Mood33

"I know no more ways... I am so afraid. Myself won't let me just be myself. And so I am completely alone..." This is how Peter Hammill song when the van der graaf generator was sending emotions.This is how i feel since i was twentytwo yeasr old an inferior messe, a dark illnes that many can cure with poetry, storys, with art. I do it with my electric guitar and my pick. My medicine is a music and it's with her that i free my interiore demons. From my head that never stops thinking. To ask questions that never has an answer. At fifteen year old i started with a band, and for an other ten year i flooted the world with notes, trying to stay on my feet in this crazy world of musictions. Composing my first picies of music. The soffering with myself about what i shoud be and what i want to be is that i don't want to be what i shoud be, so thats how i have my trasformation in a sound, in a song, in music thats what happens when i have my guitar in my hands that brings me out of the common world. What i live and what i would want differently. My isolation my coscience of what i am, with my limits, my dreams, with my guitar i don't have to compare myself with no one. I don't have to support, no compromise, i' m alone with myself. Every time i try i share my emotion, with a friend that is ready to wait for me at the end of the trip. A lonely trip. On the notes of my sleps there are only my shoes, and the eco of my stepes. "No, not there am..... i go up on an car that me go go go....and then yes, I return to turn them, where there is music" Franz Di Cioccio said it. Other of my teachers played it Franco Mussida. Welcome to my space. Hope to find you at the end of my trip and share with you all the why's in this life. The music can give all that intensity...Thank you Adriano Coppola ------------------------------------------------------------ ---------------------------------------------“Non conosco altre strade… Ho così tanta paura. Me stesso non mi lascia essere solo me stesso. E così mi ritrovo completamente solo…” Così cantava Peter Hammill quando i Van Der Graaf Generator emanavano emozioni. Così mi sento da quando ho ventidue anni. Un groviglio interiore, un male oscuro che in tanti riescono a curare con la poesia, con i racconti, con la pittura. Io lo faccio con un plettro. E con una chitarra elettrica. E’ la musica la mia medicina. Ed è attraverso lei che mi libero dei miei demoni interiori. Della mia testa che non smette mai di pensare. Di porsi domande che rimangono quasi sempre senza risposte. A quindici anni ho iniziato come tutti, con una band, e per altri dieci anni ho vagato nel mondo delle note, imparando a rimanere in piedi nel pazzo mondo dei musicanti. Tra cover e piccoli lavori in studi di registrazione. Componendo poi i miei primi pezzi. L’insofferenza verso me stesso, verso gli altri e verso l’idea di ciò che dovrei essere e che non riesco e non voglio essere, si trasforma in qualcosa che si avvicina ad un suono, a una canzone o una musica appena prendo in mano la chitarra per uscire fuori dal mondo comune. Quello che vivo e che vorrei diverso. La mia isolazione è la presa di coscienza di ciò che sono. Con i miei limiti, i miei sogni. Attraverso la chitarra non ho l’esigenza di confrontarmi con nessuno. Non devo sopportare. Non ci sono compromessi. Sono solo con me stesso. Ogni volta parto per sperare di condividere le mie emozioni, con qualche compagno pronto ad aspettarmi alla fine del viaggio. Un viaggio solitario. Sulle note, mentre cammino, ci sono solo io con le mie scarpe. E l’eco dei miei passi. “No, non ci sto… Salgo su un’auto che mi porta via via via… E allora si, torno a girare là, dove c’è musica”. Lo dice Franz Di Cioccio. Lo suona un altro dei miei maestri, Franco Mussida. Benvenuti nel mio spazio. Spero di trovarvi in fondo al viaggio a condividere con me i tanti perché di questa vita. Che la musica riesce a rendere così intensa…Gazie Adriano Coppola