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Il 26 maggio scorso , giusto un anno fa' abbiamo dato vita alla factory, al laboratorio plurale delle persone, degli studenti, degli artisti e degli artigiani, delle api e degli operai precari, delle associazioni e dei movimenti che non si limitano a utopiche rivendicazioni, pur necessarie, o a immaginare le città del sole e “dell’avvenire”, ma che agiscono, qui e ora, i diritti naturali dei corpi, dei sogni e dei saperi, e li traducono in proposte di vita, di lotta e di altra comunità. In un anno abbiamo riempito la factory di iniziative musicali, teatrali,artistiche e sulla memoria. La factory raccoglie le aspirazioni al fare in comune di numerosi progetti che nascono nella città di sotto, senza europadroni e sponsor inquina/n/ti. Tutto è intorno a noi, ma non vogliamo pagare la ricarica a nessuno. Dall’archeologia industriale recuperiamo il perduto, l’abbandonato, il dismesso, il residuo della metropoli che tutto divora e misura con le statistiche il benessere della metropoli. La factory è il nostro temporaneo approdo, uno spazio permanente di sperimentazione tra memoria e contemporaneità. Questa è la sponda partigiana e ribelle del fiume Tevere. E qui vogliamo stare. La nostra memoria ha senso solo se messa in cammino: senza futuro non c’è memoria.Proviamo a produrre un'altra comunità sempre possibile, non proprietaria, non escludente. Apriamo uno spazio per restituirlo a un uso pubblico e fuori dalle logiche del profitto. Un nodo dell’autogoverno, un laboratorio orizzontale di produzione artistica, culturale, sociale e politica. Un porto, quest’approdo, a disposizione di tutti e tutte, senza confini prestabiliti, aperto ed eterodosso.Come ogni porto, la factory, è una terra franca contaminabile e attraversabile da tutti. Dai tanti che vogliono camminare oltre i sentieri stabiliti dal positivismo della capitale dei lustrini. Il progetto della factory è un presidio di democrazia dal basso, di restituzione della parola e di esercizio della intelligenza, e non avrà termine finchè le idee di un'altra città possibile continueranno a diffondersi e a radicarsi in tutti i territori.La factory spalanca le porte a chi vuole creare, suonare, leggere, lottare,…perché tutto sia per tutti, e niente per noi altri!Vi aspettiamo…….La comunità del portoLa Factory