"I carri folkloristici"
L' origine di questa tradizione risale al sec. XIII quando in una comunita prevalentemente agricola, i contadini nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni dagli angoli bui delle loro cantine percuotevano freneticamente botti ,tini e falci, attrezzi impiegati nel quotidiano lavoro dei campi ,si ripeteva anch all’aperto per propiziare un buon raccolto e durante le tradizionali fiere agricole per evidenziare da un lato, la robustezza degli attrezzi e dall’altro per attirare l attenzione dei passanti. Cosi facendo crearono una commistione di suoni che scoordinati ed asincroni apparivano persino assordanti,ma che con i voluti o forse fortuiti miglioramenti ritmici, portarono alla creazione di quelle peculiarità sonore che ancora tuttora caratterizzano le esibizioni delle ‘’ Battuglie’’.Nata come festa religiosa di S.Antonio Abate patrono degli animali e Santo protettore dalle avversità del fuoco; infatti sono evidenti i danni provocati dalla morte di un animale, fedele compagno di lavoro del contadino,lo stesso dicasi per un incendio del raccolto che priva le famiglie di ogni mezzo di sostentamento.
Altra caratteristica e l’allestimento del tradizionale carro folkloristico. Originariamente venivano allestiti su carrette trainate da persone e successivamente da buoi o da cavalli.
Tutti i carri vengono abbelliti e decorati con foglie di palme per rievocare la traversata di Sant’Antono Abate che via mare raggiunse l’Italia dall’ Egitto.
Sui carri folcloristici si dispone ‘’La battuglia’’(‘’gruppo di suonatori’’); la cui esecuzione e diretta da un ’’Capo battuglia’’che con gesti dirige il ritmo eseguito dai suonatori con rispettivi peculiari strumenti: Botti,tini e falci.
Tali strumenti vengono percossi con adeguati attrezzi: le botti con i ‘’mazzafuni’’(magli),i tini con le'' mazzette ‘’(piccoli bastoni di legno di 30cm) e le falci con i ‘’ferri’’(bacchette di metallo).
Vengono eseguiti i ritmi arcaici come quello violento e ossessivo della Past’e LL’’ sse quello lento della musica dei morti e quello allegro della tarantella, su cui vengono intonati canti tradizionali.