About Me
Attenzione.
Questo spazio non e' ufficiale:
e' un omaggio sentito e affettuoso al grande regista, attualmente poco rappresentato in rete.
BIOGRAFIA
Nato a Padova il 2 marzo del 1956, figlio dell'ingegnere e corridore automobilistico Mario Mazzacurati (che con lo pseudonimo di Mario Massacurati vinse il Gran Premio del Sudafrica del 1936), Carlo Mazzacurati inizia la sua avventura cinematografica come animatore del cineclub padovano Cinema Uno assieme a Piero Tortolina.
Appassionato di cinema fin dal liceo, nel 1979 realizza grazie a un'eredità un film in 16mm, “Vagabondiâ€, che nel 1983 vince il premio di distribuzione offerto dalla Gaumont al festival milanese Filmmaker. Ma la successiva smobilitazione della casa di distribuzione impedisce al film di raggiungere le sale.
Si trasferisce a Roma, dove lavora ai testi di alcune trasmissioni televisive e nel 1985 scrive insieme a Franco Bernini la sceneggiatura di "Notte italiana", che trasforma in film nel 1987 sotto l'egida della neonata Sacher Film di Nanni Moretti. La pellicola - una storia di corruttela e mala politica, ambientata sul delta del Po - è positivamente accolta dalla critica e vince il Nastro d'argento.
Il secondo lungometraggio arriva nel 1989: "Il prete bello", adattamento dell'omonimo romanzo di Goffredo Parise, con Roberto Citran nel ruolo del protagonista. Nello stesso anno collabora alla sceneggiatura di "Marrakech Express" di Gabriele Salvatores.
Considerato uno dei registi più sensibili e convincenti del nostro cinema, nel 1992 abbandona i territori cinematografici a lui più consueti per seguire le vicissitudini di Silvio Orlando nelle vesti di un dentista romano perso dietro le tracce di una giovane russa, bellissima e misteriosa, che lo conduce verso "Un'altra vita" (1992).
Nel 1994 partecipa al film collettivo di denuncia “L’unico paese al mondoâ€: brevi episodi curati da diversi registi italiani (tra cui Archibugi, Moretti, Luchetti) realizzati con l'intento di sensibilizzare l'opinione pubblica su ciò che lo stesso Nanni Moretti ritiene essere una vistosa anomalia: la candidatura del proprietario di importanti reti televisive e giornali alla guida del paese.
Nello stesso anno esce nelle sale "Il toro", film in cui torna a puntare la propria attenzione su personaggi di perdenti (nella fattispecie, due amici desiderosi di vendere un possente animale da riproduzione) in cerca d'un impossibile riscatto. Il film si aggiudica il Leone d'argento a Venezia e fa vincere la Coppa Volpi come migliore attore a Roberto Citran nel ruolo del timido Loris, coinvolto in questo viaggio dall'intraprendente Diego Abatantuono. Ancora una volta, attraverso il vagabondare dei due protagonisti, Mazzacurati propone con uno stile originale e privo di retorica l'incontro con culture diverse e la scoperta dell'est europeo. Come nel racconto delle due solitudini di "Vesna va veloce" (1996), ottima prova d'attore di Antonio Albanese nel ruolo di un operaio che allevia il malessere di una ragazza slava che sceglie di fare la prostituta per continuare a vivere in Italia.
Ne "L'estate di Davide" (1998), film per la televisione transitato anche su grande schermo, mette in scena con grande sensibilità l'educazione sentimentale non priva di asprezze d'un ragazzo in vacanza nel Polesine.
Sempre nel 1998 cura la regia teatrale dello spettacolo "Conversazione senza testimone" di Sofja Prokofeva e subito dopo si appresta a realizzare, con la casa di produzione cinematografica Vesna Film, la serie di “Ritrattiâ€. Al primo, dedicato a Mario Rigoni Stern, seguono quelli di Andrea Zanzotto e di Luigi Meneghello.
Nel 2000 il regista firma la sceneggiatura e la regia del film "La Lingua del santo", presentato in concorso alla 57ª Mostra del Cinema di Venezia, nel quale dirige la coppia Antonio Albanese - Fabrizio Bentivoglio in un'esilerante commedia. Nel 2002 gira "A cavallo della tigre" , rifacimento sui generis di una commedia tra le più nere e cattive che si ricordino, girata da Luigi Comencini nel ‘61.
Nel 2004 Stefano Accorsi e Maya Sansa sono gli interpreti de "L'amore ritrovato", - liberamente ispirato al romanzo "Una relazione" di Carlo Cassola. Presentato fuori concorso alla 61ª Mostra del Cinema di Venezia, il film è una sorta di esplorazione sulle dinamiche dei rapporti, nello stile tipico del regista.
Nell’ottobre 2007 è in concorso alla II edizione della Festa del Cinema di Roma con "La giusta distanza". Il film ben accolto dal pubblico della Festa e dalla critica, segna il ritorno a temi contemporanei e atmosfere e sensibilità tipiche del regista: l'ambientazione rurale, la provincia del nord-est, l'incontro e scontro tra culture diverse, l'interesse per un'umanità poco visibile ma ricca di sfumature e poesia.