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Cantù è una cittadina che sorge sulle colline brianzole. Con una popolazione superiore ai 36000 abitanti, Cantù è senza ombra di dubbio il maggior centro della provincia di Como. Il suo territorio si estende per oltre 23 kmq e vanta 5 orgogliose frazioni: Vighizzolo, Fecchio, Mirabello, Cascina Amata e Cantù Asnago. Collocata proprio nel centro della Brianza, la zona più produttiva dell'intera europa, Cantù è conosciuta nel mondo come una cittadina laboriosa, seria ed impettita. L'economia canturina è tradizionalmente basata sulla piccola e media industria. Il settore principale ed il più appreso è quello della produzione artistica del mobile. Un altro settore importante è la lavorazione del merletto a tombolo. Una peculiarità che rende nota Cantù nel mondo è il basket: la squadra della città , fondata nel 1936, si è affermata nel panorama cestistico nazionale ed europeo negli anni '70 e '80. Il club canturino vanta un palmares di tutto rispetto: 3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 4 Coppe delle Coppe, 4 Coppe Korac, 2 Coppe Intercontinentali ed una Supercoppa Italiana. Attualmente la Pallacanestro Cantù è il secondo club più titolato d'Europa, seconda solo al Real Madrid.CANTU' IERI - L'origine del nome di Cantù risalirebbe a Canturium, che può derivare dalla popolazione insubrica dei Canturigi o da Cantores, indicante una Cantoria presso qualche edificio religioso. La sua storia inizia nel V secolo a.C. con la fondazione di Galliano, primo nucleo abitato, da parte dei Galli Insubri. Nel I secolo a.C. il villaggio gallico viene conquistato dalle Legioni Romane. Nel V secolo d.C., Galliano grazie ad un discreto sviluppo culturale e religioso diventa una pieve e nel 483, con un decreto di Papa Gelasio all'arcivescovo di Milano Teodoro dei Medici, viene dichiarata Corte Reale con altre terre. Nel 605 circa, il territorio canturino si separa da quello comasco, dato che quest'ultimo diventa diocesi suffraganea del Patriarcato di Aquileia. Verso la fine del X secolo, a Intimiano si costituisce una curtis, che comprende anche Galliano. Da Gariardo, nobile e signore della curtis, nasce Ariberto, futuro arcivescovo di Milano. Nel 1004 - 1005 Ariberto da Intimiano ristruttura, o forse riedifica, la basilica di Galliano (esistente dal V secolo) e, il 2 luglio del 1007, la consacra a San Vincenzo. Cantù ( che si chiama fino al XV secolo Canturio) fa parte del Contado della Martesana e dal 1118, a fianco di Milano, partecipa alla decennale lotta contro Como, subendo una grave sconfitta nel 1124. In seguito, unito alla Lega Lombarda, affronta l'Imperatore Federico I Barbarossa e, con l'aiuto di Como, riesce a respingerlo nel 1160. Dopo la caduta di Milano, ospita l'arcivescovo Enrico Sertala e i nobili milanesi scacciati dal popolo e, a fianco dei Visconti, partecipa alle guerre contro i Torriani, nel XIII secolo. Cantù fu anche teatro delle contese tra Guelfi e Ghibellini e nel XIV secolo si dichiara indipendente da Milano. Nel 1324 diventa signoria di Gaspare Grassi che la fortifica con numerose torri. Tornata sotto l'influenza viscontea e travagliata dalle lotte tra i vari pretendenti, viene sottomessa da Francesco Sforza e donata, nel XV secolo a Polidoro Sforza Visconti. Nel 1475 viene affidata in feudo ai conti Pietrasanta che vi erigono un castello in cima al colle centrale. Dal 1500, Cantù perde il suo aspetto strategico e diventa una città operosa nel centro di un vasto comprensorio. Infatti si hanno notizie della produzione artigianale dei chiodi e del pizzo a tombolo e nella prima metà del 1800, infine, inizia la produzione artistica del mobile. Ma la fioritura dell'artigianato canturino, in un periodo di intenso sviluppo industriale, è data dall'istituzione di una Scuola d'Arte per l' arredamento nel 1882, la prima del genere sorta in Italia.CANTU' OGGI - Cantù è una città che sta cambiando. L'ultima, discutibile, amministrazione comunale ha apportato notevoli modifiche alla città : la storica Piazza Garibaldi è stata completamente rifatta, i parcheggi in centro sono divenuti tutti a pagamento, il traffico è notevolmente aumentato, la circolazione da caotica è diventata impossible. Sembra quasi che la "città bozzolo", chiusa in sè stessa ed attenta più all'essere (ed al fare) che all'apparire, si voglia aprire e trasformare in "città farfalla", tutta da vedere, con marciapiedi Svizzera-style alti 20 cm. Insomma molta facciata e poca sostanza.
La mentalità e le idee che si respirano in città sono invece sempre le medesime: i canturini "vecchio stampo" rimangono piuttosto chiusi e diffidenti verso ciò che è diverso/staniero/non usuale. L'attaccamento al conto corrente è un dato di fatto. Allo stesso tempo il canturino riesce però ad ostentare quello che ha e anche quello che non ha, coniugando con grande abilità risprmio a visibilità . Il Marco Ranzani, prototipo del 'canturino tipo' incarnato da Albertino, pur rimanendo nell'ambito della gag-comica, traccia una critica cinica alla mentalità brianzola. A Cantù però non ci siamo infastiti per questa descrizione: abbiamo invitato Albertino al Palazzetto Parini per presentare il suo secondo libro sotto il nome di Marco Ranzani...nel frattempo le vendite di Cayenne in città si sono impennanate.