risulta quindi chiaro che la sperimentazione sull'animale è dannosa per l'uomo, per due ragioni: consente di sperimentare direttamente sull'essere umano sostanze che non hanno subito alcun vaglio preventivo (perché il risultato della sperimentazione sugli animali non è in alcun modo predittivo per l'uomo), e fa correre il rischio di scartare sostanze che invece per l'uomo potrebbero essere di grande aiuto solo perché su una particolare specie sono risultate tossiche.
LE RICERCHE PSICOLOGICHE SUGLI ANIMALI NON SERVONO
PER LA COMPRENSIONE DELLA PSICOLOGIA UMANA
“Io ho scoperto che la sperimentazione animale offre solo l’illusione del controllo.
Semplificando e segmentando la vita di un organismo, creiamo dati spuri che, combinati alle differenze tra specie, invalidano gli sforzi per estrapolare i risultati agli uomini.â€â€œLe mie ricerche avevano solo dimostrato un fenomeno già ben noto…
esse erano completamente irrilevanti perché le condizioni nelle quali gli animali venivano studiati non rispecchiavano la condizione umana sulla quale io pensavo di estrapolare i risultati.â€â€œPenso che la psicologia sia un importante campo di studio
ma bisogna sperimentare con la propria vita.â€
Dr. Roger E. Ulrich
Psicologo comportamentista statunitense
Ex-vivisettore pentito
Le perle dei vivisettori
“La sola cosa di cui mi preoccupo è se le scimmie mostreranno una caratteristica che io possa pubblicare. Non ho mai nessun affetto verso di loro. Gli animali non mi piacciono affatto. Disprezzo i gatti. Odio i cani. Come possono piacervi le scimmie?â€
Prof. H. Harlow, uno dei più noti vivisettori di primati non umani nel campo della ricerca psichiatrica in un’intervista apparsa nell’edizione del 27 ottobre 1974 del Pittsburgh Press Roto. Citato anche da H. Ruesch in Slaughter of the Innocent, 1983, pag. 52.
“Dovete sapere che migliaia e migliaia di primati non umani sono utilizzati ogni anno in ogni area della ricerca biomedica … e non credo proprio che vorremo una regolamentazione che imponga il divieto di uso dei primati negli xenotrapianti per ragioni etiche.â€
Dr. H. Auchincloss, parlando a una conferenza del N.I.H. sugli Xenotrapianti il 21 gennaio 1998 a Bethesda, citato in MRMC Report del marzo 1998.
“In Italia, tra l’altro, vi sono pochi centri che effettuano sperimentazione animale. Quest’ultima, quindi, deve essere incentivata.â€
Prof. S. Garattini durante la seduta della Commissione Affari Sociali del 4 dicembre 1990.
“In quali campi si può diminuire la sperimentazione animale? Francamente non ne conosco.â€
Prof. S. Garattini, ibidem.
“Abbiamo approvato un protocollo di sperimentazione della xenoperfusione [cioè’ il passaggio di sangue umano nel sistema circolatorio di un animale per essere poi reintrodotto nel corpo umano] presso il mio ente [il Centro Medico dell’Università del Nebraska] e, francamente, non sapevamo cosa stessimo facendo.â€
Dr. E. Prentice, parlando a una conferenza del N.I.H. sugli Xenotrapianti il 22 gennaio 1998 a Bethesda, citato in MRMC Report del marzo 1998.