ELIO PETRI: (Roma, 29 gennaio 1929 – Roma, 10 novembre 1982) è stato un regista e sceneggiatore italiano.
Petri manifesta sin da piccolo la sua passione per il giornalismo e a 16 anni ottiene il suo primo lavoro per un giornale locale. Nel 1949 diventa critico cinematografico per l'Unità e all'età di 23 anni inizia a lavorare nel mondo del cinema con De Santis con il quale lavora al film-inchiesta Roma ore 11 (1951). Realizza due cortometraggi, Nasce un campione (1954) e I sette contadini (1957), e lavora come sceneggiatore nei film di De Santis e Bragaglia.
All'età di 32 anni gira il suo primo lungometraggio, L'assassino (1961), poliziesco di analisi psicologica che nonostante alcuni problemi con la censura è accolto sotto buoni auspici. Il protagonista del film è Marcello Mastroianni, anche se il regista avrebbe voluto al suo posto Nino Manfredi. Nella sua prima opera sono già presenti i temi fondamentali del suo cinema: la nevrosi ed il potere.
Nel 1963 dirige I giorni contati, film che narra la crisi esistenziale di uno stagnaro romano e che si giova di una grande prova attoriale di Salvo Randone, nel suo unico ruolo da protagonista al cinema.Lavora con Alberto Sordi in Il maestro di Vigevano (tratto dall'omonimo libro di Lucio Mastronardi, 1963) e nel fantascientifico La decima vittima (da un racconto di Robert Sheckley, 1965) ancora con Mastroianni.
Le difficoltà con i grandi produttori lo spingono a lavorare con produttori esordienti, come nel caso di A ciascuno il suo (1967), un "western sulla mafia" tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia e interpretato da Gian Maria Volonté e Gabriele Ferzetti. Nel film emerge con chiarezza una propensione al cinema d'impegno civile (o cinema politico) che troverà compiuta espressione nella sua "trilogia sul potere" degli anni Settanta.
Dopo la parentesi non del tutto riuscita di Un tranquillo posto di campagna (1968), allegoria sul ruolo dell'artista nella società contemporanea, e un episodio del film militante Documenti su Giuseppe Pinelli, Petri firma il suo film più noto, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970), con un Gian Maria Volonté in stato di grazia nel ruolo di un commissario di polizia che uccide la propria invereconda amante (Florinda Bolkan) ma che, nonostante la sua confessione, non viene punito dai suoi colleghi preoccupati di difendere la reputazione dell'apparato. Il film scatena grandi polemiche ma ottiene un grandissimo consenso da parte del pubblico e l'anno seguente si aggiudica l'Oscar al miglior film straniero.
Il sodalizio Petri-Volonté prosegue in La classe operaia va in paradiso (1971), corrosiva satira sulla vita in fabbrica, e la "trilogia sul potere" elaborata da Petri assieme allo sceneggiatore Ugo Pirro si conclude nell'allegoria sul denaro La proprietà non è più un furto (1973) con Ugo Tognazzi e Flavio Bucci.
Nel 1976 Petri porta al cinema un altro romanzo di Sciascia, Todo modo, che racconta il grottesco decadimento della Democrazia Cristiana nella descrizione di un'assise segreta dei vertici del partito presso un convento. Il film si avvale delle interpretazioni di Gian Maria Volonté nei panni di una figura che richiama Aldo Moro, Marcello Mastroianni e Mariangela Melato quali attori protagonisti.
Il film successivo, Buone notizie (1979), con Giancarlo Giannini protagonista, è all'insegna di un pessimismo ormai inguaribile e pregno di propensioni metafisiche, che Petri esprime sovraccaricando volti, gesti e colori.
Nel 1982 Petri si accinge a girare con Marcello Mastroianni il film Chi illumina la grande notte, ma una breve malattia lo uccide a soli 53 anni.
Nel 2005 gli è stato dedicato il documentario Elio Petri. Appunti su un autore di Federico Bacci, Nicola Guarneri e Stefano Leone.
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