About Me
note brevi- LA NOTTE STELLATA -Ogni volta che ho guardato il cielo stellato ho sentito la musica delle
stelle e l’istinto e la naturalezza mi hanno avvicinato ancora di più
ad esso, in un modo quasi religioso e affascinato.
La musica comincia a prendere forma nel mese di luglio del 1993
e anche se ad un primo ascolto può sembrare eterea essa è frutto
della mia esigenza di esprimere la materia sonora con eventi
essenziali e necessari, mai fine a se stessi, che vengono
re-inventati provocando una serie di movimenti impercettibili.
Nella Notte Stellata del 1994 l’elemento dominante è
la sospensione, lo stare all’interno, in uno spazio
che si dilata continuamente, lentamente,
consapevole di perdere la cognizione del tempo e del luogo,
con il pensiero proiettato nel vuoto, diventando tutt’uno con il cielo.
In quella del 1996 invece, pur restando invariata la natura,
avviene una trasformazione che altera il rapporto
che si era creato tra il cielo, me e la materia sonora,
questo cambiamento é intuibile nella risoluzione finale
dell’unico brano estratto.
L’accostamento con l’opera omonima di V. Van Gogh non é casuale,
poiché il modo di percepire la natura é lo stesso,
essere dibattuti come sempre fra l’attrazione teorica e sentimentale
verso il disordine e il bisogno fondamentale di ordine e pace,
ma queste sono parole,
é meglio sentire.
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short notes- THE STARRY NIGHT -Every time that I have gazed the starry sky I have felt the music of the
stars and the instinct and the naturalness have still approached to me
more to it, in a nearly religious way and fascinated.
The music begins to take shape in the month of July of 1993
and even if to an opening listening it can seem ethereal, it is the
result of my requirement to express the sonorous matter with the
essential events and necessary, never end to it selves, which
reinvented come provoking one series of imperceptible movements.
In the Starry Night of 1994, the dominant element
is the suspension, to be inside, in a space
that is continuously dilated, slowly,
aware to lose the knowledge of the time and the place,
with the thought projected in the empty one becoming it even quite with the sky.
In that one of 1996, instead, also remaining unvaried the nature,
happens a transformation that it alters the relationship
between the sky, me and the sonorous matter,
this change is perceptible in the final resolution
of the only extracted piece.
The approach with the homonymous work of V. Van Gogh is not accidental,
since the way to perceive the nature is the same one,
to be debated like always between the theoretical and sentimental attraction
towards the disorder and the fundamental need of order and peace,
but these are words,
are better to feel. ---------------------------------------------Pasquale
Di
Resta1999