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Monologo dell’uomo di dopodomani
di Evghenij Evtushenko
Non avevano un partito Adamo ed Eva,
l’arca fu ideata dall’apartitico Noè.
Tutti i partiti, con sorrisetto maligno,
l’inventò il diavolo – ha cattivo gusto.
E forse nel cuore della mela stessa,
qual verme era rinchiusa – verme e serpente in una –
la politica – professione di origine diabolica –
e gli uomini sono inverminiti poi.
La politica inventò la polizia,
la politica inventò i capi,
contò la persona viva con l’unitÃ
e suddivise gli uomini in partiti.
Dov’è della vedova il partito, del mutilato, del pellegrino,
del bambino e della famiglia il partito dov’è?
Dov’è il confine tra Magadan e Majdanek,
e tra Oswiecim e Songmi?
Un giorno, un giorno, un giorno,
ai trisnipoti dei tempi odierni tutti i partiti
verranno a mente come una remota cosa,
come selvaggia, stragrande Babilonia.
E un mondo ci sarà senza mutilati sul sagrato,
senza storpi morali al potere,
e un unico partito in esso:
il suo semplice nome – uomo.