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Gal Costa Tribute

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Questo è il tributo italiano a Gal Costa
Timisoara Pinto - Il Tempo - 04/07/2005
“CANTARE è sempre stato il sogno della mia vita”, racconta Gal Costa, “il sole nero” del Brasile, splendida sessantenne che oggi, con la sua energia e la sua forza interpretativa, aprirà la rassegna “Voci di donna” organizzata dall’Accademia di Santa Cecilia nella Cavea dell’Auditorium. Cantava scalza durante l’epopea del tropicalismo, moderna e sensuale entrò da subito in quel gruppo di giovani compositori interpreti e musicisti influenzati dalla bossa nova e che avevano la prestesa di rinnovare la musica popolare brasiliana. Con la sua versione de “Divino meravilhoso”, divenne presto la hippy di Sa;lvador de Bahia. Ma il suo vero nomignolo deriva dal lungo nome di battesimo: Maria da Graça Costa Penna Burgos. Per sempre e per tutti: ‘Gracinha”. Cantava “Mangueira” e “Corcovado” accompagnandosi alla chitarra; da bambina giocava con le pentole, come fossero strumenti. Quella più grande se la infilava in testa, per amplificare la voce, per ascoltarsi meglio. Soprattutto, cantava ancor prima di venire al mondo. Durante la gravidanza, Dona Mariah, madre di Gal, passava un’ora al giorno davanti al giradischi, convinta di trasmettere alla figlia la passione per la musica. Nel 1963 l’incontro con João Gilberto che, dopo averla attentamente ascoltata, esclamò: “Canti bene ragazzina. Un giorno tornerò apposta per fare un disco con te”. Poi la comcrazione con Erasmo e Roberto Carlos che composero per lei “Meu nome è Gal”. Oggi um altro sogno si avvera. Dopo oltre 10 anni, Gal Costa torna per un concerto tutto suo e in esclusiva italiana presenterà il suo ultimo disco, dal titolo “Todas as coisas e eu´. Tutte le cose e lei, Gal. Concerto antologico? “Ci sarà il mio repertorio classico, tra Jobim, Veloso e Buarque, e i brani del mio nuovo disco. Sono canzoni brasiliane, standars che vanno gali anni Venti ai Cinquanta, poco conosciute, specialmente in Italia, come “Sabado em Copacabana” di Dorival Caymmi, “Dono dos teus olhos” di Humberto Teixeira e “Pra machucar meu coração” di Ary Barroso, forse la mia preferita. Non è stato semplice: ho scelto 19 canzoni tra oltre 200”. Caetano Veloso e Chico Buarque sono sempre al suo fianco. “Certo. Sono dei veri amici. Insieme a Gilberto Gil, sono i maggiori compositori brasiliani. Un trio per cui ho um solo aggettivo “great, great, great!”. Ad agosto comincerò a registrare nuovi brani. Ci sono i nuovi autori da scoprire e ci sono loro, la nostra storia”. Una storia iniziata oltre quarant’anni fa. “Nel ’65 ho inciso il mio primo brano, “Sol negro”, una litania che Caetano aveva composto per fare cantare insieme me e Maria Bethania, sfruttando il contrasto offerto dalle due voci. La prima volta l’avevamo eseguita nel mitico spettacolo “Nós por exemplo” del giugno del ’64. Ricordo dolci come “Cleverboy samba”, il samba dello sveglio, che prendeva in giro i playboy di Salvador, e “Sim, foi você”, la romantica canzone che Caetano mi aveva insegnato quando ci siamo conosciuti”. La sua biografia parla chiaro. “È tutto vero. Anche se ho cominciato a cantare in maniera professionale a vent’anni, avevo nella testa l’esempio delle signore della canzone. Mi attaccavo alla radio per ascoltare Elis Regina e Angela Maria. Riuscii persino a farmi assumere da “Ronny”, un negozio di dischi a Porto da Barra. Il miglior modo per passare la giornata ascoltando musica. C’era anche musica italiana ed ero una fan di Peppino Di Capri”. E oggi come si sente? “Sono in um buon momento. Mi sento più giovane dell’età che ho e questo si riflette nel mio lavoro. Il canto è gioviale, la voce cristallina. Frutto del piacere che provo per ciò che faccio”.
Fonte: www.galcosta.com.br


Canto il passato e il presente del mio Brasile
Felice Liperi - La Republica - 03/07/2005
"Il Tropicalismo è stato un movimento musicale importante soprattutto per le innovazioni tecnologiche e la modernità che ha introdotto nella musica brasiliana, per esempio con l'uso degli strumenti elettrici, come la chitarra, ma anche per l'uso di nuove liriche".
E' possibile fare dei confronti con la bossa nova? "Si tratta di due movimenti molto diversi, direi però che la bossa nova è stata più importante perché per prima ha riviluzionato la scena musicale brasiliana".
Quali brani há scelto per il suo concerto romano? "Canzoni originali del mio repertorio ma anche del passato di autori importanti come Dorival Caymmi, anche se nella musica brasiliana passato e contemporaneità spesso si confondono. In concreto, sono passata da 200 brani fino a sceglierne 18".
A proposito di queste mescolanze, nella musica popolare Brasiliana si confondono anche stili e linguaggi, musica pop ed elettronica, come nel lavoro di Arti Lindsay e Carlinhos Brown. Questa sara la strada della musica del futuro in Brasile? "È difficile dirlo, ma è vero che la musica brasiliana è molto ricca e a questa intensità hanno contribuito in modo importante i due musicisti citati. Rappresentano in modo ideale la figura del compositore brasiliano che mette insieme modernità e tradizione".
Venendo a Todas as coisas e eu, l'album che presenta a Roma, ci sono numerose canzoni di Noel Rosa che qualcuno considera l'anticipatore della musica di Jobim. "Stiamo parlando di classici, di veri padri della canzone brasiliana, Rosa è stato uno dei nostri autori più raffinati, ma anche Ary Barroso, autore di samba e marce per il Carnevale, di cui propongo "Pra machucar meu coração", è un altro compositore dal cui repertorio ogni interprete brasiliano non può prescindere".
Fonte: www.galcosta.com.br

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