Arte e stile gothic,storia medievale,vichinghi,mitologia pagana,celti,
castelli,draghi ,esoterismo,genealogia,anime ,videogame
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Gli scongiuri sono inutili: partecipa alla foto petizione contro i guard rail assassini!
Books:
INCONTRI CON UOMINI STRAORDINARI
IL LIBRO NERO DELLA CACCIA ALLE STREGHE
LA LINEA DI SANGUE DEL SANTO GRAAL
IL CODICE DA VINCI
FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO
TORINO CITTA' MAGICA 1-2
SIDDARTHA
NARCISO E BOCCADORO
LORELLETH
I CELTI
L'ALCHIMISTA
IL SOGNO DI MERLINO
Heroes:
..La cosa piu' bella che possiamo
sperimentare e' il mistero;e' la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza.
Chi non ammette l'insondabile mistero non puo' essere neanche uno scienziato.
A.Einstein
La luna se ne stava là , al buio, in mezzo
a tutte quelle stelle lucenti. A volte diventava triste e se ne andava a fare un
giretto attorno alla terra; vedeva il mare azzurro, le montagne, il verde delle
colline, le nuvole, i ghiacci. E tra sé diceva: "Che bello se potessi anch’io
essere un pianeta o una stella... Invece non sono niente, non servo a niente,
non riesco nemmeno ad illuminare le notti sulla terra". Passarono gli anni.
Migliaia di anni. Milioni di anni.
Un giorno la luna si sentì stanca e decise di non fare il solito giro. Ad un
certo punto vide spuntare dietro la terra il sole. "Che meraviglia, avevo tanto
sentito parlare di lui, ma non l’avevo mai visto" e si mise a piangere dalla
felicità . Il sole allora si commosse e la prese sotto i suoi lunghi e caldi
raggi. L’abbracciò, la illuminò come se fosse una vera stella. La luna si sentì
rinascere, tanti anni al freddo e al buio, e ora finalmente anche lei brillava.
Il sole vedendo la piccolina così felice se ne innamorò. Purtroppo non potevano
avvicinarsi l’uno all’altra; non riuscivano, perché la terra era sempre tra i
piedi. Così un giorno la luna si affrettò a far il suo giro e si incontrò
finalmente con il suo sposo. Ma tutto non durò che un attimo. Ancora oggi,
durante le eclissi, i due si incontrano, si baciano e poi si lasciano per
guardarsi solo da lontano per altri 30 o 40 ann i.
Terra di fate (di Edgar Allan Poe)Valli di nebbia, fiumi tenebrosi
e boschi che somigliano alle nuvole:
poi che tutto è coperto dalle lacrime
nessuno può distinguerne le forme.
Enormi lune sorgono e tramontano
ancora, ancora, ancora ...
in ogni istante
della notte inquiete, in un mutare
incessante di luogo.
E così
spengono la luce delle stelle
col sospiro del loro volto pallido.
Poi viene mezzanotte sul quadrante lunare
ed una più sottile delle altre
(di una specie che dopo lunghe prove
fu giudicata la migliore)
scende giù,
sempre giù, ancora giù,
fin quando
il suo centro si posa sulla cima
di una montagna, come una corona,
mentre l'immensa superficie,
simile a un arazzo,
s'adagia sui castelli
e sui borghi (dovunque essi si trovino)
e si distende su strane foreste,
sulle ali dei fantasmi, sopra il mare,
sulle cose che dormono e un immenso
labirinto di luce le ricopre.
Allora si fa profonda - profonda! -
la passione del sonno in ogni cosa.
Al mattino, nell'ora del risveglio,
il velo della luna si distende
lungo i cieli in tempesta e,
come tutte le cose,
rassomiglia ad un giallo albatro.
Ma quella luna non è più la stessa:
più non sembra una tenda stravagante.
A poco a poco i suoi esili atomi
si disciolgono in pioggia: le farfalle
che dalla terra salgono a cercare
ansiose il cielo e subito discendono
(creature insoddisfatte!) ce ne portano
solo una goccia sulle ali tremanti.In riva al fiume le disteseson coltivate ad orzo e avenadalla brughiera e fino al cieloe in mezzo ai campi va la stradaalla turrita CamelotEd i viandanti di passaggioguardan fiorire le ninfeea circondare un isolottol'isola di Shalott.Fremono i salici, e la brezzasoffia leggera in mezzo ai pioppie la corrente scorre eternaintorno all'isola nel fiumee scorre verso Camelot.Da grigi muri e torri grigesi vede un prato, e fra quei fioridimora in mezzo a quel silenziola dama di Shalott.Presto al mattino i mietitoririescono a udire la canzoneun'eco lieta che risuonadal chiaro fiume serpentinoalla turrita Camelot.Ed alla luna il mietitoreammucchia stanco i suoi covonisente quel canto "E' lei, la maga,la dama di Shalott!".Siede al telaio giorno e nottetessendo tele iridescentile han raccontato la leggendadi un maleficio che la cogliese guarda verso Camelot.Ma l'incantesimo era oscurocosì tesseva assiduamente,e non aveva alcun pensierola dama di Shalott.La superficie di uno specchioè il solo modo di guardareun mondo di ombre e di riflessie vi intravede quella stradasalire verso CamelotDentro lo specchio i paladinivanno a cavallo a due a duema lei non ha il suo cavalierela dama di ShalottE sulla tela riproducefigure scorte nello specchio:di notte a volte c'è l'incantodi luci fioche, o un funerale,o musica, su a Camelot.O con la luna piena in cielovanno gli sposi, innamorati,un mondo di ombre non soddisfala dama di Shalott.A un tiro d'arco dalla torrecavalca il sire fra i covoniil sole passa fra il fogliamea far brillare l'armaturadel coraggioso LancelotLo scudo ha un fregio, un cavaliereinginocchiato da una damae luccica fra i campi d'oroche attorniano Shalott.La fronte chiara splende al solelui siede in groppa un purosangueda sotto l'elmo scendon ciocchedi ricci neri, di carbonementre cavalca a Camelot.E dalla riva accanto al fiumeil suo riflesso è nello specchiosi sente un canto, "Tirra Lirra"è lui, Ser Lancelot.Lascia la tela ed il telaioe fa tre passi nella stanzapoi guarda i fiori di ninfeae vede l'elmo col pennacchiopoi guarda verso Camelot.La tela vola via nel ventoil chiaro specchio va in frantumisì, la maledizione ha coltola dama di Shalott.Nel vento di tempesta i boschispettrali sembrano agitarsiil corso d'acqua si lamentadal cielo pioggia torrenzialesulla turrita Camelot.In riva al fiume c'è una barcaaccanto a un salice piangentelei intaglia un nome sulla prua"la dama di Shalott".Scendendo lungo tutto il fiumecon gli occhi assenti, da veggente,guardando la sua mala sortecon un contegno distaccatocontempla a lungo CamelotE quando è l'ora del tramontoscioglie gli ormeggi, e si distendesul fiume la corrente portala dama di Shalott.Si sente un canto triste e sacrostruggente, forte, disperatoil sangue perde il suo caloree gli occhi perdono la vistadella turrita Camelot;e la corrente la trasportafino alle case in riva al fiumemuore cantando il suo bel cantola dama di Shalott.Sotto le torri ed i balconiaccanto ai muri dei giardinigalleggia e sembra illuminataentrando candida e splendenteed in silenzio a Camelotla gente viene ad ammirarlai cavalieri, con le dameleggendo il nome sulla pruala dama di Shalott.Cosa succede? Chi è arrivato?E nel palazzo illuminatonel mezzo dei festeggiamentisi fanno il segno della crocei paladini a CamelotMa Lancelot si fece avantie disse misericordioso"Riposa in pace, e Dio ti accolgao Dama di Shalott"