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Storia
La società venne fondata il 25 settembre 1919 e tra i fondatori storici figura Severino Taddei.
Taddei (detto "Umberloun") scelse il granata come colore sociale della maglia in onore del Grande Torino. Fin dagli anni venti la squadra navigò tra Prima e Seconda Divisione nazionali (corrispondenti alle attuali serie A e B), e proprio in quel periodo Felice Romano fu il primo (e finora unico) granata a vestire la maglia della Nazionale A italiana. La storia "moderna" della Reggiana incominciò nell'immediato dopoguerra e nei primi anni '50:Nel dopoguerra, infatti, la Reggiana milita per moltissimi anni nel campionato di Serie B sfiorando in molte occasioni la promozione nella massima serie (che sfortunatamente veniva sempre a mancare nelle battute conclusive) lanciando numerosi giovani calciatori e rivitalizzando "vecchie" glorie (ricordiamo fra gli altri Ilario Castagner, Dante Crippa, Gianni Cappi, il professore Lamberto Boranga, Flaviano Zandoli, Roberto Mozzini, Francesco Romano, Andrea Carnevale, Giancarlo Corradini e Giovanni Francini).A metà anni '50 la Reggiana fu retrocessa in IV Serie (l'odierna serie C2) per un presunto illecito sportivo denunciato dai dirigenti del Parma Calcio. La squadra granata impiegherà ben tre anni per uscire dall'inferno di quei campionati collezionando anche magre figure nei campetti di provincia di mezza Italia. Alla fine la squadra si risolleverà e, capeggiata dall'allenatore (successivamente direttore sportivo) parmense Luigi Del Grosso, ritornerà in serie C nella stagione 1955/56 dopo gli spareggi di Bolzano. La "vendetta" granata arriverà (sempre grazie a Del Grosso) dopo due anni nel campionato cadetto nel 1958/59 imponendosi in entrambi gli incontri contro i crociati costringendoli ad una affannosa salvezza finale e nel 1959/60 replicando i derby vittoriosi dell'anno precedente.Gli anni '60 e '70 scivolarono via tra mancate promozioni in serie A (una costante nella lunga storia granata) alternate da qualche retrocessione in serie C ma per lo più vissuti in buoni campionati di serie B.Occorrerà aspettare la fine degli anni '80 e i primi '90 per poter vedere la miglior pagina granata. Infatti il periodo più glorioso della lunga storia granata iniziò alla fine degli anni ottanta, il club, in cui militarono Angelo Di Livio, Fabrizio Ravanelli, Andrea Silenzi, Giuseppe Scienza, Fernando De Napoli, Dario Morello, Marco Ballotta, Francesco Antonioli, Eugenio Sgarbossa e Luca Bucci prima ottenne una meritata promozione dalla C1 alla B e per due campionati sfiorò ripetutamente la promozione in Serie A ma il ciclo più glorioso della Reggiana ebbe ufficialmente inizio nei primi anni '90La promozione arrivò infine nella primavera del 1993, con la vittoria nel campionato 1992/93 di Serie B. Il vecchio stadio "Mirabello" e tutta la città vissero giornate di grande festa e il tifo granata non lesinò festeggiamenti e ovazioni ai propri beniamini per la prima storica promozione nella massima serie nazionale. L'allenatore di quella squadra era Giuseppe Marchioro; all'esordio in A, la formazione della "Regia" poteva vantare grandi giocatori del calibro di Paulo Futre, Michele Padovano, Massimiliano Esposito, Gigi De Agostini e Cláudio Taffarel (che alla fine della stagione si laurerà Campione del mondo con il Brasile). Proprio quest'ultimo contribuì in modo determinante alla salvezza della squadra, che avvenne il 1° Maggio 1994 a San Siro contro il Milan di Fabio Capello, la Reggiana infatti si impose con il risultato di (0-1, gol di Max Esposito). La squadra granata terminò quel campionato al tredicesimo posto, appaiata all'Inter e si salvò a discapito del Piacenza.Nel disastroso campionato di serie A 1994/95 la squadra si classificò penultima e retrocesse. Comunque, nello stesso anno fu inaugurato nella gara casalinga contro la Juventus il nuovo stadio "Giglio", primo impianto di proprietà di una società di calcio in Italia. Ma fu un giovane allenatore reggiano, Carlo Ancelotti, a riportare immediatamente il club granata nella massima divisione, al termine di una lunga rimonta che si concluse con la seconda promozione in A. Tra i protagonisti di quella stagione, si distinsero l'esperto portiere Marco Ballotta, il difensore Angelo Gregucci, il giovane Pietro Strada e il russo Igor Simutenkov. Nel campionato successivo la squadra fu inizialmente allenata dal tecnico rumeno Mircea Lucescu i risultati non arrivarono e così la stagione si concluse con un'amara retrocessione in serie B, nonostante la presenza di validi giocatori ed un gioco spumeggiante espresso per buona parte del campionato. Tra i protagonisti di quella sfortunata annata si ricordano Filippo Galli e Max Tonetto.I problemi economici della società (presieduta dal friulano Franco Dal Cin) diventano troppo gravi e la Reggiana dopo soli due anni di cadetteria si ritrova scaraventata in terza serie. Al termine del campionato 2001/02 la società viene rilevata dall'imprenditore parmense Ernesto Foglia e dal reggiano Chiarino Cimurri ma il rinnovamento societario sembra non sortire effetti sul morale di una squadra allo sbando che nello stesso anno ed in quelli immediatamente seguenti arriva a partecipare stabilmente alle finali play-out per evitare la retrocessione in Serie C2. Finalmente la svolta arriva nel campionato 2004/05, nel corso del quale il tecnico Bruno Giordano costruisce una squadra affidabile e forte che arriva a fine del campionato tra mille difficoltà , economiche e non, a giocarsi la promozione in Serie B in semifinale play-off contro l'Avellino perdendola poi nel doppio confronto con gli irpini.L'epilogo amaro di una incredibile annata avviene il 13 luglio 2005 quando la vecchia società viene dichiarata insolvente e fallisce (ancora oggi non si conosce l'esatto debito prodotto dalle gestioni scriteriate degli anni "gloriosi" ma si è ipotizzato potesse essere arrivato attorno agli 80 milioni di euro). Dall'agosto del 2005 la società , che nel frattempo aderisce al "Lodo Petrucci" e si iscrive nel campionato di Serie C2 con il nome di Reggio Emilia Football Club, è guidata da alcuni imprenditori autonomi e da una società compartecipata dalle principali forze cooperative ed industriali della città e della provincia. Dopo breve tempo la società ha ripreso la storica denominazione di A.C.Reggiana 1919. Nel campionato 2005/2006 di Serie C2 girone B, la Reggiana si è classificata ottava. Al termine della stagione sportiva 2006/07 la Reggiana si è classificata quinta nel campionato di Serie C2/B guadagnandosi il diritto a partecipare ai playoff per la promozione in serie C1, persi, tuttavia, nel doppio confronto finale contro la Paganese.
Stadio
Il campo di gioco è lo stadio "Giglio" di Reggio Emilia, che ha una capienza di 30.000 posti. È l'esempio unico in Italia di stadio posseduto direttamente da una società sportiva (la società Reggiana fallita). Lo stadio Giglio è caratterizzato da una imponenza architettonica abbastanza significativa. Dal fallimento della vecchia A.C Reggiana 1919 S.p.A e della controllata TuttoGiglio (che possedeva lo stadio) avvenuto nel luglio del 2005 l'impianto è in mano ad un curatore. Intorno allo stadio è sorto un centro commerciale all'interno del quale trovano spazio un albergo, un centro per l'aggregazione giovanile del Comune, un cinema multisala ed una galleria di circa 70 negozi.Tifosi
La Reggiana può contare su una tifoseria numerosa e tra le più calorose d'Italia. Quando ancora si giocava allo stadio Mirabello la media del pubblico presente era di 12/13.000 spettatori, mentre in curva si doveva stare in doppia fila su ogni gradone. Sono sparsi tra le province di Reggio nell'Emilia e Modena i circa trenta Granata Clubs affiliati al centro coordinamento. Nella curva sud dello stadio Giglio sono presenti due gruppi ultras: le Teste Quadre e il Gruppo Vandelli. I primi nacquero nel 1999 dopo lo scioglimento dei gruppi ultras Front, Fedelissimi e Ghetto, quest'ultimo era il principale era nato infatti nel 1977 e prese il nome dal quartiere d'origine dei suoi primi membri, la Rosta Nuova che veniva appunto chiamata il Ghetto. Il Gruppo Vandelli sorse inizialmente nel 1991 come sezione interna del Ghetto, ma con lo scioglimento degli U.G. il Vandelli divenne uno dei gruppi ultras più importanti nella curva sud. Al contrario di molte altre curve italiane, quella della Reggiana non riceve alcun aiuto economico dalla società ed è totalmente apolitica. I curvaioli reggiani si resero protagonisti di leggendarie traferte, soprattutto nella stagione 93/94, primo anno di serie A. Erano infatti 6.000 all'esordio assoluto contro l'Internazionale, 4.000 contro la Juventus e 12.000 nell'ultima partita, giocata al Meazza contro il Milan,partita che vide la Reggiana vincere e salvarsi miracolosamente. Anche negli ultimi anni (i peggiori della storia granata) nonostante la prolungata militanza nelle serie minori (C1 e C2, a seguito del fallimento e del lodo Petrucci) i tifosi granata si sono sempre dimostrati fedeli ai colori; lo dimostrano il numero di abbonati (intorno alle 1500 tessere staccate ogni anno) e le presenze paganti, soprattutto in trasferta, dove non è inusuale vedere torpedoni di pullman con oltre 300/400 supporters muoversi su campi di periferia con un calore e un affetto al limite del commovente. Gli ultras reggiani sono gemellati con quelli della Carrarese, del Vicenza e della Cremonese, rapporti di amicizia sono stati instaurati con quelli di Genoa e Castel San Pietro. Tra i nemici invece figurano quelli di Parma, Modena, Spezia, Cesena, Spal e Mantova.
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