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Contact Box Generated from http://www.myspaceeditor.itC'è stata, certo, una stagione in cui anche noi eravamo inutilmente felici per le scene facili che ti spuntavano intorno, entusiasti per i baci sulle guance, gli inviti a fare una cosa, gli sguardi abbronzati e golosi di voglie sui vestiti di lino estivi. Scandalosamente a nostro agio a bordo dei nostri motori, con dietro le ragazze naziste, ironici e amari, consapevoli di un'eleganza innata e nervosa. Autoreferenziali e superbamente cattivelli, forse.
La nostra gara era sembrare intellettuali e malavitosi, artisti e scopatori. Avevamo i vespini noi le tecniche e i nascondigli.
Quando conoscevi una ragazza, mica le dicevi che ti piacevano i gattini. Le parlavi dell'aria, del fuoco, di come si diventa ciò che si è. Coi giubbetti dei ramones, i capelli spettinati, le meravigliose disponibili in tasca.
Prendemmo luce da una luce nuova.
Sapemmo con certezza, contagiandoci l'un l'altro, che le regole erano il modo di vivere dei lavoratori e che noi invece eravamo uomini. Sapemmo con certezza che se volevi pulirti la bocca del gusto schifoso di quell'aperitivo dovevi abbattere delle cose, bruciare i libri, massacrare gli invitati poichè il nostro dolore era in ogni cosa, nei vestiti rancidi delle amichette, in quel certo faticare tra lenzuola sconosciute, nel rumore modificato della vespa che attraversa le mattine di novembre.
Pensavi di essere vittima di un'ingiustizia originale.(bastogne)