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Researcher always looking for something new, tryin' to learn as much as I can because I don't trust nobody due their laziness. I never give up if anything bad occours, won't ever face off my problems or regret what I had done. Who really trust me and knows me, knows what can I do or not for the others. I'm missing my place. Ain't be Italy for several reasons. The only one I found really comfortable is Tokyo. Japan releases energy all around and gives me a sense of rest. I shall live there soon, but now, I can't yet.Why am I called myself Fading To Gray? Because a very special person told and teached me how to switch between harsh and bitter situations flipping my moods into another. A fade of gray is something unseenable, a frequence of light that most of people can't see. It's an in action morphing of moods, feelings and many unwritable things.
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Sono un rompiscatole per mia propria natura empirica, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Non mi accontento mai, per questo sono irrequieto... Ho un modo di fare tutto mio, quindi alle volte posso risultare anche un pelino irritante :D Chi mi conosce bene, SA come son fatto. Prendere o lasciare.Fondamentalmente sento il richiamo di un posto lontano, un posto a me molto caro: Tokyo, una città nella quale ho vissuto diversi mesi e che presto rivedrò, anche per viverci in via definitiva.Perché Fading To Gray? Perché qualcuno mi ha insegnato a capire che non esiste solamente il bianco o il nero, esistono tante sfumature che fanno parte della nostra vita. L'equilibrio è una via di mezzo, un tono di grigio indefinito e personale, una macchia nella nostra anima che la caratterizza e la distingue dalle altre; una vibrazione della luce che coinvolge il nostro umore, lo modifica e lo innalza sino alle più alte tonalità ed espressioni che l'essere umano non è in grado di spiegare in alcun modo.
Cosa faccio nella vita? Ne faccio troppe, talmente troppe che pare non faccia nulla... In realtà mi applico molto in cucina (per varie ragioni) e tendo ad imparare alla svelta tutto ciò che vedo, cercando di rielaborarlo e di presentarlo alla mia maniera. Vorrei perfezionare anche le ricette giapponesi che ho imparato, perchè "sembrano" semplici, ma, in realtà, celano complicatissimi e delicatissimi passaggi che per uno sbrodolino come me, alle volte, sono un ostico muro contro cui sbattere la testa. Come sfogo, ultimamente, mi son dato alla fotografia. Erano anni che, spippolando con ogni mezzo possibile, volevo riuscire a perfezionare un po' le rudimentali nozioni autodidatte in mio possesso; così ho deciso di comprarmi una Reflex e, pian pianino, esperimento dopo esperimento, sto cominciando ad avvicinarmi alle persone (farei meglio a dire "cavie") che con tanta simpatia e disponibilità si prestano a farmi da modelle/i. Non mi considero un fotografo, perchè per me è solamente un hobby. Di hobby ne avrei anche troppi... alla fine, forse, farò una cernita, perchè le giornate sono fatte di 24h, le mie, purtroppo, di 36. Esperienze professionali? Se per professionale è "giocare a far qualcosa", potrei annoverare l'aver lavorato per un rinomato studio di architettura e progettazione di Venezia come WebDesigner collaboratore esterno (1999), l'esser stato fotoreporter nel 2000-2001 dei GemBoy (con i quali ho imparato cosa voglia dire stare a contatto con il mondo della musica a tutto tondo), ho insegnato privatamente italiano a Tokyo (2004-5), ho insegnato Giapponese ad un'associazione bonsaistica locale (2006). Adesso bho, devo laurearmi, ma nel frattempo collaboricchio qua e là per qualche progetto e ringrazio tanto Paolino Ruffini per avermi dato modo e possibilità di essere fotografo di scena (improvvisato :D ) nei suoi ultimi recenti spettacoli nella prov. di Grosseto. Dal Settembre 2007 collaboro come articolista per Wasabi Magazine scribacchiando delle mie esperienze di vita a Tokyo (anche come corrispondente in loco). Wasabi è una famiglia che mi ha accolto nonostante la mia pedanteria e carattere vivacemente eclettico... :P Grazie bimbi/e :P Al termine del mio secondo soggiorno nella megalopoli giapponese posso concretamente affermare che la mia intenzione di vivere a Tokyo non è mutata. La città in sè cambia, in continuazione, ma il carattere radicato in essa no.Proprio per dare una svolta radicale alla mia vita... prossimamente mi sposterò ancora...ed al momento la mia ricerca è abbastanza complicata, anche se so benissimo quale continente dovrà accogliermi: l'America. Non è stata la mia prima scelta, ma ci sono tanti motivi di fondo che mi spingono in questa direzione, poiché l'Italia non offre nè offrirà mai alcuno sprono per realizzarsi nella vita. Collateralmente al mio scopo primario, porto ancora avanti il mio gioco fotografico, senza voglia alcuna di esibirmi in mostre monotematiche (monotematico è l'antitesi di ciò che sono). Come dissi "Se mai ne farò una, ci sarà sempre un elemento stonante, come stonata è la mia vita, quella di un pesce d'acqua dolce in un acquitrinio salmastro"; infatti, nella mostra collettiva di fotografia (PhotodigitalGrosseto e Photocommunity Italia) tenutasi tra il 6 ed il 12 Novembre 2008 al Cassero, la mia foto era l'unica dai toni forti, quasi monocromatici e cupi tra tutte le altre. Vediamo cosa mi riserverà il futuro, ma di sicuro creerò qualcosa di particolare, dato che mi devo sfogare parecchio... Stay tuned for further news.