Sextum Sepulcrum (Debut Album Released)

Music:

Member Since: 8/31/2007
Band Members:

Influences: The “Requiem” Project, that will give birth to the Sextum Sepulcrum concept band and their first album Dona Eis Requiem, originates from the story created between 28 and 29 december 2006 during a trip in Nuremberg by Dario and Andrea, authors of the lyrics and musics of the Dona Eis Requiem album. During the months between january and august 2007 the two creators of the band writes all the songs and lirycs of the album, taking a particular care to the sounds and to the links between the music and the plot. During October 2007 start the home recording sessions and the creation of the band that will play the album in live performances. The band is composed of seven elements: Dario (vocals and guitar), Andrea (drums), Leonardo (guitar), Tommaso (keyboards), Luca (guitar), Giulio (piano), Cesare (bass). Also collaborates to the project Francesca Moroni, author of draws and artwork ( www.myspace.com/blackdogclub ). By now the band is home recording and mixing the final sessions of the album, and the release is foreseen on March 2009! So, stay tuned and most of all Stay Metal!

Dona Eis Requiem - Trama
Joan, rimasta orfana dei genitori quando era ancora molto piccola, è una donna cresciuta nella paura del mondo, nel dolore dell'abbandono e della solitudine. Conta per questo motivo pochi contatti sociali, dovuti più che altro al freddo vivere della società , e dunque ristretti semplicemente a poche parole vuote di significato. Proprio per il dolore provato la donna si è rifugiata solamente nella sua cieca fede in Dio, il quale per lei rappresenta non solo un'entità spirituale, ma anche l'unica certezza della sua vita. Premesse che portano a definirla come una donna ignorante rispetto al mondo, chiusa nella sua paura e convinta di non voler conoscere altro. All'età di 33 anni concepisce con il giovane marito un bambino. Il padre naturale, però, non riesce a sottoporsi alla pressione di avere un figlio, ed abbandona Joan fuggendo. La donna, dilaniata dall'ennesimo abbandono, da comunque alla luce il figlioletto, dandogli il nome Arthur. Come figura paterna per il piccolo la donna chiede aiuto a Kaspar, prete quarantenne stimato della sua comunità , l'unica persona di cui lei si fidi. Il Pastore accetta con gioia l'incarico, vedendo in Arthur colui che porterà avanti la sua parola nel momento della morte. Kaspar ha una personalità; molto particolare, in quanto sin da bambino crebbe seguendo le orme di Dio, con l'intento preciso di diventare pastore. E' dunque un uomo che non ha mai vissuto una vera vita, all'infuori di quella religiosa, del quale è esponente convinto, a tal punto da essere esagerato nel portarla avanti e cieco verso la vita al di fuori di essa (Birth). Durante i primi cinque anni di vita del bambino, tra il pastore e Joan si instaura un amore profondo, puramente platonico (a causa dei voti che nessuno dei due potrebbe mai infrangere), sincero e dolce. All'età di sei anni, Arthur viene affidato a Kaspar perchè lui gli faccia da precettore. Il padre gli insegna la via illuminata come fu a lui insegnata, tramite gli insegnamenti derivanti dalla Bibbia e dalla Chiesa, ma osserva con inquietudine crescere insieme ad Arthur un'enorme intelletto, a dispetto del debole corpo, al pari passo solo con la sua enorme curiosità ed i suoi dubbi (the Way You Show). Arrivato ormai all'età di 16 anni Arthur, durante i suoi studi personali (condotti per trovare la verità che lui non riesce a trovare nella visione limitata della religione, e svolti lontano dagli occhi dei genitori), si trova davanti agli scritti di Shopenhauer. Leggendo le opere del filosofo Arthur trova finalmente la spiegazione ai suoi dubbi, ed una definizione di realtà più attinente al mondo difficile, violento e corrotto che lo circonda (the Truth I Knew Within). Porta dunque al padre le argomentazioni illuminate del quale ormai si convince, ma il risultato è che Kaspar, sentendosi tradito come padre e non avendo occhi per poter comprendere una visione differente dalla sua, lo scaccia violentemente dalla sua Chiesa minacciandolo ed accusandolo di essere un demonio (Disclaimed Son). Arthur torna dunque a casa, dove sua madre ha trovato gli argomenti dei suoi studi personali, e tra i due si scatena una discussione in cui il ragazzo dimostra finalmente la sua volontà di scegliere la propria via, il proprio percorso, slegandosi così dai preconcetti con i quali era stato cresciuto. Joan, disperata per questo ennesimo abbandono, cerca di fermare il figlio, che la invita a seguirla, proposta che la donna declina. Arthur lascia quindi la sua casa, promettendo di tornare quando potrà finalmente far comprendere ai suoi genitori la sua via (Broken Blood Ties). Trascorrono nove anni esatti dalla partenza al ritorno del ragazzo, ormai venticinquenne, nella sua casa. Il nuovo incontro con la madre presenta una situazione particolare della donna, la quale è combattuta al suo interno tra la sua persona come madre e come sopravvissuta dei traumi subiti. Joan si rende conto, pur continuando ad inveire su Arthur, di quanto il figlio le sia mancato, di quanto comunque sia grande il suo amore per il figlio e soprattutto di quanto sia limitata la propria visione, ma nonostante questi pensieri, non riesce a trattenersi dalla reazione istintiva (tipicamente depressiva) che ha come conseguenza l'allontanamento forzato e violento di ciò che le fa paura e di ciò che ama. Arthur, dalla sua parte, lascia che la tristezza per la reazione della madre si tramuti in rabbia, ed in un raptus di collera la disconosce come madre e come persona, andandosene senza voltarsi indietro. Rimasta sola, Joan realizza il dolore della sua vita, diventato insopportabile dopo l'abbandono del suo stesso figlio, la sua più grande felicità , e nonostante l'appoggio e l'amore che sa di avere da parte di Kaspar, si avvelena con una overdose di psicofarmaci, che le da la morte. Preso dai rimorsi per le parole dette alla madre, Arthur ritorna sui suoi passi e decide di tornare da lei per scusarsi. Aperta la porta della casa, trova la madre accasciata sul tavolo, ormai priva di vita. Il ragazzo ovviamente rimane profondamente scosso dal ritrovamento, a livello sia di perdita della madre, sia per i sensi di colpa che ha, sentendosi responsabile del suicidio (Last Vanishing Hopes). Kaspar, appresa la notizia della morte dell'unica donna che lui abbia mai amato, cade in una follia perversa che esalta la sua cecità nei confronti della vita, la sua fede (che viene portata a livelli praticamente medioevali) e la sua violenza. Questa stessa follia lo porta a credere che sia stato Arthur ad uccidere la donna, in quanto demonio incarnato. Padre e figlio si rincontrano al funerale della donna, dove Kaspar presiede la celebrazione, mentre Arthur assiste. Il ragazzo, guardandosi intorno nella folla accorsa, nota come l'ipocrisia umana possa arrivare a livelli insostenibili: persone che non avevano mai conosciuto sua madre, che l'avevano sempre lasciata sola nei momenti difficoltà, che non si erano mai interessate, che addirittura l'avevano schernita, ora piangono sulla sua bara. Terminata la cerimonia, dopo nove anni padre e figlio si parlano di nuovo, ma il dialogo tra i due è quasi inesistente. Arthur cerca in Kaspar la figura del padre, con cui piangere insieme la più grande disgrazia che poteva accadere, ma il prete, perso ormai nella sua follia, lo accusa violentemente e si ritira lasciando Arthur solo sul sepolcro (Requiem For A Mother). Nel tempo che segue il funerale Kaspar vive l'aggravarsi della sua follia, sostenuta in maniera insana dalla sua fede (Kissing Madness' Eyes). Proprio in preda a questa situazione, premedita l'omicidio del ragazzo, da compiersi ad un anno esatto dalla morte del suo unico amore, e proprio sulla sua tomba(The Demon Inside The Shepherd). Arthur da parte sua trascorre tutto l'anno andando ogni giorno sulla tomba della madre, dove piange la sua scomparsa. Ad un anno esatto dal tragico incidente, Arthur si reca come sempre sulla tomba della madre, consapevole che quella sarà l'ultima volta che lo potrà fare. I suoi pensieri vanno all'assurdità del dolore umano e della solitudine che gli uomini temono ma di cui si circondano, al dolore che ognuno nasconde a causa della paura di rivelarsi (the Sunset Beyond My Soul). Arrivato sulla tomba della madre, osserva per l'ultima volta il mondo e, percepiti i passi pesanti del padre, ne osserva la follia con dolore. Il dialogo tra i due è inutile, perché come era accaduto un anno prima le parole scivolano su significati diversi. Kaspar, ormai sessantaseienne, pugnala Arthur al cuore, senza che il ragazzo opponga resistenza. Nella morte lui vede l'ultimo silenzio di pace col padre, l'ultimo momento insieme che gli sarà concesso (Requiem For A Son). Passano 24 anni, e Kaspar, rimasto impunito per l'omicidio (fatto passare per suicidio), ha ormai novant'anni, e la morte lo stringe. Nei suoi ultimi minuti racconta la sua storia, fino ad allora rimasta segreta, al suo secondo allievo e figlio, Elias. La follia non ha mai abbandonato i suoi occhi ed il suo ultimo discorso ne è pregno. Dato l'ultimo, insano addio, Kaspar muore. La storia si conclude con il pensiero di Elias il quale, consapevole più che mai dopo la storia udita della sbagliata visione del prete della vita, lo rinnega come maestro e come padre. Tuttavia, il povero Elias, raccolto dal Pastore dopo che nella sua casa incendiata aveva perso i genitori, sente il tremendo conflitto tra l'affetto che ha per l'unica persona che lo abbia amato e la coscienza dell'insensatezza della concezione di quest'ultima (Dona Eis Requiem). Quel che succede in seguito, sarà raccontato dal'Umbra Noctis.

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