About Me
Quella sera Denny è davanti alla porta di casa con in braccio una cosa fasciata in una coperta da neonato rosa.Il tutto visto dallo spioncino della porta di casa di mia mamma:Denny con il suo enorme giaccone scozzese, Denny che sembre stringere al petto un bambino, col naso a palla, gli occhi a palla, tutto quanto a palla per via della lente dello spioncino. Tutto quanto distorto. Le mani che stringono il fagotto sono bianche per lo sforzo.
E Denny strilla: "Apri, dai!".
E io apro la porta fin dove la catenalle si tende. Gli faccio: " Cos'è quella roba?".
E Denny rimbocca la coperta che avvolge il fagotto e dice: "A te cosa sembra?".
"A me sembra un bambino" gli dico.
E denny dice: "Ottimo, fammi entrare ,bello, che questo coso comincia a pesare".
Allora tolgo la catenella. Mi faccio da parte e Denny piomba in casa e si fionda in un angolino del salotto, dove scaraventa il bambino sul divano fasciato dalla plastica.
La coperta rosa si srotola e dal suo interno rotola fuori una pietra grigia, color granito, levigata e dall'aria liscissima.
"Devo dire grazie a te per l'idea del bambino, quando vede un ragazzo con un neonato la gente è più bendisposta" dice Denny."Se invece vedono te che te ne vai in giro con una pietra, si agitano. specie se te la porti sull'autobus".
Pinza sotto il mento un lembo della coperta rosa e comincia a ripiegarla e dice: " In più, con un bambino trovi sempre da sedere. E se dimentichi i soldi a casa non ti fanno scendere".
Denny dice: "Meno male che hai una casa intera, i miei vogliono che porti via anche tutte le mie pietre".
"Perchè?" gli dico "quante ne hai?".
Denny dice che ne ha una per ogni giorno di astinenza. Lo fa di sera, per tenersi occupato. Cerca pietre. Le lava. Se le trascina a casa. Ecco cosa intende quando dice che il suo percorso di disintossicazione deve basarsi su cose grandi e buone invece che su cazzatine piccole e brutte.
"Lo faccio per non ricascarci. Non hai idea di quanto può esser dura trovare pietre decenti in una città . Che non siano pezzettini di cemento, dico, o quelle finte pietre di plastica in cui la gente nasconde i mazzi di chiavi di scorta".
A Denny dico: "A quanti giorni sei allora?".
"Ho raccolto centoventisette pietre" dice Denny.
"Ma allora tutte queste pietre?" gli dico.
Denny ha aperto la porta di casa e mi aspetta lì mentre io spengo un pò di luci. Sulla porta mi dice: "Non so. Però le pietre sono, come dire, TERRA. é come se tutte quelle pietre fossero un kit. Sempre di terra si tratta, ma che ha bisogno di essere assemblata. Una cosa da proprietari terrieri, però fatta in casa. Almeno per il momento".
Gli dico: "Chiaro".
Usciamo di casa e io chiudo la porta a chiave. Stanotte il cielo è un ammasso di stelle. Tutte sfocate. Niente luna.
Fuori sul vialetto, Denny alza gli occhi e dice: "Secondo me DIO, quando ha creato la terra dal caos, per prima cosa ha messo insieme un mucchio di pietre".
Mentre camminiamo la sua nuova ossessione compulsiva mi fa setacciare con gli occhi i terreni non edificati e tutti i posti in cui potrebbero esserci pietre da raccogliere.
Camminando al mio fianco verso la fermata dell'autobus Denny, sempre con la coperta rosa ripiegata sulla spalla, mi dice: "Io raccolgo soltanto le pietre che la gente non vuole. Ne prendo una sola per sera. Mi dico sempre che prima o poi mi verrà in mente cosa farci, dopo".
Che idea inquietante. Noi che ci portiamo a casa delle pietre. Stiamo raccogliendo porzioni di terra.
"Ti ricordi quella tipa, Daiquiri?" dice Denny. "La ballerina col neo sospetto". dice. "Non è che te la sei fatta, vero?".
Stiamo rubando proprietà immobiliari. Svaligiando terraferma.
"E perchè no?" gli dico.
Siamo due banditi, due ladri di terra.
E Denny dice: "Il suo vero nome è Beth".
Per come ragiona Denny, probabilmente sta progettando di costruirsi un pianeta tutto suo...
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