FANTASMI.
Che vengono da lontano.
Che scardinano il tempo.
Che amano il chiuso degli appartamenti.
E se come me lasci la porta aperta loro arrivano.
Sono cortei di animali,sono rasoi,abiti chiusi in un armadio.
ANGELI DANNATI
Muto sedevo in una desolata taverna sotto travi annerite dal fumo e solitario davanti al vino; splendente cadavere chino su un non so che di oscuro e giaceva un morto agnello ai miei piedi. Da azzurrità putrescente uscì la pallida figura della sorella e così parlò la sua bocca sanguinante: pungi nera spina.
Oh, ancora mi risuonano di selvagge tempeste le braccia argentee. Scorra sangue dai piedi lunari, germoglianti su notturni sentieri, dove il ratto sguscia stridendo.
Sfavillate voi stelle nei miei ricurvi cigli; e risuoni lieve il cuore nella notte. Irruppe una rossa ombra con fiammeggiante spada nella casa, fuggii con fronte nevosa.
Oh, amara morte.
E usciva da me una oscura voce: al mio morello ho spezzato la nuca nella foresta notturna, quando dai suoi purpurei occhi sprizzava la follia; le ombre degli olmi caddero su di me, l'azzurro riso della fontana e la nera frescura della notte, quando io selvaggio cacciatore stanavo una nevosa fiera; in petrigno inferno smoriva il mio volto.
E scintillante cadde una goccia di sangue nel vino del solitario, e quando io ne bevvi, aveva sapore più amaro del papavero; e una nera nuvola avvolse il mio capo, lacrime cristalline di angeli dannati; e lieve scorreva dall'argentea ferita della sorella il sangue e cadde su di me una pioggia di fuoco.Lungo il margine del bosco voglio andare, creatura silenziosa, dalle cui mani, senza parole, calò il sole crinito; straniero sul colle serale, che piangendo solleva i cigli sulla città petrosa; fiera che sta silenziosa nella pace del vecchio sambuco; oh, senza requie origlia il capo crepuscolare, o forse gli incerti passi seguono l'azzurra nuvola sulla collina, anche astri severi.
In disparte ti guida silenziosa la verde messe, ti accompagna su muschiosi sentieri del bosco timido il capriolo.
Le capanne dei villici si sono rinchiuse mute e nella nera tregua del vento impaura l'azzurro lamento del torrente.Ma quando io discesi il sentiero di roccia mi assalì la follia e gridai forte nella notte e quando io con argentee dita mi chinai sull'acqua taciturna vidi che il mio volto mi aveva abbandonato.
E la bianca voce mi disse: ucciditi! Sospirando si levò in me l'ombra di un fanciullo e mi guardò raggiante da occhi cristallini,così che piangendo mi accasciai sotto gli alberiLa mente soppesa e misura,
ma è lo spirito che giunge al cuore della vita
e ne abbraccia il segreto;
e il seme dello spirito è immortale.
Il vento puo' soffiare e placarsi,
e il mare fluire e rifluire:
ma il cuore della vita
è sfera immobile e serena,
e in quel punto rifulge
una stella che è fissa in eterno.
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