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Corleto Monforte (SA)

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myspace layouts.. Corleto Monforte, ubicato su una cresta degli Alburni scavata dal corso di due torrenti laterali, Corleto Monforte è di origine ancora incerta. La tesi più autorevole propone che il centro sia di origine lucana. A suffragio di questa tesi, c'è la convinzione che i Lucani, dopo aver assoggettato i vicini insediamenti greci di "Montepruno" (Roscigno) e "Phasis" (Sant'Angelo a Fasanella) vi abbiano eretto Corleto Monforte per poterli più agevolmente dominare. Una seconda ipotesi storica, propone che l'origine del paese risalga al periodo medioevale. Di sicuro si sa, comunque, che Corleto Monforte venne edificata sull'alto costone roccioso per poter dominare la vallata di Fasanella. Il centro fu originariamente chiamato "Coryletum" per indicare il luogo in cui abbondavano i noccioli. In epoca più recente, Corleto Monforte è stata proprietà di numerosi feudatari e a quest'ultima epoca risalgono le numerose fortificazioni che ancora vi si possono ammirare. Proprio a quest'ultimo periodo risale la cronaca secondo cui, durante la rivolta dei baroni contro Federico II nel 1246, le truppe dell’Imperatore, dopo la presa di Capaccio e la fine della rivolta, devastarono tutti i territori di coloro che avevano partecipato alla congiura e ne incendiarono i castelli per impedire ogni possibile futura offensiva. Di particolare interesse è il fatto che, dopo venti giorni di assedio, i Corletani, per dimostrare all’avversario di essere ben forniti di vettovaglie e capaci, quindi, di resistere anche a lungo, anziché lanciare pietre ed altre armi contro gli assedianti, lanciarono formaggio: ciò indusse il comandante imperiale a togliere l’assedio e, in questo modo, Corleto riuscì a limitare i danni e l’abitato non fu affatto toccato, anche in virtù delle possenti fortificazioni. Tra i siti archeologici più significativi che è possibile visitare sul territorio di Corleto Monforte, si segnala il "Piano del Bue". Il sito è raggiungibile mediante la S.S. per S. Rufo e dista circa 6 chilometri dall’abitato. Si tratta di resti di un insediamento urbano di origine romano-lucana. Il sito è di proprietà privata, ma è possibile visitarlo liberamente. Un altro sito archeologico degno di essere segnalato è il "Timpa degli Antichi". Si tratta, in questo caso, di resti di insediamenti rurali, ubicati al confine con Sacco e raggiungibili solo a piedi. Il sito è ad accesso gratuito. Ben più numerosi sono, invece, i beni architettonici che Corleto Monforte custodisce gelosamente. Il principale è la Chiesa di S. Barbara, in origine tempio dedicato alla dea Diana, dea della caccia, e ciò per il fatto che Corleto abbondava di boschi e quindi di cacciagione. Il nucleo originario non era grande quanto l’attuale Chiesa e probabilmente cominciava dall’odierna balaustra e terminava alla penultima arcata. Appena la religione cristiana cominciò a diffondersi nella zona, il tempio fu dedicato alla Vergine e gli fu dato il nome specifico di "S. Maria dell’Elice", poiché davanti all’odierno sagrato si elevava un maestoso elice, abbattuto poi nel 1882 perché pericolante. La Chiesa fu la prima parrocchia di Corleto, insieme alla chiesa di S. Teodoro. Successivamente, intorno all’anno 1700, fu dedicata a S. Barbara in quanto, in quel periodo, il culto della Santa divenne assai diffuso nella zona. La statua fu acquistata a Napoli il 24 giugno 1720. Tra gli altri siti architettonici, si segnala la Chiesa di S. Giovanni. Questo tempio, contrariamente a quanto si può credere guardando l’architrave della porta centrale recante la data del 1797, fu costruito nel 1568. Si trova sulla parte alta del paese ed ha un campanile a torre. La statua di S. Giovanni Battista fu acquistata a Napoli nel dicembre del 1719 e portata a Corleto con un mulo. Infine, si segnalano la Chiesa di S. Teodoro, che, edificata nel 500 dopo Cristo, rappresenta la prima parrocchia di Corleto Monforte, e la Chiesa della Madonna del Selice. Da alcune note nei registri della parrocchia di S. Giovanni, pare che quest'ultimo Santuario sia stato edificato verso la fine del 1500. La statua della Vergine è di stile bizantino, il che sta ad indicare che non fu modellata in Italia ma vi fu portata da lontano, probabilmente dalla GreciaCoordinate: 40°26,,N 15°23,,E? / 40.433, 15.383 Altitudine: 687 m s.l.m. Superficie: 58 km² Abitanti: 742 Densità: 13 ab./km² CAP: 84020 Pref. telefonico: 0828 Nome abitanti: corletani Santo patrono: Santa Barbara Giorno festivi : 10 luglio (Santa Barbara) – 10 settembre (San Nicola) Come arrivarci: Corleto Monforte, Comune della provincia di Salerno, in Campania, dista circa 29 km dall'Autostrada A3 con uscita al casello di Polla. In alternativa, il Comune è raggiungibile anche mediante la Strada Statale n.166, all'altezza del bivio di Corleto Monforte.La stazione delle Ferrovie dello Stato più vicina è quella di Battipaglia sulla linea Salerno-Reggio Calabria. Inoltre, il Comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee pubbliche sulla linea Salerno-Polla con collegamenti per Salerno, che prevedono 5 corse giornaliere nel periodo estivo invernale, e per Polla, con 2 corse giornaliere sia nel periodo estivo che in quello invernaleI siti architettonici, archeologici e monumentali Tra i siti archeologici più significativi che è possibile visitare sul territorio di Corleto Monforte, si segnala il "Piano del Bue". Il sito è raggiungibile mediante la S.S. per S. Rufo e dista circa 6 chilometri dall’abitato. Si tratta di resti di un insediamento urbano di origine romano-lucana. Il sito è di proprietà privata, ma è possibile visitarlo liberamente.Un altro sito archeologico degno di essere segnalato è il "Timpa degli Antichi". Si tratta, in questo caso, di resti di insediamenti rurali, ubicati al confine con Sacco e raggiungibili solo a piedi. Il sito è ad accesso gratuito.Ben più numerosi sono, invece, i beni architettonici che Corleto Monforte custodisce gelosamente. Il principale è la Chiesa di S. Barbara, in origine tempio dedicato alla dea Diana, dea della caccia, e ciò per il fatto che Corleto abbondava di boschi e quindi di cacciagione.Il nucleo originario non era grande quanto l’attuale Chiesa e probabilmente cominciava dall’odierna balaustra e terminava alla penultima arcata. Appena la religione cristiana cominciò a diffondersi nella zona, il tempio fu dedicato alla Vergine e gli fu dato il nome specifico di "S. Maria dell’Elice", poiché davanti all’odierno sagrato si elevava un maestoso elice, abbattuto poi nel 1882 perché pericolante.La Chiesa fu la prima parrocchia di Corleto, insieme alla chiesa di S. Teodoro. Successivamente, intorno all’anno 1700, fu dedicata a S. Barbara in quanto, in quel periodo, il culto della Santa divenne assai diffuso nella zona. La statua fu acquistata a Napoli il 24 giugno 1720.Tra gli altri siti architettonici, si segnala la Chiesa di S. Giovanni. Questo tempio, contrariamente a quanto si può credere guardando l’architrave della porta centrale recante la data del 1797, fu costruito nel 1568. Si trova sulla parte alta del paese ed ha un campanile a torre. La statua di S. Giovanni Battista fu acquistata a Napoli nel dicembre del 1719 e portata a Corleto con un mulo.Infine, si segnalano la Chiesa di S. Teodoro, che, edificata nel 500 dopo Cristo, rappresenta la prima parrocchia di Corleto Monforte, e la Chiesa della Madonna del Selice. Da alcune note nei registri della parrocchia di S. Giovanni, pare che quest'ultimo Santuario sia stato edificato verso la fine del 1500. La statua della Vergine è di stile bizantino, il che sta ad indicare che non fu modellata in Italia ma vi fu portata da lontano, probabilmente dalla Grecia.Le manifestazioni Le tradizioni delle genti di Corleto Monforte rivivono e si rinnovano in numerose manifestazioni folcloristiche e religiose. Tra le altre, di particolare rilievo è la "Festa della montagna" che si svolge in paese a fine luglio.Tra le altre manifestazioni, va segnalata anche la tipica Sagra del caciocavallo e del formaggio che si svolge il 14 agosto per promuovere e valorizzare una risorsa tipica locale.La flora e la fauna La flora e la fauna presenti sul territorio di Corleto Monforte sono quelle tipiche della zona appenninica. Tra le specie vegetali si segnalano, numerosissimi, i boschi di castagno, di faggio e acero, mentre la particolarità è rappresentata dall'abete bianco. La specie animale tipica della zona è, invece, il gatto selvaticoLe bellezze ambientali Inserito nel Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, Corleto Monforte gode di un notevole patrimonio di bellezze naturali. L'intero territorio è coperto da boschi, in modo particolare di faggio, come ad esempio quello del Piano di S. Maria. Di particolare rilievo è la più nota località "Montagnola", un bellissimo bosco di faggio ed acero. ............
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Posted by on Sun, 24 Aug 2008 18:11:00 GMT