Myspace Layouts at Pimp-My-Profile.com / School Colors
Anno: 1947, Mese: novembre, Giorno:12, Quartiere: monteverde … maternità dell’ospedale San Camillo; la cicogna non è che ha faticato granché per portarmi, peso: 1,9 kg. Pesavo meno di un abbacchio; in compenso però, più di un pollo o di un coniglio. Alla faccia di tutti e grazie al latte di mucca del casale vicino casa ho recuperato peso e sembianze; da brutto anatroccolo a .... “normaleâ€. Ero il primo nipote di 5 sorelle (compresa mia madre) e due fratelli; tutte le attenzioni erano per me, in pratica ero il gatto di casaâ€. Anni duri per tutti quelli del dopoguerra, in casa c’era soltanto il necessario e a volte neanche quello. I miei sgobbavano dalla mattina alla sera, mio padre nei cantieri edili e mia madre in una fabbrica di mattoni. La mia casa era un alloggio delle case popolari alla borgata del Trullo, dove tuttora vivono i miei genitori, all’estrema (allora) periferia di Roma; due camere, cucina e un piccolo bagno con al muro un chiodo con i ritagli di giornale a uso carta igienica. Il riscaldamento non esisteva, d’inverno si stava in cucina e dopo mangiato a letto, sotto una coperta militare e per tenermi più caldo ci mettevano sopra i cappotti. Il pigiama? E chi ce lo aveva? Canottiera, maglia di lana, mutande e calzettoni per sentir meno freddo. L’abbigliamento tra estate e inverno cambiava solo sopra e sotto, i pantaloni (corti) erano 4 stagioni. D’inverno canottiera, maglia di lana per sotto e due o tre maglioni a secondo il freddo e calzettoni in lana. D’estate maglietta maniche corte o canottiera e sandali. Il mio primo cappotto (Montgomery) a 9 o 10 anni; ero talmente abituato a non averlo che il giorno dopo che me lo hanno dato, mi fermo a giocare a calcio per strada e per non rovinarlo lo metto per terra in un angolo, finito di giocare lo lascio lì e me ne vo a casa. Non l’ho mai più rivisto. Di giocattoli non se ne parlava, se non all’epifania; un solo giocattolo! una pistola o un fucile a tappi o una macchinetta, un trenino; il massimo quando ero un po’ più grandicello un paio di pattini a rotelle e un pallone di cuoio da calcio, qualche anno anche “carbone†per motivi finanziari. Babbo Natale invece ci portava appeso all’albero cioccolatini di varie forme e naturalmente un babbo natale di cioccolata che si mangiava per ultimo. La scarsità di giocattoli ci ha donato la capacità di saperci inventare i giochi, giocavamo con qualsiasi cosa. Ricordandone qualcuno, Nascondino, mosca cieca, campana, 4 cantoni, salto con la corda, biglie di vetro, a picchio (piccola trottola di legno fatta girare con lo spago) con le figurine, con i tappi corona delle minerali, birre, gassose ecc. con la creta o argilla (per ammorbidirla ci facevamo la pipì sopra) e molti altri. Oltre a queste cose, ci impegnavamo anche in costruzione di capanne fatte con le canne, caccia alle farfalle, alle lucertole, ai grilli, ai rospi e naturalmente i passeri. Altro “gioco†più impegnativo, era fare la “sassaiola†contro i “nemici†degli altri lotti delle case popolari. In pratica due piccoli eserciti che si affrontavano nei prati e le colline intorno alle case, a colpi di sassi e fionda. Non di rado ci stava qualche testa rotta. Comunque, noi del XI lotto eravamo ben organizzati con scudi ed elmetti di metallo ricavati da bacinelle o vasi da notte rimediati alla discarica. Il gioco per eccellenza era comunque giocare al calcio, quasi tutti i giorni per tutto il giorno. I mesi estivi, finite le scuole, li passavo dai miei nonni materni; quelli paterni erano morti e non li ho mai conosciuti. I miei nonni avevano in affitto un terreno demaniale, vicino il fiume Tevere di circa 3 ettari, esattamente all’inizio della via del mare vicino all’EUR, e lo avevano adibito a coltivazione, era un grande orto. Avevano anche quasi tutti gli animali da cortile, due mucche, due maiali, galline, conigli, piccioni, papere …insomma come una fattoria di nonna papera. Ovviamente non mancavano gli alberi da frutta, fichi, albicocche, pesche. Aiutavo nell’orto, ma soprattutto portavo al pascolo le mucche e mentre loro pascolavano mi studiavo le formiche e i formicai, oppure giocavo con i due cani lupo che mi accompagnavano sempre. Il lato negativo era ripulire la stalla, mamma mia quanta cacca ho levato. Ho passato un’infanzia bellissima. ….continua ….