About Me
...Girapastarito è un movimento culturale che mutua elementi nouvelvaguisti polarizzati all'interno del doppio binomio ZOMBI HORROR/LA CAMORRA SFIDA IL LUPO MANNARO barra L'ULTIMO BOY SCOUT/AMLETO di Zeffirelli.
Si fonda sulla poetica della SECCHEZZA, concetto elaborato e messo a punto - in seno alla PORTIC1 - da Kean, Aquila Rantolante e Mario Erda durante il loro lungo confino ad AMAZZ*DUKASTILL in Georgia.
Il gruppo nasce nel 2005 attorno alla cricca costituita dai seguenti individui: Mario Erda, Marcello Inchiata, Cordero Agata, Goffredo Rezzo e William Laura Francesconi; l'iniziativa culoturale sintetizza le correnti del postmodernismo sichinenzoso.
Attorno al nucleo centrale affluiranno nel tempo personaggi insoliti e inquietanti presi dalla scena avanguardistica post-Tiburtina e dalle esperienze off-Pigneto: Morko Chantal, Aleano Tubaldi, Gildo D'Egidio, Donso Ferry, Lewis D'Effe (pseudonimo di Luiso Deffo), Polly Petaccia e, primo su tutti, Necola Salomo, grande caratterista ispano-rumeno proveniente dall'avanspettacolo d'anteguerra.
I primi cortometraggi:
- L'ALCOLISTA (M.Erda)
- IL CAFFE' (M. Inchiata)
- IL KEBAB (M. Erda)
- TRICOFOBIA (C.Agata)
- L'AFFAMATO (S.A.Nosan)
- BALLELEGANCE (G.Rezzo) incompiuto.
Tutti reperibili sul lato sinistro del monitor e su www.youtube.com/girapastarito.
A questi si aggiungono piccole minnezze ormai quasi introvabili e per le quali la RARO VIDEO e Ghezzi si stanno impicciando in tribunale:
- ERO Lì
- TRILOGIA DEL MAGNAFICA (realizzata dal futuro biografo del gruppo Stefano Teglia Ronzata).
Durante l'apice della prima stagione girapastaritea Mario Erda e i suoi soci sono soliti frequentare il BAR DEI BELLI, un caffè intellettuale che si farà fulcro di tutta la scena artistica della Roma d'inizio millennio.
Una notte piovosa di Febbraio (siamo ormai nel 2007) Mario Erda rimarrà ucciso durante uno scontro con alcuni ultrà del Barcellona. Il fatto accade proprio davanti al DEI BELLI. Si conclude così, tragicamente, la prima favolosa stagione di GIRAPASTARITO.
Per alcuni mesi il gruppo, vessato dalle spese d'affitto e mantenimento degli impianti e dei teatri di posa della FUCKINETTI, è sull'orlo della bancarotta. GIRAPASTARITO sta per sciogliersi.
La soluzione sarà posta da Nancy Kean, ex sceneggiatore del gruppo, ex pobatore della moglie di Erda.
Kean si era assentato dal gruppo per un anno circa. Aveva viaggiato e in un brevissimo tempo era riuscito a costituire una fruttuosa compagnia editoriale per testi d'avanguardia. Al suo ritorno in Italia propone al gruppo di far confluire tutti i titoli nella sua compagnia. Nasce così la KEAN COMPANY costituita principalmente dall'affiancamento produttivo di FUCKINETTI e PIGNETO ad altre case di seconda importanza.
Nella seconda metà del 2007 si inaugura così la seconda fase dell'avventura di GIRAPASTARITO.
Nancy Kean dirigerÃ
- U PREVT
- SODOMISMI
- IL FARMACISTA.
Il trittico minnezzoso lancia il gruppo nell'olimpo delle celebrità cotonate e nello stesso anno viene fondato il prestigioso PREMIERDA, festival balneare di cinema e dudità . Il direttore artistico sarà il fedele combagno e collega Necola Salomo.
Il gruppo diventa più numeroso. Ai membri della vecchia guardia si aggiungono nuovi nomi: Edo Ardasana, Miguel Pasquasio, Lewis Strong, John Random, Galessandro Testa, Alex R.Raymond (cognato del grande Richard Raymond), Mysterd Ambrosio, Danny Lakko, ecc.
Le avventure e le storiacce sono tutte raccolte nella biografia ufficiale del gruppo: "LE B/NOTTI DI SAN LORENZO" di S.T.Ronzata (ed.PIALO).
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__PER “JUICE MAGAZINEâ€: FUNNY GAMES: siete d’accordo?
Una pièce teatrale? E’ un testo letterario in prosa o in versi scritto per il palcoscenico. Un copione insomma.
Partendo da quest’idea il regista austriaco Michael Haneke ha deciso di esportare quello che da molti è stato definito il suo capolavoro: Funny Games, film del 1998.
Sono passati 10 anni da quando uscì la prima versione del film e oggi, nel 2008, la Warner Bros decide di contattare Mr.Haneke per chiedergli qualcosa del tipo: “che ne dici di un remake del tuo film?â€. Il Nostro, presumibilmente tra crisi di coscienza, accetta l’offerta, ma il dubbio si pone, soprattutto per un autore intellettuale e cinico come lui: è possibile 1) esportare in USA questo gioiellino? 2) riproporlo senza scalfirne l’originaria efficacia? Ecco che spunta fuori l’idea di pièce teatrale. Il regista decide di seguire il copione e gli storyboards come se fossero testi letterari imprescindibili. Ciò che ne esce è Funny Games 2008, non un remake del Funny Games 1998, ma una riproposizione del medesimo film: stesso montaggio, stesse inquadrature, stessa fotografia. Identico! Cambiano solo attori (T.Roth, R.Zelwegger, M. Pitt, ecc.) e locations. Haneke decide di fare del suo copione una pièce e del suo film una rappresentazione, senza tagli né sconti. In questo modo il signor Haneke conquista il mainstream e al contempo si redime dalle tentazioni hollywoodiane del money&fame.
Abbiamo deciso di parlare di Funny Games perché nonostante il film sia difficile, a tratti pesante, è comunque riuscito a conquistarsi una fetta di notorietà tra giornali, tv e semplici passaparola. E in tutto questo mare di apprezzamenti qualcuno ha detto la sciocchezza: “è il nuovo Arancia Meccanica!â€. Macchè! E’ tutta un’altra cosa! La violenza qui viene trattata diversamente, non è visiva ma psichica, mortale tra le pieghe della nostra mente. Spieghiamo! Arancia Meccanica è un film sulla violenza, è un esperimento di linguaggio filmico. Il risultato è un magistrale compendio alle pop-arts e un prodotto fascinatorio in cui la critica si fonde con l’ammirazione. Così Alex, il protagonista, finisce per diventare uno stiloso figlietto di puttana da t-shirt. Lì è impossibile una corretta fruizione del senso dell’opera senza l’intervento di un’analisi spesso improponibile alla gran parte degli spettatori. Perciò Haneke, conscio di questa tara sociologica, propone un film a tesi che analizzi ciò che mostra nel momento stesso in cui lo sta mostrando; Funny Games trova nell’analisi il proprio motivo scatenante , mentre in Arancia Meccanica essa era l’esito ultimo. Funny Games è un film sulla violenza senza scene di violenza esplicita, eppure è forse il film più violento che mi sia capitato di vedere ultimamente. Pellicole come Saw – L’enigmista gli fanno una pippa, la violenza qui scaturita diviene percepibile. Noi siamo seduti in poltrona a guardare lo spettacolo raccapricciante di questi due stronzetti che prendono in ostaggio una famiglia e (come di consueto nei film) non possiamo farci niente, l’unica speranza è di appassionarci alla storia, ai personaggi. Ma ciò non accade! La famiglia ci fa pena, non reagisce quando ne avrebbe di più l’occasione e come se non bastasse i due cattivi sono di un’antipatia infinita! Certo meriterebbero tanti calcioni nel sedere! Al solo ripensarci mi salgono i nervi!
Quindi nessuna possibilità di immedesimazione. Cosa resta? L’onniscienza dell’essere spettatore che sta nascosto a guardare, al sicuro in platea… E INVECE NO! Neanche quello, perché il regista fora pure lo schermo, ci chiama in causa e ci rende eruditi sul fatto che i primi soggetti violenti siamo noi, spettatori, che da più di un’ora non desideriamo altro che un atto sanguinoso metta fuori gioco i due teppisti. E questa chiamata in causa rappresenta la prima provocazione del regista nei nostri confronti.
In generale il regista agisce su 2 livelli: nel film e su di noi. Ci costringe a guardare mentre non succede nulla, mentre nessun Chuck Norris spacca il muso ai cattivacci. E in più c’è l’aggravante che questi due cattivacci sono degli irritanti smidollati dalla prestanza fisica ridottissima - due nerds facilmente gonfiabili. Ecco che il desiderio di violenza raddoppia. E nel non appagare tale desiderio sta la violenza esercitata su noi che guardiamo. Paradossale vero? Allucinante! Siamo noi a volerci alzare dalla sedia per prendere i cattivi a ceffoni, consci del fatto che già solo questo basterebbe per mandarli a casa in lacrime. Peccato che questi due bastardi siano emanazioni del regista stesso e che abbiano potere praticamente su tutto, finanche sulla realtà (poi vedrete). Haneke ci educa in questo modo con la bacchetta e riapre le nostre menti atrofizzate dall’orrore.
La violenza è orribile, allora perché ci piace tanto nella finzione? E’ possibile girare un film sulla violenza rendendola davvero insopportabile? Michael Haneke propone con Funny Games un’intuizione a tema e, al contempo, un deterrente al male. Una cura Ludovico benigna ed esemplare.__________________________________________________
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_______________________________________________Ma che scrivo a fare? No ditemelo voi, perché io non so. E qui rompiamo tutte le barriere tra narratore e uditorio… ma che dico “quiâ€, lo hanno già fatto un miliardo di volte! L’originalità non c’è più, dunque il motivo dello scrivere sta nel “ben†scrivere. Nel bello. Buono. Allora che fare? Dopotutto questa merda è una palla di veleno, un muco di malessere che viene sputato fuori. Perché qui dentro c’è il male che rompe i coglioni, qui dentro c’è il flebile bene che geme e piagnucola. Ma dico io, possibile che il bene debba essere sempre delle edizioni Paoline? Eh no! Bisogna invirilirlo, ma non troppo che sennò diventa come un edonista reaganiano (e reagagniato [chi vuol capire capisca]) che addora di petto in fuori e panza in dentro e s’imposta mascelloso davanti all’autoscatto. Ahia che delirio! Che inutilità ! Voi sapete dirmi per quale motivo quando faccio codeste cose mi fa male la schiena? Sarà come la cecità indotta dalla masturbazione? Sapete qual è il bello, amici? Il bello è che non si vedrà mai fine alla sichinenza. Così, tanto per rendere la vita interessante; “quel tanto per†diceva Sharon Stone in Basic Istinct. Ma in verità la trisborra
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____________________________________Chi sei, oh?
Sono Umberto Petrocelli, il grafico e il regista di AGLI INFERI. E sono anche il grafico.
AGLI INFERI ci è piaciuto propri'assai! Come ti è venuta questa comica rock?
Già Offenbach l'aveva fatta prima di noi. Siamo partiti da una sua trasposizione, la nostra è la parodia di una parodia.
Avete studiato! Se un intellettuale se lo viene a vedere non vi può dire male…
C'è rimasto talmente poco che non si può dire quasi niente.
T’è piaciuto com’è uscito? Che pubblico vai cercando?
Visto che ho cominciato per noia a fare questo spettacolo perchè non avevo niente da fare, sono rimasto soddisfatto. Poi il pubblico se c'è è meglio, ma se non c'è fa niente...
Studi pure?
Chi?
Tu!
Io studio Fumetto e Storia dell'Arte per finta, pago le tasse all'università .
Di che parla AGLI INFERI?
Di Orfeo e di Euridice che sono una coppia in crisi, si odiano e sono due psicopatici. Euridice se la fa un po' con tutti. Orfeo idem, e quando lei muore lui non vorrebbe affatto riaverla con sé, ma l'opinione pubblica lo spingerà a riprendersela.
Un grande bordello mitologico! E poi ci sta la musica dei Lapingra, noto gruppo pop isernino...
Mi è venuta subito l'idea di chiamare i Lapingra perchè non conoscevo nessun altro…
Angela (voce e tastiere dei Lapingra [n.d.r.]): Grazie grazie
(Domanda culturista): l’intellettualismo che molto si lega al dadaismo e ad un certo tipo di avanguardia un po' sconclusionata e colorosa, che cosa ha a che fare con te?
Tanto! Anche perchè io non sono affatto una persona seriosa e quando sento una cosa la stravolgo completamente...
Ma da andò sei partito?
Deve esserci un motivo?
Pure no! Perciò?
Perciò se uno viene a vedere lo spettacolo si deve divertire, se inizia a dire "mah, non ho capito qua, non ho capito là " è un cretino e non ha capito niente.
Come avete ricchiappato gli attori?
Per strada. Eravamo nella disperazione totale, ci avevano fatto un sacco di pacchi...
Spettacolare!
Un neorealismo glam!
Prima mi hai detto che non ti interessa il pubblico. E’ una brutta cosa da dire...
Nooo... nel senso che lo abbiamo fatto per divertirci. Io spero che al pubblico piaccia, ma se il pubblico viene a dirmi che non si capisce quando inizia e quando finisce lo spettacolo... beh, questa cosa è un po' triste. C'è chi mi ha chiesto scusa perchè credeva di essersene andato prima della fine. Non aveva seguito. L’obiettivo è comunque "far divertire".
E infatti quando Zeus usa la vasca da bagno come una gondola mi so schiattato di risate...
Lo scopo è ridere tanto da non capire la trama, così sei costretto a tornare per cercare di capirla. Ma al tuo ritorno riderai e non capirai nuovamente. E così, mille volte, fino a scoprire che in realtà la trama non c'è...
La storia è una scusa?
Un mero pretesto
Quindi tu prendi una storia conosciuta e poi la smostri per farla buffa. Potevi sceglie pure n’altra storia?
Uff!
E perchè questa?
Perchè era già scritta. Era più facile lavorarci su.
E se qualche intellettuale ti viene a dì che fa schifo?
Sono già venuti...
Allora tu sei piaciuto al popolo! Come l'avanspettacolo...
Sono piaciuto alle zie... agli zii..."Avanspettacolo" è la parola giusta per descrivere AGLI INFERI.
Dove avete recitato?
A Carovilli, sul sagrato della chiesa e siamo stati a Castel San Vincenzo...
(domanda culturista 2): la tua regia ha una base nozionistica?
Ci sono questi paroloni detti per convenienza e poi c'è la pura verità , cioè "niente". Ripeto: "non prendersi sul serio"!
Grando! Ma se un giorno devi inizià a piglià le cose sul serio che fai?
Io ho preso le cose sul serio fino a mo... Fino a marzo ho tenuto una mostra su Biancaneve, sui miei disegni, e quella era la cosa più seria, pallosa, impegnata e intellettuale del mondo. Si parlava di morte e sangue, ero predisposto in maniera diversa.
E per i soldi?
Ognuno di noi ha messo qualcosa.
Chi partecipa non si piglia pagato...
Certo!
Progetti futuri?
Vogliamo portare ancora avanti ORFEO. Ci sarà una replica a Gennaio, ma speriamo di andare anche fuori regione o almeno nella provincia di CB (magaria Termoli) dato che in quella di IS l'abbiamo messo in scena già tre volte!
Non solo agli inferi quindi, ma pure da qualche altra parte...
Ovunque... Poi c’è il prequel di ORFEO a fumetti, FULMINI SUL VERANO, eccetera. A parte le ca***te abbiamo in cantiere molte più ca***te...
In AGLI INFERI che ci sta di nuovo veramente?
Il mito è quasi tutto reinterpretato. Rispetto al testo di Offenbach c'è una nuova ambientazione glam anni 80, kitsch e molto appropriata. Ci sono battute in meno perchè siamo pigri (persino il titolo: è AGLI INFERI... senza ORFEO)
Ma è AGLINFERI o AGLI INFERI?
AGLINFERI
Quanto ci avete messo a preparare ‘sto spettacolo?
2 settimane per l'assemblaggio, ma ci lavoravo già da un due anni.
C’è differenza tra ridicolo e comico?
Si! Un riso che non scuoce…
Dimmi una parolaccia che si adatta al tuo lavoro
Porca m**da
Che dici ai nostri lettori?
Venite che vi fate una risata…
Grazia! Orfeo è aglinferi ed è aglinizi! Ne sentirete parlare e lo potrete applaudire!_________________________________________________
___________STATO BRADO:Con cinque o sei mezzi termini Zeno Cosini decise di intraprendere la strada della natura con quest'iniziativa di cui probabilmente ignorava il significato vero e proprio.
Il fatto era che quella vita urbana così piena di routines e schematismi alienanti gli aveva rotto sostanzialmente i coglioni e allora "LA VITA L'AMORE LE VACCHE" pareva una buona idea.
Ma cos'è che può spingerti a una scelta radicale? Per un periodo più o meno lungo, per un arco di tempo scandito Zeno cercò personificazioni convincenti che lo spingessero al gesto.
L'ideologia, l'amore... la Vita Nova, il sesso, la passione, Rosita e Rino Gaetano, una serie di strane iconografie anni Sessanta...
Aveva vagliato tutto tentando di motivarsi. Il problema era che lui non c'entrava un bel nulla con tutto il resto. Il suo posto era dietro allo sportello di un Ufficio Postale (con tutto il rispetto) a veder sfumare la sua vita fino al salvataggio in extremis durante la sessione di addominali nel week-end.
Eccolo là , intrappolato tra l'esplosione del deltoide e il desiderio d'aria aperta a zappare la terra come opzione. Se ci fosse stato il nonno contadino (e se al nonno fosse fregato qualcosa)! Il nonno! Il nonno avrebbe fatto una scenata... come a dire: "ma che cazzo è sta moda? Che dobbiamo essere agresti per diventare migliori? Io è una vita che mi scasso la schiena!" Dobbiamo tornare all'origine, indagare profondamente e strenuamente dietro la corteccia di sborra che ci ha reso fragili e vulnerabili. Artefatti e cinici. Maniacali e stanchi. Insoddisfatti e isterici. Desiderosi e sprezzanti. Latte e caffè. Barba e bidet. Ma si sa che quando arriva la quarantina devi abbandonare la vulva e riporre te stesso in cantina...
Dunque il motivo VITA NOVA/PASSIONE SEX LIBRE non andava bene. Bisognava tentare uno stimolo differente, più coerente con la situazione, più... più... ideologico.
Ma l'indagine sfocerebbe in un'unica soluzione: la vita agreste è fatta di lavoro e duro, duro sudore... o viceversa. Mentre noi stiamo qui a giocare e a inventarci strane malattie psichiche. Eppure abbiamo ragione, e la grettezza contadina ha torto. E viceversa.
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