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"Heroes" di David Bowie eseguito dai Senzapazienza Heroes-cover di David Bowie- tratto da "Pugni chiusi"

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(Costantinos Kavafis)


Torna sovente e prendimi,
palpito amato, allora torna e prendimi,
che si ridesta viva la memoria
del corpo e antiche brame trascorrono nel sangue
allora che le labbra ricordano, e le carni,
e nelle mani un senso tattile si riaccende.
Torna sovente e prendimi, la notte,
allora che le labbra ricordano, e le carni...

Retrato em branco e preto
(Tom Jobim - Chico Buarque)


Já conheço os passos dessa estrada
Sei que não vai dar em nada
Seus segredos sei de cór
Já conheço as pedras do caminho
E sei também que ali sozinho
Eu vou ficar, tanto pior
O que é que eu posso contra o encanto
Desse amor que eu nego tanto
Evito tanto
E que no entanto
Volta sempre a enfeitiçar
Com seus mesmos tristes velhos fatos
Que num álbum de retrato
Eu teimo em colecionar
Lá vou eu de novo como um tolo
Procurar o desconsolo
Que cansei de conhecer
Novos dias tristes, noites claras
Versos, cartas, minha cara
Ainda volto a lhe escrever
Pra lhe dizer que isso é pecado
Eu trago o peito tão marcado
De lembranças do passado
E você sabe a razão
Vou colecionar mais um soneto
Outro retrato em branco e preto
A maltratar meu coração

.. Un fisico della materia malato di musica.
La musica l’ho amata da sempre, come tantissimi, fin da piccina.
Ha accompagnato la mia vita in modo discreto per poi scivolare in una passione totale negli ultimi anni. Oggi canto grazie alla collaborazione di persone eccezionali. Primo fra tutti Marco “S’nella” Sannella . Ci incontrammo nella corale “Lorenzo Valla” di Pavia nel 2002. Si facevano Spirituals e brani Gospel, io ero un contralto da battaglia e lui suonava il basso. Mi incoraggiò a provare ad uscire dai filari di coriste per affrontare un microfono e gli sguardi della gente. Lasciammo il coro e costituimmo un gruppo con Enrico “Black” Negri alla chitarra e Moreno “Murenin” Rizzato alla voce. In successive ondate questo nucleo si espanse includendo Gianfranco “Gianbaffo” Brigada alla chitarra ritmica, Americo “Double U” Costantino alla batteria e Massimo “MaxArt” Artiglia alle tastiere. La formazione si chiama “Cumbajanca” e si diletta di rock, blues , rhythm ‘n blues, soul, country…e di quello che le pare. Io e Murenin ci intrecciamo nei duetti più impervi per scardinare il piattume della bassa , S’nella e il Costantino ci forniscono le impalcature ritmiche, il Black ed il Gianbaffo le tessiture armoniche impreziosite dalle incursioni di MaxArt.
La Cumba cresce, la grancassa di Costantino lascia nuove crepe nelle pareti di locali di varia estrazione, la Strato e la Lucille del Black piangono e ridono nei bending più arditi. Si rievocano Creedence, Stones, Beatles, Police, Ike and Tina, Aretha Franklin, Otis Redding. Sono della partita amici, ma anche molti foresti che man mano conoscono il gruppo e si fanno groupies. Tra gli ospiti ricorrenti sul palco il celebre “Tom” di Stradella che canta tutti i pezzi degli Stones ed i Little Feat per fonemi perlopiù estranei alla lingua inglese. Io modestamente mieto vittime tra i braccianti dell’Oltrepò, c’è chi mi offre pinot perché ho una bellissima voce, pregustando le delizie del mio ammore (per non dire corpo), ma io no, guardo oltre le montagne, là dove alberga il mio cuore. Tra i guadagni notevoli, trofei di battaglia, non si contano i panini alla coppa, al salame, alla frittata, spaghetti allo scoglio, polenta e lumache, frittura di rane. La Cumba è ruspante, mangia, beve e suona che è un piacere.
La Cumba gigioneggia ma ha anche un grande cuore. Nel 2006, anno di crisi profonda per la perdita del mio affetto più caro, Massimo, partecipa in formazione completa ad una serata organizzata in sua memoria. Massimo, accordatore di pianoforti, era uomo di grande sensibilità e intelligenza. Da un'arguzia mai scontata, traspariva un animo alimentato da una profonda consapevolezza delle cose e di una umanità traboccante. Aveva tanti amici nel mondo musicale che sono accorsi a partecipare all’evento . La Cumba è a mio fianco sul palco di Spaziomusica di Pavia, gli dedichiamo tra gli altri un pezzo degli Emerson Lake and Palmer, “Lucky man”.
Sul finire del 2005 si aprono nuove collaborazioni musicali. Sto proseguendo gli studi di canto jazz alla civica con Cinzia Roncelli. Con Ambrogio “Dalou” Dalò alla chitarra e Paolo “Fats” Malusardi alle tastiere io e Sannella Sanh gettiamo le basi di una formazione orientata al jazz nel senso più vago, dalla bossanova a Chick Corea. Purtroppo, quando la musica finisce, gli amici se ne vanno senza un progetto preciso. E senza cemento il gruppo frana. Dalle sue ceneri sul fare dell’autunno 2006 nasce il PAM Trio.
Il PAM è fatto di sfumature di colori. Paolo alla fisarmonica, Ambrogio alla chitarra ed io alla voce. Le atmosfere divengono fluide, la sete di musica è placata della schiuma di un’onda che nasce sulle coste del Brasile, bacia il Messico, gli States, si sposta in Europa, salutando l’Italia, la Spagna, la Francia e ricovera nei sobborghi di Liverpool. Un viaggio da “Aguas de março” a “Cucurucucu paloma” a “Moondance” fino ad “I am the walrus” con una strumentazione minima. La semiacustica del Dalou si occupa della grana ritmica, inoltre ha un suono rotondo e sornione negli assoli ma anche battente nell’incalzare dei bassi. Insomma, il Dalou fa per tre. Il Fats Malusa lo controbilancia magistralmente, sostenendolo nella ritmica ma anche cantando note lunghe, sottili e soli ricercati, seppur con uno strumento dalla voce aperta, tipicamente popolare. Un omaggio a tutta la musica che ci siamo sentiti di interpretare, con tutta la convinzione che è possibile dipingere sonorità molto distanti mantenendo un baricentro unico. Per questo il PAM si fonda prima di tutto su un lavoro di costante sinergia emotiva tra i suoi componenti. Il risultato è sorprendente e mi aiuta a ritrovare una setosità timbrica ed una punteggiatura ritmica che non avevo conosciuto prima.
Mentre PAM e Cumba incalzano, sul finire del 2006 giunge un momento di svolta. Parte della Cumba, S’nella Brother e “Double U” Costantino si uniscono al PAM per formare la band dei “Senzapazienza” e accompagnare l’attore Bruno "Ursus" Cerutti nel suo monologo ispirato al movimento del ’77. Lo spettacolo si intitola "Pugni Chiusi” (video) , prende voce da esperienze giovanili ambientate nella provincia lombarda, mettendone in luce i complessi contrasti. Il calcio, in ricordo della storica stagione del Torino in quell’ anno, e la politica, vissuta come esperienza forte, al limite totalizzante, con il fervore delle assemblee, le attività culturali studentesche e la crudezza degli scontri di piazza, divengono teatro delle speranze e le incertezze di ragazzi comuni. I Senzapazienza eseguono un repertorio vario compenetrato con i vari momenti dello spettacolo, tra Clash, Ribelli, Area, Battisti, Lou Reed, Skiantos, Bob Marley, David Bowie. Bruno è bravissimo: sa raccontare storie, sa far sorridere, sa far ridere, sa far riflettere, sa far venire i brividi, sa imitare Dario Fo e sa tacere. Cantare in uno spettacolo teatrale è un' esperienza nuova. Cambia il modo di stare sul palco, cambiano i volumi, i tempi. La musica acquista un nuovo significato funzione di un momento narrativo, a volte lo commenta, ma molte volte lo sostanzia.
Passa un lungo inverno, fatto di prove in una cascina riscaldata con mezzi di fortuna. Nonostante il freddo ed il buio presto del dopolavoro e i sabati pomeriggio, il lavoro continua meticolosamente. Arriva Gennaio 2007 ed il PAM comincia a portare la sua novità per piccoli locali, dove meglio sa ricreare quella sua magia intimistica, recuperando il contrasto elementare tra gioie e dolori. La gente accorre, ascolta, gusta, ne vuole ancora.
Pugni chiusi debutta in Marzo al teatro Motoperpetuo di Pavia. Tre serate (due per me ma la storia ve la racconto in privato solo su richiesta) di emozioni per tutti, ben ricompensate da riconoscimenti e recensioni positive. I Senzapazienza da allora non smettono mai di lavorare assieme per sviluppare nuove idee in ambito musicale e teatrale, ma non sono solo un gruppo di persone intente a coltivare un interesse comune. Emerge una nuova dimensione di vita fatta di condivisione di divertimento, scambi culturali, tormenti e riflessioni, incontri culinari e una salda fiducia e stima reciproca. Altre figure sono fondamentali al mood Senzapazienza. Il maestro musicologo Armandin Chambier de Richelieu rinsalda l’anima del gruppo, coordinatore qual è di passioni corali e personali, tra esercizi e stangate. La Mariarosa "Miri" Delleani documenta performance e momenti conviviali come solo lei sa fare, fotografa di grande talento qual'è .
In giugno il PAM viene chiamato ad eventi di piazza a Pavia. Si esibisce alla notte bianca alternandosi con Sannella Sanh and friends per finire in una lunga jam ai piedi dello stupendo S.Michele.
Poi il mare.
I Senzapazienza riparano a Bogliasco senza di me, intenta a scrivere la tesi di dottorato. Tra un pesto ed un piatto di cozze nasce una nuova situazione tra uomini, con Teddy Bruno abilissimo ad interpretare il teatro canzone di Gaber. Senza pazienza quali sono non si trattengono dal suonare sul lungo mare, in un bagno incessante tra acqua e musica. Ad una session partecipo pure io. La gente affascinata si ferma, siede sui gradini o si accomoda su posticini di fortuna e ascolta sotto le stelle; diventiamo la fermata fissa del passeggio serale.
Oggi il laboratorio Cumba-PAM-Senzapazienza Combo è in continuo fermento. Tanta carne al fuoco, progetti per nuovi spettacoli, eventi. Vi aspetto ad una delle nostre esibizioni. Se vi è piaciuto questo racconto semplice, allora spero che diventiate nostri amici.
MARTA
Estratto dallo spettacolo teatrale di Bruno Cerutti e i Senzapazienza Pugni Chiusi

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Pugni chiusi 8 MARZO 2008

8 MARZO 2008"Pugni chiusi"scritto e interpretato da Bruno Cerutticon la partecipazione dei Senzapazienzaspazio In Scena veritas Travaco' Siccomario (PV)
Posted by on Mon, 04 Feb 2008 12:55:00 GMT