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TamboGnola Sconnection

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www.myspaceeditor.it "STIAMO REGISTRANDO IL SECONDO ALBUM - le novità non mancheranno"
"TAMBOGNOLA SCONNECTION"-"BAND ON THE ROOTS" -LO PUOI TROVARE AI NOSTRI CONCERTI- -oppure da DOWNTOWN DISCHI a PAVIA ( www.downtowndischi.it [email protected])- Presentazione da MiaPavia -12/10/2007 Band on the roots Sia ben chiaro subito: questa non è una recensione, bensì una presentazione. Non mi permetterei mai di fare la recensione di un disco in cui suono io. Sgombrato il campo da ogni possibile illazione, vi voglio parlare di questo disco, il primo prodotto da questa nuova band in cui sono coinvolto: la Tambognola Sconnection. I Tambognola Sconnection sono Sergio “Tamboo” Tamburelli, Maurizio “Gnola” Glielmo, Ivano Grasselli e Furio Sollazzi (vale a dire, il sottoscritto). Nati quasi per caso un anno fa, oggi ci ritroviamo ad essere già citati sul sito di Pistoia Blues e l’interesse che si è sviluppato nei nostri confronti, tra il pubblico e gli amici musicisti, è curiosamente grande. Comunque, eccoci alla prova del fuoco: il primo album intitolato “Band on the Roots”. Il titolo (e la copertina) fa “il verso” all’album di McCartney, ma la musica contenuta ha ben poco a che vedere con la sua, se non per uno dei brani (She’s a Woman) che lui aveva scritto con i Beatles e che noi abbiamo trasformato in uno swing-blues lento, da pub fumoso. Quello che abbiamo cercato di fare è stato trasformare brani più o meno conosciuti, filtrandoli attraverso le nostre radici musicali (ecco la citazione Roots del titolo) ed interpretandoli con le varie sfaccettature del blues (roots, country, swing, rythm, mex, pulp). Gran parte delle basi del disco sono state registrate in diretta, per mantenere quel sapore “live” che caratterizza il nostro sound. Se Messin’ with the Kid è in versione “quasi” normale, Volver, Volver è una struggente interpretazione tra Los Lobos e Ry Cooder. Holy Cow (chi se la ricorda in italiano, cantata da Patty Pravo, con il titolo Qua e La?) è un ancheggiante rythm’n blues con un bel assolo di trombone dell’”ospite” Federico Cumar; Old Town Boy è un brano originale, “rubato” ai Back To The Beatles, e molto rurale; la versione di Perfidia è acida, asciutta, con la Fender Jaguar di Gnola che ricorda i Ventures e Link Wray. Folsom Prison Blues è la nostra versione in italiano (grazie, Gigi, per il testo) di un classico di Johnny Cash, in cui mi sono divertito a suonare mazzi di chiavi e carta straccia. Ophelia è un brano della Band in cui Andres Villani (altro ospite del disco) ha fatto una ricca sezione di sax e un bell’assolo, mentre Notturno delle Tre è un omaggio ad Ivano Fossati: io ho inciso tre parti di batteria, Ivano tre bassi, Tamboo ha sudato sette camicie a cantarla e Gnola ha fatto uno splendido assolo. Besame Mucho è una versione molto Pulp di questo vecchio classico: introdotta da un parlato “in lingua” (grazie Rosa) e dalla tromba di Max Paganin (sì, ancora un ospite), si sviluppa con andamento lento e sinuoso. Di She’s a Woman, abbiamo già detto e Money Talks è un brano di J.J.Cale interpretato da Gnola e contrappuntato dal flauto e dall’organetto di un altro ospite: Roberto Aglieri. Quando ho sottoposto la mia idea di arrangiamento per Misty (uno standard swing dei più classici), Gnola mi ha chiesto se ero pazzo: ne è uscito un pezzo molto divertente. Coconut è un brano di Harry Nillsson su cui ci siamo divertiti e abbiamo dato “fuori da matti”; abbiamo inciso una quarantina di piste, usato effetti sonori, rumori e persino un coro improvvisato, costituito da amici . In Everytime You Go Away, quella famosa di Paul Young, rallentata all’inverosimile, il povero Tamboo ha rischiato di lasciarci le tonsille. Chiude l’album una piccola “chicca” acustica: Corrina Corrina da Bob Dylan. Furio SollazziPavia, 12/10/2007 Tambognola Sconnection "Band on the roots"Una volta parlando delle canzoni di altri artisti che suonava durante i suoi concerti Springsteen disse: "Noi non suoniamo delle canzoni "vecchie", suoniamo delle canzoni meno giovani, ma non sono nostalgiche. Non sono mai stato legato alle cose nostalgiche, perché è stupido. Ma queste canzoni sono diverse. È chiaro dalle reazioni che provocano. Sono grandi oggi, sono grandi ora, e se qualcuno le suona e il pubblico le ascolta, saranno ancora amate domani". La morale per il boss è quella di non suonare mai le canzoni altrui con troppa riverenza, perché questo vuol dire impoverire la vita che hanno dentro. Bene, è proprio questo quello che viene in mente ascoltando questo album, nato a Pavia, ma nomade nei suoni e corsaro nello spirito. I colpevoli dell'album sono gente che chi possiede un minimo di alfabetizzazione di musica locale conosce bene. La voce è quella di Sergio "Tamboo" Tamburelli, le chitarre sono di Maurizio "Gnola" Glielmo, la sezione ritmica è firmata da Ivano Grasselli al basso e dal nostro Furio Sollazzi alle percussioni. Ognuno ha portato il suo bagaglio e insieme si sono messi a cercare delle radici comuni esattamente come dice il titolo del disco che ovviamente strizza l'occhio a Band on the run dei Wings di Paul McCartney. Ma a questo punto non bisogna fare l'errore grossolano di considerare quest'album una sorta di gioiosa scampagnata tra compari musicisti, una rimpatriata di vecchi goliardi dedicata solo ad ascoltatori amici. "Band on the roots" è un disco vero: ironico, guascone ma profondamente autentico e i nostri, tutti in grande forma, si cimentano con un repertorio eterogeneo trovando sempre l'ispirazione per riscrivere in chiave originale e personale alcuni classici e altri brani pescati nella soffitta del rock. Ce n'è davvero per tutti. Si parte dal blues ortodosso di "Messin' with the Kid" dal repertorio di Junior Wells, ma già alla seconda traccia si cambia registro con "Volver Volver" canzone chicana che qui sembra cantata da un cowboy messicano persosi nelle paludi di New Orleans. Il quartetto rispolvera poi "Holy Cow" di Lee Dorsey (Patty Pravo la cantava in un carosello della Algida nel '69 con il titolo "Qua e Là") e la veste di rhythm'n'blues. "Old Town Boy" è un brano originale dei pavesi Back To The Beatles un po' country e un po' beat. Il classico "Perfidia" viene riletto in chiave surf. Una delle chicche della raccolta è senza dubbio "Folsom Prison Blues" capolavoro di Johnny Cash qui cantato in italiano, in una versione che piacerebbe anche al man in black. La fedele cover di "Ophelia" dei The Band (con ospite Andres Villani al sax) precede il tributo alla canzone d'autore italiana con "Notturno delle Tre" di Fossati. Suoni notturni anche per una "Besame Mucho" che sembra uscire da un film di Quentin Tarantino. "She's a Woman" è una canzone del 1964 firmata da McCartney senza Lennon, ma qui ripresa nella versione che Paul presentò nel '91 nel suo Unplugged. Si continua con JJ Cale ("Money Talks" con ospite Roberto Aglieri) e lo standard swing "Misty", "Coconut" di Harry Nillsson subisce un trattamento da psichedelia beatlesiana. "Everytime You Go Away" è un'altra chicca: il successo di Paul Young viene rallentato e trasfigurato in un blues da cuori infranti. A chiudere la versione acustica e molto blues di "Corrina Corrina" brano tradizionale proposto in Freewheelin' da Bob Dylan. Così non manca proprio nessuno. Alla fine non c'è che da sperare che questi latitanti del roots (tanto per parafrasare il titolo del CD) rimangano a piede libero ancora per molto e si rendano colpevoli di altri misfatti... Guido Mariani (La Provincia Pavese – Cultura & Società – Martedì 16 ottobre 2007)Un disco mette insieme musicisti che si sono incontrati suonando nei locali della nostra provincia-Band on the roots, un cd tutto pavese Esce il primo album dei neonati “Tambognola Sconnection”-Informazione ci sono Tamburelli, Glielmo, Sollazzi e Grassellidi Linda Lucini PAVIA. Ha un'anima tutta pavese e musiche che vengono dal mondo, con una particolare predilezione per il sound d'oltreoceano. Si intitola “Band on thè roots” ed è il primo disco firmato dai “Tambognola Sconnection”, gruppo di musicisti che si sono incontrati suonando sul vari palcoscenici live della nostra provincia. Dal soprannome di due dei suoi componenti è nato lo strampalato “Tambognola”: Maurizio “Gnola” Gliemo e Sergio “Tamboo” Tamburelli. Con loro in formazione ci sono Ivano Grasselli e Furio Sollazzi, ma nel disco si sono aggiunte diverse collaborazioni: dai pavesi Andres Villani e Roberto Aglieri a Max Paganin e Federico Cumar. Nati per caso un anno fa, sono già al loro primo album e lo presenteranno in anteprima domenica al Thunder Road (ore 22). Il nuovo disco verrà riproposto con tanto di intervento degli ospiti musicali in un grande concerto a Spaziomusica il 26 ottobre. Titolo e copertina si ispirano al disco di Paul McCartney, ma la musica contenuta ha a ben poco da vedere con la sua, se non per uno dei brani (“She's a woman”) che lui aveva scritto con i Beatles e che il gruppo made in Pavia ha trasformato in uno swing-blues lento. Gran parte del disco è stato registrato in diretta (parti alla Down Town dischi di Pavia), lasciando all'album il sapore live che caratterizza la musica dei “Tambognola”. Nel disco si ritrova un classico come “Volver” resa ancor più struggente dalla voce di Tamboo che ha regalato un'atmosfera tutta retro e un'aria vissuta a “Notturno delle tre” di Ivano Fossati. Un po' meno riuscita la versione di “Besame mucho” che, nonostante l'andamento lento e sinuoso, resta poco appassionata. E per non lasciar troppo spazio all'anima latina, i “Tambognola” hanno messo nel disco anche “Folsom Prison Blues” di Johnny Cash riproposta in italiano, “Misty” in versione swing e due classici come “Everytime you go away” di Paul Young e “Corrina Corrina” di Bob Dylan. Curioso anche l'inserimento di “Holy Cow”, brano conosciuto in Italia nell'interpretazione di Patty Pravo. TamboGnola SconnectionNata quasi per caso, questa formazione si presenta come una sorta di supergruppo riunendo sotto il nome di TamboGnola Sconnection quattro musicisti di diversa estrazione, accomunati dall’amore per il Blues delle radici. Il funambolico vocalist Sergio “Tamboo” Tamburelli, leader di numerosissime formazioni che, nell’arco degli anni, hanno annoverato i più bei nomi della musica pavese (e non), Maurizio “Gnola” Glielmo (uno dei bluesman italiani più apprezzati in Italia e all’estero), da anni rappresenta la punta di diamante del Blues lombardo, Ivano Grasselli (polistrumentista, proveniente dalle file dei Long Horns, Lorenzo Riccardi Band e dei Macadam) e Furio Sollazzi, decano dei batteristi pavesi (Numi, Dalla, Blues Anytime, Back To The Beatles), musicista, scrittore, musicologo, memoria-storica del rock pavese e lombardo, organizzatore di concerti, rassegne e festivals. Uno strano miscuglio di Roots Blues, Country, Swing, il tutto presentato in modalità prevalentemente acustica, ineccepibile dal punto di vista dell’esecuzione, ma scanzonato nel non prendersi troppo sul serio, donando una lievità formale ad un genere storicamente “serioso”.

My Interests

Music:

Member Since: 22/08/2007
Band Members: Sergio "Tamboo" Tamburelli : voce, washboard Maurizio "Gnola" Glielmo : chitarre elettriche, chitarra acustica, dobro, voce Ivano Grasselli : bassi, 5 string banjo, chitarra acustica, voce Furio Sollazzi : batteria, percussioni, effetti NOTTURNO DELLE TRE.. CORRINA CORRINA COCONUT MESSIN’WITH THE KID BESAME MUCHO EVERY TIME YOU GO AWAYALLA REGISTRAZIONE DELL’ALBUM HANNO PARTECIPATO: THE WILD HOWL’S BUNCH ClaudiOne Pezzi, Claudio”Raska” Raschini, Nello Leandri, Marco Ferraris, Betti Verri, Tamboo, Furio e Ivano .........da lontano.THE CHOIR OF ST. MACADAM Betti Verri & Ivano GrasselliI CORNETTI ALGIDIAndres Villani - SaxMax Paganin - TrombaFederico Cumar - Trombone Roberto “ the Genius” Aglieri - Flauto e OrganettoVOCE RECITANTE Rosa Maria Peralta Fernandez UN RINGRAZIAMENTO PER L’AIUTO CON "Folsom prison blues" A:Gigi De Leonardis Sergio “Tamboo” Tamburelli Sergio Tamburelli, alias "Tamboo", è una delle poche piacevoli realtà musicali che la provincia di Pavia ha prodotto in questi ultimi venti anni. Nato (musicalmente) ed esploso tra il 1988 e l’89 con la Crazy Bus Band, raggiunge la maturità artistica nei primi anni ’90 con la Tamboo Crazy Band; è il periodo in cui resuscita le atmosfere dei Blues Brothers ma già, tra le pieghe del blues, fa capolino il fantasma di Fred Buscaglione. Sempre in quegli anni partecipa alla trasmissione di Rete 4 "Star 90". La propensione per lo spettacolo puro lo porta a previlegiare sempre più il fattore scenico senza però che ne risenta la qualità del lato musicale che si mantiene di ottimo livello grazie anche ai musicisti con cui collabora (prova ne sia che alcuni dei suoi "ex" sono stati scelti da orchestre come quella di Demo Morselli per il Maurizio Costanzo Show, o da quella di Sarabanda). Scintillante, irriverente, ironico, oltraggioso ed ammiccante, coinvolge il pubblico nei suoi shows e il pubblico risponde partecipando con entusiasmo e diventando, esso stesso, parte dello spettacolo. Abbandonato quasi completamente il blues per un revival degli anni ’50 di sapore cabarettistico, cambia nome alla band e nascono i Ticinum Playboys con una sostanziosa sezione di fiati; a questa formazione ne segue una ridotta, i Rustick Boys, quasi di transizione. Nel ’96 è tra i protagonisti di due altre trasmissione televisive: "Il Boom-I Favolosi Anni 50" e "Non Dimenticate Lo Spazzolino Da Denti", condotta da Fiorello. All’inizio del ’97 costituisce i Bonarda Wagon Boys, inventandosi una sorta di country-ska da cowboy lombardo. Nel 98 sbeffeggia Marylin Manson, Alice Kooper e Bela Lugosi con uno spettacolo dal titolo "Tanboo Horror Show" e con l’aiuto del gruppo (I Vampiri della Botte), di un vocoder e di alcuni trucchi da Carnevale si inventa un nuovo stile. Con la Tamboo All Star la musica si estende da strane riproposizioni di standard anni 40 alle canzonette degli anni 50 e 60, per sfiorare la disco degli anni 80 e i miti dei 90. Nell’autunno del 99 pubblica, in collaborazione con Scalopoli, il suo primo CD ufficiale "Tamblob" che contiene "Il Gattone Deluso", cantato in coppia con Nanni Svampa. Il Capodanno 2000 in piazza della Vittoria, a Pavia, lo vede protagonista di un grande concerto nel ruolo di "traghettatore" della città nel nuovo millennio. Dopo aver sciolto gli All Stars, nei primi mesi del 2001 Tamboo riappare con un nuovo gruppo: gli Hot Six. Questa volta lo stile tende decisamente allo swing. Nel gennaio 2002 chiama l’abile chitarrista jazz Riccardo Bianchi, il sassofonista Andrès Villani e il giovane percussionista Dario Tanghetti. Inizia così il progetto Tamboo Combo improntato sul recupero dello swing e del blues, senza però tralasciare le Jazz Song di casa nostra e i successi degli anni 50. Nel 2003, oltre al Tamboo Combo (la cui formazione è estremamente aperta e variabile), tiene in piedi altre due “situazioni” parallele: una di Heavy Blues con il gruppo dei Webs (nati dalle ceneri dei Fungus) e una nuova invenzione di “Roots Blues” semi-acustico che si concretizza nei Blooz Crackers con Furio Sollazzi alla batteria, Giacomo Lampugnani al basso e Maurizio “Gnola” Glielmo alla chitarra. Si esibisce poi con i SuperSaxMachine”, una sorta di Big Band che utilizza una sezione di 6 sassofoni, e varca i confini nazionali per una tournè in India, Marocco, Argentina e Uruguay, con la Pavia Jazz Orchestra con Mariano Nocito, Claudio Perelli, Achille Legnazzi, Andres Villani e Gianluca Di Ienno. Ultimamente si esibisce con i Swing Brother Swing con cui ha appena pubblicato un CD.. Con lui troviamo Pietro Bonelli e una serie variabile di fidati musicisti. Maurizio “Gnola” Glielmo Leader e fondatore della Gnola Blues Band band, il chitarrista/cantante Maurizio “Gnola” Glielmo è un musicista che può vantare lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena blues italiana. Per anni a fianco di Fabio Treves, calca i palchi dei più rinomati festival blues italiani ed incide inoltre due album: "Treves 3" (1985) e "Sunday’s Blues" (1988 - quest’ultimo con la partecipazione di Chuck Leavell, già con Allman Brothers, Rolling Stones, Eric Clapton). Proprio da "Sunday’s Blues" è tratto il brano "Snow Town Blues" per il CD prodotto dal "Pistoia Blues" in occasione del 18° festival: Glielmo con la Treves Blues Band finisce così in un album al fianco di Muddy Waters, Bo Diddley, Buddy Guy, Joe Louis Walker, James Cotton, Billy Branch, Santana. Le partecipazioni come solista a produzioni altrui continuano: "Goin’ home" con la Rava Brothers Band; "On the good foot" con la Back in Blues Band; "Bisogno di Blues" con Dr. Faust. Profondo conoscitore dell’uso del dobro, si esprime con grande personalità con lo slide; questa sua abilità gli consente di essere invitato in qualità di session-man in studio per produzioni non prettamente blues, sconfinanti nella musica leggera e pop. Maurizio Glielmo dà così vita alla "Gnola Blues Band", che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di ripercorrere gli itinerari più classici del blues. La band parte dalle interpretazioni degli standard sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali. La GBB è sostenuta dalla solida base ritmica costituita dalla coppia Cimaschi / Pelizzari, (rispettivamente basso e batteria) con l’apporto pianistico di Roger Mugnaini. Le collaborazioni con artisti internazionali (Dave Kelly, Bob Brunning, Maisha Grant e Zora Young) continuano e la prima produzione discografica "First step", del 1991, raccoglie lusinghiere recensioni dalla critica specializzata. Nel corso degli anni la band prende inoltre parte agli appuntamenti più importanti del genere sparsi per tutta la penisola (tra gli altri, nel ’90, la partecipazione al "Milano Blues Festival" con Jimmy Whiterspoon come ospite finale e le aperture dei concerti di Dirty Dozen Brass Band, Joe Ely, Herbie Goins e la serata di Robben Ford al festival "Bluesland 1999"). Da segnalare anche la partecipazione alla compilation del "Sestri Levante Blues & Soul Festival" con "Key to the Highway". Il secondo album: "Walkin’ through the shadows of the blues" pubblicato nel 1999 e distribuito dalla Blues Corner, contiene una sola cover e 13 brani originali. Dal 2003 sono gli accompagnatori ufficiali della blues vocalist americana Sandra Hall, protagonisti del blues festival svizzero a Badwalsse e troviamo anche Glielmo come session-man nell’ultimo album in studio di Davide Van De Sfroos, così come (con le debite proporzioni) ha suonato il dobro in una traccia dell’ultimo album dei Back To The Beatles. Ivano Grasselli Grasselli, musicista con alle spalle anni di esperienza, chitarrista e bassista di gusto personale e raffinato, ha fatto parte (ed è stato membro fondatore) della Long Horns band degli esordi. Coi Big Time ha iniziato a suonare la chitarra acustica ed elettrica, ma suonava il basso nelle precedenti formazioni (Long Horns band e Lorenzo Riccardi Band); a questi strumenti si è aggiunto anche il banjo. I Big Time si trasformano in Macadam, la nuova entità che presenta in concerto le composizioni originali di Grasselli come autore. I Macadam sono un gruppo eletroacustico che presenta (ormai) un repertorio composto in gran parte da composizioni originali di Ivano Grasselli; con lui ritroviamo Betty Verri (voce e chitarra) e Stefano Gianini alla batteria (loro tre formavano il nucleo della Lorenzo Riccardi Band). Maurizio Vitagliani si occupa di chitarre e mandolini, mentre Nicola Cioce (oltre a suonare chitarra e percussioni) rappresenta (insieme a Betty) una delle due voci principali del gruppo.Dopo mesi e mesi di lavoro (e di ripensamenti) hanno finalmente pubblicato il loro primo CD che porta semplicemente il loro nome: Macadam. Nell’album i Macadam mixano la loro precedente esperienza acustica con la ritrovata vena elettrica che ha caratterizzato gli ultimi concerti del gruppo.Ivano Grasselli si dimostra un nuovo autore interessante e il gruppo propone arrangiamenti originali. Nel 2006 ha partecipato (così come Tamburelli, Gnola e Sollazzi) al cd collettivo Spazio Blues. Furio Sollazzi Furio Sollazzi, architetto, scrittore, musicologo e musicista, ha scritto Rock Around Pavia (la prima Storia del Rock in Italia vista dalla prospettiva provinciale); oggi scrive articoli e recensioni per il mansile Strumenti Musicali, per il settimanale PassaParola Magazine e per la rivista on-line Miapavia.com. Ha iniziato a suonare nel 1966 con il gruppo dei Basilischi. E’ poi passato con Ivo e 5 della Fattoria, i Dreams, I Pat Pat e i Numi. Con i Numi incide l’album Alpha Ralpha Boulevard ed entra di diritto nella storia ufficiale del Rock italiano, riportato nelle sezioni dedicate a quella breve stagione che fù il Rock Progressivo. Agli inizi degli anni’ 70 suona con Lucio Dalla; poi si dedica alla chitarra e al folk, formando il Gruppo Aperto Folk. Torna alla sua prima passione e, con alcuni dei Numi, Bruno Sartori e Lulu Villani, La Corte dei Miracoli. Dopo alcune esperienze nel campo del Jazz, riscopre il Blues e forma, con Sartori, i Blues Anytime. Suona con Fabio Treves, Mauro Pagani e Memphis Slim. Il vecchio amore per i Beatles lo porta a formare i Back To The Beatles con cui incide tre CD (Rubber Songs, BeatleSconcerto e Nothing New) a loro nome e un collettivo (A Day In The Live At Abbey Road) registrato nei mitici studi di Abbey Road di Londra. Sempre con i Back partecipa alla trasmissione Help di Red Ronnie, replica il concerto sul tetto compiuto da i Beatles suonando sul tetto del Cinema Politeama nel centro di Pavia. Al Teatro Fraschini (per primi in Europa) si esibiscono in un concerto con una intera orchestra, riproponendo tutti i brani che i Beatles non avevano mai eseguito dal vivo. Viene ristampato in CD l’album dei Numi, seguito da un altro inedito, Storia di Zero. Parallelamente suona con Lorenzo Riccardi e in varie formazioni con Tamboo. Forma poi, in un altro progetto parallelo, i Fiocchi di Oliva con cui incide il cd Te Da Damm, contenente una serie di canzoni inedite di Giuseppe Brandolini (già autore per Bertoli) e lo dedica a Claudio Fiocchi, musicista stradellino scomparso da qualche anno. Organizza concerti, rassegne e festivals.
Influences: beatles , rolling stones, beach boys, bob dylan, john mayall, mike bloomfield, b.b.king, johnny cash, elvis, tom waits, ry cooder, harry nilsson, allman brothers, the band, joni mitchell, peter gabriel, little feat, david bromberg, rickie lee jones, david byrne, ivano fossati, de andrè/pagani, fred buscaglione, renato carosone, louis armstrong, louis prima, paul simon, etc...... ma ce ne siamo dimenticati quando abbiamo cominciato a fare del "nostro".
Sounds Like: NO-ONE
Record Label: TGS
Type of Label: Indie

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