LUIGI NICO

Luigi Nico nasce a Galatone (LE) e manifesta già dai primi anni dell’adolescenza un’accesa passione per la musica e il pianoforte, approfittando dello strumento regalato dai genitori alla sorella, di qualche anno più grande. Verso i 13 anni si avvicina poi alle percussioni e, col successivo acquisto di una batteria, decide assieme ad altri amici di fondare un gruppo musicale, gli “Aloha”, di spiccata impronta rock, nel quale s’improvvisa batterista e cantante. La band ripropone cover dei maggiori gruppi rock internazionali (Tesla, Warlock, Bon Jovi, Europe), nonché dei più talentuosi rocker italiani (Vasco Rossi, Gianna Nannini, Litfiba). Intorno ai 15 anni, inizia a manifestarsi in lui la necessità di esternare le inquietudini adolescenziali attraverso la scrittura. Scrive poesie, ma soprattutto si dedica alla realizzazione di tutti i testi e le musiche che gli Aloha propongono nei loro concerti. Nei primi anni ’90 il gruppo viene notato da un impresario locale, che inizia a procurargli serate e varie esibizioni in giro per il Salento; tutto ciò contribuisce a consolidare l’affiatamento della band, nonché la sua crescente notorietà a livello locale. Incidono qualche pezzo e partecipano alle selezioni regionali del concorso canoro per gruppi e cantanti “Sanremo famosi”. Si classificano al primo posto della sezione gruppi, con il brano “Mandy”, ottenendo ottime critiche da parte degli entusiasti organizzatori.Desideroso di spaziare e ampliare le sue conoscenze musicali, si avvicina anche al jazz, ascoltando i mostri sacri (Louis Armstrong, Oscar Peterson, J. Coltrain ecc) e i contemporanei anche italiani (Rava, Fresu, Sellani). Assecondando questa nuova passione per il jazz, si iscrive a una scuola di musica nella quale studia canto e batteria. Intorno ai 22 anni, interrompe lo studio della batteria per evitare di essere aggredito dai vicini e messo all’uscio dal padre, tutti esausti dal frastuono continuo che l’esercizio metodico gli imponeva. Si abbandona così nell’abbraccio armonico e caldo del pianoforte, vecchio amore adolescenziale, mai del tutto abbandonato. L’influenza del jazz si fa subito notare anche nelle sue nuove composizioni, nelle quali tenta di miscelare la primitiva grinta rock con la maturità riflessiva del jazz. Il tentativo fallisce, forse! Ma in alcuni brani se ne assaporano musicalmente le intenzioni, come “Anche quando piove è amore” e “Alla prossima estate”, scritti per solo piano e voce.Tramontato il periodo della band, si dedica interamente allo studio del pianoforte e alla composizione, arrangiando e incidendo col vecchio amico chitarrista - Giancarlo Monteforte - i nuovi demo. Alcuni pezzi affrontano tematiche di spiccata impronta sociale, come “Fragile umanità” (severa denuncia della società massificata e delle sue ipocrisie) e “No global”, canzone generazionale che dipinge l’innata sete rivoluzionaria dell’universo giovanile. Altri invece si abbandonano nella malinconia di amori perduti, assumendo connotati più intimisti.