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About Me

"Un tempo, nutrivo un eccessivo rispetto per la natura. Mi mettevo dinanzi le cose e i paesaggi, e li lasciavo fare. Ora basta però. Ora interverrò. Mi trovavo dunque a Honfleur, e mi annoiavo. Allora, senza esitazione, decisi di metterci del cammello. Non sembrava certo la cosa più opportuna da fare. Ma che importava, a me andava così! Del resto realizzai il mio intervento con la massima prudenza. Li introdussi dapprima nei giorni privi di grande affluenza, il sabato sulla piazza del mercato. L’ingombro divenne indescrivibile, e i turisti dicevano: “Ah, che puzza! Quanto è sporca la gente di qui!”. L’odore giunse sino al porto e prese il sopravvento su quello di gambero. Si usciva dalla calca del mercato pieni di polvere e di peli, di cosa non si sapeva. E la notte poi, bisognava davvero sentirli, i colpi delle zampe dei cammelli che cercavano di oltrepassare le chiuse –gong! Gong! Sul ferro e le assi di legno! L’invasione da parte dei cammelli fu rapida, senza esitazioni. Già si cominciavano a vedere gli abitanti di Honfleur sbirciare a ogni istante con lo sguardo sospettoso tipico dei cammellieri che esaminano la loro carovana, per controllare che non manchi nulla e che si possa continuare a viaggiare: ma il quarto giorno avevo dovuto lasciare Honfleur. Avevo anche lanciato un treno viaggiatori. Partiva a tutta birra dalla piazza principale, e avanzava senza esitazione sul mare, senza preoccuparsi della pesantezza del materiale di cui era fatto: filava in avanti, salvato dalla fede. Peccato che me ne sia dovuto andare. Ma nutro forti dubbi che la calma rinasca subito in questa piccola città di pescatori di gamberi e cozze". H.Michaux

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