Chi sono? Bella domanda. Spesso non consideriamo realmente le parole. Ma é una bella domanda. Non so rispondere, o meglio vorrei dire io, ma poi ci sono cose diverse, appena rotte o malandate... insomma non perfette. Mi accorgo che sono indistinto dal mondo: i polsini appena lisi, un buco nel calzino, sbadigliare alla conferenza... Amo il disordine, i difetti, le imperfezioni. Ci sono dei doveri? Sicuramente alcuni. Ma c'è la vita: sincera, saggia o falsa che sia, sta sempre li intorno, tra Super IO ed ES...(qui mi fermo e la barra della scrittura lampeggia per 10 minuti e osservo, osservo me stesso e l'aria; provo un profumo di vaniglia - leggero, instabile e insostenibile, presente e fugace - la vita ritorna così reale, biologica e viscerale da sembrare invisibile) amo il mio profumo. Se chiudo gli occhi e accendo quel magnifico oggetto tra di essi, vedo; vedo campi e tramonti e nuvole e il paesaggio ancor più grande e poi ancora... Da piccolo alla finestra stavo ore ed ore a guardar fuori. Tuttora lo faccio ma mi accorgo che li fuori adesso ci sono anche io e non sono tanto diverso: come tutti ho tante cose ma diverse da tutti perché riguardano me: pensieri, situazioni, emozioni. Allora riesco a vedermi e come voglio bene alle persone che sento animose, allo stesso modo ho imparato a voler bene a quel ragazzo che aspettava alla finestra il suo più caro amico; ho aperto la finestra e ho gridato Manuel.
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